Scuola: la provincia di Udine perde tre autonomie scolastiche


Tanto tuonò che poi alla fine qualcosa piovve e qualche istituto viene perso; sembravano svaniti in un nulla gli effetti della famigerata riforma Gelmini-Tramonti e invece in questi giorni l’assessore provinciale Lizzi da i numeri della stretta. La provincia di Udine perde tre autonomie scolastiche, vale a dire sedi di presidi e uffici amministrativi (a Lignano, Latisana e in Valcanale), scendendo da 85 a 82. Per il momento sono salve le scuole di montagna che hanno meno di 50 alunni. È questo il risultato del "Piano di dimensionamento scolastico provinciale" (2009/2010) messo a punto dall’assessore provinciale all’Istruzione Elena Lizzi e approvato ieri dalla Giunta, dopo confronti con enti locali e scuole. Il Piano segue il diktat del ministro Tremonti che ha imposto a Regioni, Province e Comuni di attuare il decreto 233/98 sull’ottimale dimensionamento delle scuole.<br />
      AUTONOMIE ELIMINATE. Poteva andare peggio, perché le autonomie a rischio erano 11, fa sapere l’assessore Lizzi. Si sono ridotte a 3 per accorgimenti adottati sul territorio e per due deroghe. Salta la presidenza dell’Istituto superiore di Brazzà di Lignano (235 studenti), assorbita dal Mattei di Latisana. A Latisana se ne va la presidenza delle medie per confluire in un’unica dirigenza cui faranno capo le materne, le elementari e le medie. La terza dirigenza con relativi uffici amministrativi ad essere soppressa si trova nella Valcanale. Lì c’erano 3 autonomie: Moggio, Pontebba e Tarvisio. Ora saranno due: un istituto comprensivo, con un unico preside per materne, elementari e medie di Pontebba, Dogna, Chiusaforte, Resiutta, Resia e Moggio e sede ancora da definire; un istituto onnicomprensivo, il cui preside dirigerà materne, elementari, medie di Malborghetto, Tarvisio e l’istituto superiore Bachmann.
      La prima deroga riguarda l’istituto tecnico Marinoni di Udine, che con 460 allievi non avrebbe potuto tenersi il preside (il minimo previsto è di 500 allievi). «Abbiamo rimandato l’accorpamento – spiega Lizzi – in attesa della nuova formulazione dei corsi di studio e perché la scuola ha un trend di crescita». Il Deganutti, rifatti i conti, è salvo con 526 studenti. La seconda deroga riguarda l’autonomia dell’Istituto comprensivo di Ampezzo che, con 278 alunni (materne, elementari e medie di 6 Comuni) doveva essere cancellata. La Provincia ha detto "no", impensabile farlo confluire a Villa Santina o Comeglians. Salva l’autonomia delle medie di San Giorgio di Nogaro, aggregate alle elementari e alle materne di Torviscosa, che sono state sottratte al circolo di didattico di San Giorgio. Per non far perdere l’autonomia alle medie di Mortegliano, si sono formati due istituti comprensivi, uno per Mortegliano e Castions e uno per Lestizza e Talmassons.
      LA MONTAGNA. La Provincia non ha toccato le scuole con meno di 50 alunni. Sono circa una decina, dislocate in montagna e nelle Valli del Natisone. Gli interventi sono stati rimandati, «perché richiedono un percorso lungo e condiviso», ha detto Lizzi, e le elezioni comunali sono alle porte.
      ISTITUTI PER GLI ADULTI. In provincia saranno istituite due nuove presidenze per istituti dedicati all’istruzione degli adulti. Una avrà sede allo Stringher di Udine e una al Solari di Tolmezzo. Le lezioni serali probabilmente continueranno a svolgersi nelle attuali sedi, dislocate su sei Comuni.
      Ora il Piano provinciale dovrà essere vagliato dalla Regione e quindi spedito al ministero