Sappada: caso EFA, si corre ai ripari per scongiurare la chiusura degli impianti invernali

di LUANA DE FRANCISCO

 
Un “buco” milionario da una parte, un atto di pignoramento degli impianti sciistici di Sappada dall’altra: comincia in salita, con due grane altrettanto esplosive da sanare, la nuova era dell’Ente friulano di assistenza targata Giancarlo Cruder. Che intanto, nelle vesti anche di neo presidente di Ge.Tur, nei giorni scorsi ha compiuto un ulteriore passo nell’opera di smantellamento delle strutture che, fino a pochi mesi fa – cioè fino a quando non è calata la mannaia dell’arcivescovo di Udine, monsignor Mazzocato –, erano controllate da don Luigi Fabbro e dal suo braccio destro, il commercialista Franco Pirelli Marti: la messa in liquidazione di Fingefa spa e, a ruota, delle sue sei partecipate. <br />
Stagione a rischio. Il problema più urgente porta dritto a Sappada. Dove, dall’aprile del 2004, la proprietaria degli impianti di risalita e delle piste è Ge.Tur, la cooperativa che attraverso Tullia Sci e Ski Program – due delle sue sette partecipate – aveva prima ottenuto in affitto e infine acquistato un “pacchetto” sull’orlo del fallimento. Da qualche giorno, l’incubo della chiusura è tornato a turbare il sonno di amministratori e operatori: colpa di un fax inviato dal tribunale di Belluno ai vertici dell’Efa, per informarli del pignoramento di una parte degli impianti. Un provvedimento che, a quanto pare, troverebbe ragione nel mancato pagamento di alcuni crediti da parte di Ski Program a Friuli elettroimpianti, una spa di Latisana gravitante nell’orbita del gruppo Pirelli Marti. Cioè, di colui che è stato da poco estromesso dai “giochi” della galassia Efa.
Corsa contro il tempo. Un imprevisto che preoccupa, considerata soprattutto l’imminenza dell’avvio della stagione invernale, ma che non sembra comunque sufficiente ad arrestare il processo di rinnovamento avviato dalla nuova compagine guidata dall’ex presidente della Giunta regionale. «Ci troviamo di fronte al rischio reale di vedere la stagione compromessa – ammette Cruder –. La strada per bypassare l’ostacolo, però, esiste». Come conferma Giuseppe Bertoli, il commercialista udinese che il Cda di Efa, a fine settembre, ha nominato liquidatore di Fingefa e delle sue sei partecipate. «L’intenzione – spiega il professionista – è di creare una societa “ad hoc”, a controllo il più allargato possibile: dalla stessa Ge.Tur, a qualsiasi altra realtà in grado di dimostrare capacità professionale nel settore». Una sorta di soluzione-ponte, dunque, di cui i vertici udinesi hanno discusso già con il sindaco di Sappada, Alberto Graz, con i suoi amministratori e con un gruppo di imprenditori, commercianti e albergatori locali. Tutti d’accordo con l’idea di riunirsi in una “cordata” in grado di salvare la stagione e arginare le perdite. «L’obiettivo è tutelare gli interessi del comprensorio – continua Bertoli – ed evitare ricadute economiche e morali negative anche per Ge.Tur, che di quegli impianti si era finora servita per le colonie di Piani di Luzza»
Il “buco” e le liquidazioni. Quella di Sappada è soltanto l’ultima delle “patate bollenti” finite nelle mani di Cruder. A monte, la scommessa che il nuovo Cda della Fondazione d’ispirazione cattolica è stato chiamato ad affrontare cela scenari assai più inquietanti. Un’impresa che, non a caso, dopo avere messo alla porta la “vecchia guardia” di Efa e Ge.Tur, nei giorni scorsi ha portato alla messa in liquidazione volontaria di Fingefa (acronimo che sta per Finanziaria gestioni e assistenza) spa e, ieri, di tre delle sue sei partecipate: Ibisco, Costa Rei e Tullia Sci. La settimana prossima, il cerchio si chiuderà con la messa in liquidazione delle tre rimanenti: Ski Program, Monte Ferro e Monte Sierra. Nel nome, ancora una volta, di quell’“operazione trasparenza” inaugurata con il ribaltone estivo ai vertici dell’Opera aiuto friulano e, a cascata, dell’Efa e di Ge.Tur. Obiettivo: riparare gli eventuali danni – ossia i debiti – accumulati negli anni dalle precedenti gestioni. Detto con le parole di Bertoli, che è anche consigliere della Fondazione, «fare chiarezza sulle problematiche di Efa, avere cognizione di ciò che è successo in passato e calcolare il valore reale dei crediti e dei debiti contenuti nelle società».
Il calcolo dei debiti. Di cifre ufficiali e calcoli definitivi non è ancora possibile parlare, ma le prime stime sul presunto passivo che Fingefa e i suoi sei “satelliti” hanno accumulato nel temmpo e che i nuovi vertici sono stati chiamati a raddrizzare bastano a denunciare una situazione a dir poco pesante. Un “buco” a sei zeri, che le attività gestite dalle varie società (impianti di risalita compresi) e il patrimonio immobiliare riusciranno a compensare soltanto in parte. «L’indebitamento oscilla tra i 20 e i 30 milioni di euro – afferma Bertoli –. Ma credo che il deficit complessivo supererà di poco la soglia della decina di milioni».

2 Risposte a “Sappada: caso EFA, si corre ai ripari per scongiurare la chiusura degli impianti invernali”

  1. Aggiornamento del 20/10/2010
    Gino Grillo dal MV di oggi

    «Un fulmine a ciel sereno», così Manuele Ferrari, sindaco di Forni Avoltri ha commentato le notizie del “buco” di 30 milioni in cui si trova inguaiata l’Efa che potrebbe portare alla chiusura degli impianti sciistici della vicina Sappada, gestiti dalla Ge.Tur, proprietaria degli impianti di risalita e delle piste di rientro dal 2004.

    «Abbiamo appreso della notizia del pignoramento di una parte degli impianti dalla stampa – ha proseguito il sindaco. Ora cerchiamo di capire la reale portata dell’accaduto, sperando non sia così drammatica e grave come descritta e che la prossima stagione turistica e sciistica di Sappada possa svolgersi normalmente durante questo inverno oramai alle porte».
    Preoccupazione e sorpresa condivisa, quella del primo cittadino, anche dagli operatori turistici ed economici del paese, in quanto la Ge.Tur possiede in territorio friulano un complesso turistico vacanziero capace di 800 posti localizzati non distante da Piani di Luzza, dove ci sono gli impianti del biathlon, a 4 chilometri circa dal centro abitato verso il Veneto. Fra le due realtà (complesso Ge.Tur e Forni Avoltri) non esiste una vera e propria simbiosi, in quanto la Ge.Tur gestisce in proprio il proprio “pacchetto turisti” dimostrando più affinità con Sappada piuttosto che con il comune carnico. Ge.Tur appare autonoma anche con il personale, che porta da altre località a gestire anche il complesso di Forni Avoltri, salvo rari casi di assunzione o di delega di lavori in loco. Ciò nonostante esistono ricadute sull’indotto anche nel comune dell’alta valle del Degano in termini di occupazione e di economia.
    «Le strutture di Forni Avoltri ed il suo turismo gravitano normalmente sullo sci da fondo e sul biathlon – ha proseguito ancora Ferrari – ciò non toglie che la chiusura degli impianti di Sappada possano rappresentare un pericolo per l’economia anche degli operato locali».
    In particolare Ferrari si riferisce a quelle famiglie che scelgono Forni Avoltri come logo di villeggiatura, ma poi dirigono a Sappada per sciare. Ferrari ha però un’altra grossa incognita da risolvere, questa volta in qualità di neo presidente dela Fisi regionale:«Stiamo predisponendo il calendario delle gare di discesa Fisi, che in parte si svolgono da sempre anche sulle nevi di Sappada, ma non sappiamo se gli impianti sarano aperti o se, invece, resteranno chiusi».
    Gino Grillo

  2. Spiace vedere che nessun residente di Forni Avoltri e/o  Sappada, non abbia ancira commentato il fatto. La speranza che l'intelligenza abbia il sopravvento sulla rabbia ed il rancore e che tutti uniti trovino la soluzione sia per il prosieguo delle attivita' commerciali e turistiche a Sappada che per il mantenimento della struttura di PiANI DILUZZA che, a parte tutto, e' qualcosa che non puo' essere rovinata dallo scoramento attuale. Una struttura che puo' dare tantissimo a tutti se tutti (soprattutto commercianti di Forni e Sappada) sapranno trovare finalmente quell'intesa che, fino ad oggi, non ha permesso che una zona unica e bellissima potesse esplodere , turisticamente parlando, in tutta la lua potenzialita' Cito un solo caso. Sappiamo che moltissimi oggi hanno la passione per la mountain-baik, ebbene tra Sappada e Forni Avoltri c'e' la possibilita' di percorsi che permettono di partire al mattino, rientrare alla sera senza mai ripetere lo stesso percorso, variare da un comune all'altro tra rifugi, malghe, panorami unici per bellezza e storia, zone che per dovrebbero essere ritiro per squadre impegnate in gare internazionali, avendo a portata di mano struttura (Piani di Luzza, alberghi a Forni e Sappada) ed itinerari fuori da strade di traffico. Questo solo potrebbe bastare, A tuti loro l'augurio di trovare l'intesa in tempi stretti, lasciando da parte campanilismi senza senso. Gli abitanti delle due localita' sono da sempre in rapporti perfetti ma, quando si tratta di affari, ognuno rimane sul suo. Peccato, buon lavoro a loro perche' non possono sprecare una possibilita', specie in momentri come gli attuali. Romanin Gerardo, Pagnacco (Udine).-

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