Socchieve: «Restauriamo la chiesetta di San Biagio a Mediis»

di Giacomina Pellizzari.
«Salviamo la chiesa di Mediis». L’appello è partito dal piccolo paese carnico, centro amministrativo del comune di Socchieve, dove l’antica chiesa di San Biagio è chiusa al pubblico da oltre un anno. La domanda, una delle tante, inoltrata a Roma per accedere ai fondi destinati ai cantieri della cultura non ha trovato riscontri e la Curia ha ricevuto dalla Regione solo 40 dei 75 mila euro necessari per mettere a norma la struttura. Mancano 35 mila euro e il Comitato di cittadini del quale fa parte anche la professore Silvana Fachin Schiavi, già onorevole tra il 1987 e il 1992 e docente dell’università di Udine, ha lanciato un appello per racimolare la cifra. Il primo appuntamento è fissato per domenica 21 agosto, alle 20.30, nella pieve di Castoia. Qui si terrà il concerto di beneficienza per il restauro della chiesa di San Biagio a Mediis. Si esibiranno l’organista Gianluca Micheloni, la soprano Milena Ermacora, e il contralto Gabriella Pellos. Presenterà Fabio Turchini. Restaurare la chiesa di San Biagio, risalente al XVI-XVII secolo, significa salvaguardare la storia del paese perché al di là del valore religioso e artistico, quel luogo con il suo portico, meglio noto come guba, ha sempre svolto una funzione sociale. Tanti gli aneddoti che raccontano di anziani seduti sotto il portico e di bambini impegnati nei loro giochi. Ora non possono più farlo perché le travi di legno e i pilastri in tufo che sorreggono il pronao necessitano di interventi di manutenzione. Le condizioni attuali non rispondono ai requisiti di sicurezza previsti per un luogo di culto. Restaurare quel piccolo gioiellino restituirebbe alla comunità un luogo ricco di ricordi. Non a caso quella stessa comunità si sta mobilitando per sensibilizzare le istituzioni, le Fondazioni, le aziende pubbliche e private affinché contribuiscano al finanziamento dell’intervento. Nel quarantennale del terremoto sarebbe un gesto apprezzabile, in linea con la filosofia dei friulani che, nel 1976, lottarono per non snaturare l’anima dei luoghi distrutti dal sisma. Questa chiesetta non solo ha un’anima, ma fa parte del circuito storico-culturale delle pievi che da queste parti caratterizza il paesaggio. Al suo interno custodisce anche lacerti di affreschi proto-rinascimentali. «La chiesetta – fa notare la professoressa Schiavi nata e cresciuta a Mediis – è importante non solo per il suo aspetto architettonico, tipico di molte piccole chiese carniche e friulane, ma anche perché custodisce un altare ligneo del 1538 (Fluegelaltar) con pregevoli statue dell’artista altoatesino Michael Parth, che richiama numerose visitatori». Oltre alla Madonna con bambino, nella parte centrale dell’altare si possono ammirare i santi Biagio e Floriano, mentre i santi Antonio e Mauro in bassorilievo sono ben visibili all’interno degli sportelli e nel basamento. Non mancano il Cristo che esce dal sepolcro e i santi Rocco e Agnese. «Nel nostro paese, piccolo e ormai poco popolato – continua Schiavi -, la presenza della chiesa con le sue bellezze artistiche, il suono familiare delle sue campane e il ripristino delle funzioni liturgiche, costituisce un elemento di aggregazione e di identità per tutta la comunità».