San Giorgio di Nogaro: cassa integrazione per un anno e poi mobilità, chiude la Fil man

Un altra grave situazione  occupazionale nella Bassa Friulana: la Fil. Man Made srl di San Giorgio di Nogaro, azienda che produce filati sintetici e artificiali, dalle tute per la Formula Uno a quelle per i vigili del fuoco che occupa 45 addetti (di cui l’80 % donne) chiuderà definitivamente lo stabilimento sangiorgino a marzo 2009. 
L’azienda sta già pensando agli ammortizzatori sociali per il personale: cassa integrazione per un anno e poi la mobilità, oppure la riassunzione, per chi lo vorrà, alla Tirso di Muggia, di proprietà del gruppo trevigiano, con un contratto ex novo.
Questo è stato quanto annunciato da Roberto Di Lenardo della Filcem Cgil e Stefano Di Fiore della Femca Cisl , all’assemblea, tenutasi ieri mattina con i lavoratori, ai quali hanno anche spiegato le proposte dell’azienda qualora scegliessero di spostarsi a Muggia. <br />
Amarezza e rassegnazione da parte delle maestranze che ora dovranno metabolizzare queste proposte e poi decidere cosa fare, in quanto, già da fine gennaio, potrebbero avvenire i trasferimenti. Quello che li attende, al di là della questione economica e un contratto nuovo di zecca, sono circa un’ora e mezza di strada (75 chilometri) da percorrere nei tre turni lavorativi. L’azienda comunque indietro non torna in quanto la produzione di nicchia che si effettuava nello stabilimento sangiorgino, non trova mercato nonostante i 2,5 milioni di euro investiti dal gruppo trevigiano, di cui fa parte, in tecnologia avanzata e prototipi di nuovi macchinari che non consentono la riconversione dell’impianto.
Intanto i sindacati si attiveranno a chiedere un incontro con le istituzioni per cercare una soluzione il meno impattante possibile per i lavoratori. La Fil Man. Made, è operativa nell’area industriale della Ziac dal 1980, successivamente, nell’84 e nel ’97 amplia lo stabilimento di San Giorgio arrivando ad occupare anche circa un centinaio di persone. Da tempo le voci di un disimpegno del gruppo sul sito sangiorgino stavano circolando, tanto che i sindacati avevano già avuto un primo incontro interlocutorio con la proprietà per valutare il futuro dell’azienda e dei lavoratori. Crisi profonda dunque per l’area industriale più importante della regione della quale è il vero e proprio motore economico, che oltre alla crisi del della Caffaro che mette a rischio occupazione i 270 dipendenti e per l’effetto domino dell’indotto, si potrebbe arrivare ad una perdita di un migliaio di posti di lavoro, vede altri comparti in difficoltà, come la Ceramiche Girardi di Palazzolo dello Stella, con i suoi 70 dipendenti, già a casa, i laboratorio di ricerca della Serichim di Torviscosa, partecipata Snia, con un esubero di 8 ricercatori dichiarati, ma che la vicenda Caffaro potrebbe trascinare con se e mettere a repentaglio anche gli altri 20 dipendenti.