Si fà condannare pur di non svelare il nome dell’amante sposata


Poi dicono che i gentiluomini di una volta non ci sono più. E invece non è vero e lo dimostra questa vicenda che parrebbe grottesca, ma che di reale ha una condanna subita pur di non mettere nei guai familiari l'amante.

Chiamato in qualità di testimone per fare luce sulle dinamiche di un incidente stradale non ha voluto fornire al giudice il nome dell'amica con la quale aveva un appuntamento e così è stato condannato a due anni di reclusione per falsa testimonianza. Protagonista della vicenda Eugenio Biscaro, 68enne nato a Villa Estense (Padova) e residente a Povegliano (Treviso) che il 16 gennaio del 2009 si è presentato in tribunale a Udine per chiarire le cause di un incidente stradale per il quale si era aperta una causa civile  Biscaro in quella circostanza, dopo aver dato la sua versione dell'incidente, non ha voluto indicare il nome della persona che lo stava aspettando il giorno e nel luogo in cui era avvenuto il sinistro oggetto del dibattito in tribunale. Il giudice molto probabilmente voleva verificare l'attendibilità del teste. Per giustificare il suo diniego di fronte al giudice, Biscaro aveva spiegato che si trattava di una donna sposata. Una "giustificazione" che non aveva convinto il giudice. Anche la seconda richiesta del giudice però non aveva ottenuto riscontri. Biscaro aveva quindi ripetuto chiaramente di non voler rivelare il nome della donna. E così da testimone in un processo che non lo riguardava direttamente, Biscaro si è ritrovato coinvolto in un altro processo in qualità di imputato. E ieri è stato condannato a due anni di reclusione. Il giudice monocratico Mariarosa Persico ha infatti accolto la richiesta del pubblico ministero Maria Caterina Pace la quale aveva accusato Biscaro di falsa testimonianza. In base all'articolo 372 del codice penale infatti chiunque, deponendo come testimone innanzi all'autorità giudiziaria, afferma il falso o nega il vero, ovvero tace, in tutto o in parte ciò che sa intorno ai fatti sui quali è interrogato, è punito con la reclusione da due a sei anni. Biscaro, che ieri era difeso dall'avvocato Elio Barei, se l'è quindi cavata con il minimo della pena. Ma la decisione di tenere segreto il nome dell'amica gli è costata comunque caro


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