Ravascletto: incontro sui migranti carnici nel Reich 25/01/2009


 Dopo aver riportato alla luce, in occasione della quinta edizione del Presepio dei Cramârs / Die Krämerkrippe, le vicende dei Fremdarbeiter della Valcalda (ovvero quegli uomini e quelle donne che, nell’ambito degli accordi fra l’Italia fascista e la Germania nazista, fra 1938 e 1943, furono costretti a lavorare in terra tedesca  come contadini, muratori e operai), la Pro loco di Ravascletto propone un’ulteriore opportunità di conoscenza del fenomeno, allargando lo sguardo all’intero contesto regionale. L’occasione sarà un incontro pubblico in programma domani, alle 15, all’hotel Harry’s di Zovello. La presentazione del contesto storico e politico in cui si mossero gli stagionali di Ravascletto, Salârs e Zovello e i loro compagni carnici e una quantificazione della reale dimensione di quel flusso migratorio, a livello friulano e italiano, saranno affidate a Matteo Ermacora di Gemona. Laureato in storia, insegnante e dottore di ricerca in storia sociale, collabora con l’Università Cà Foscari di Venezia. Nel corso dei suoi studi sulla storia dell’emigrazione friulana, sulla Grande Guerra e sulla storia dei giovani e del movimento operaio, Ermacora ha avuto modo di approfondire la stagione dei Fremdarbeiter, riassumendo le proprie indagini nel saggio Campi e cantieri di Germania. Migranti friulani nel Reich hitleriano (1938-1943), apparso nel 2002 nell’opera curata da Marco Fincardi Emigranti a passo romano. Operai dell’Alto Veneto e Friuli nella Germania hitleriana che ha avuto come coeditore l’Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione. Fra i rurali di Mussolini partiti dalla Valcalda (almeno 67 compaesani di cui quattro tuttora viventi), la comunità di Zovello annovera anche Alice Casanova dal Podar, che al termine della guerra seguì, dopo averlo sposato, il giovane prigioniero polacco Stanislao Jaskiewicz, trapiantandosi definitivamente a Radom.