Sutrio: la Stratex chiede il concordato «È necessario per ripartire»

di Domenico Pecile.

Stratex è una realtà che ha saputo ritagliarsi una posizione da leader nella produzione di strutture e architetture in legno lamellare. Con il nuovo millennio, l’azienda ha creato la divisione Living, specializzata in architetture in legno ecosostenibili ad uso civile e residenziale. L’azienda impiega una settantina di addetti, tra operai, ingegneri e architetti. Oltre alla sede di Sutrio, nel cuore della Carnia, nel 2011 è stata perfezionata l’acquisizione dello stabilimento di Palazzolo dello Stella dove i macchinari a ciclo continuo lavorano per l’assemblaggio di strutture prefabbricate ecosostenibili. L’azienda friulana ha creato negli anni una rete vendita che le consenta di essere presente su tutto il territorio nazionale. Non solo. È attiva anche in Europa, compresa la Russia, e negli Stati Uniti. Due sedi produttive completamente integrate e automatizzate, dotate di impianti fotovoltaici che soddisfano il fabbisogno aziendale, hanno permesso a Stratex di rispondere alle complessità architettoniche dei più avvenieristici edifici contemporanei. L’acquisizione di commesse è stata resa possibile da continui investimenti in tecnologia e innovazione, pianificati per consentire all’azienda di dotarsi di una struttura competitiva sui mercati internazionali. Paradossalmente proprio questa spinta alla crescita è stata all’origine delle difficoltà della Stratex, che ha risentito pesantemente dei tempi di pagamento dei clienti e dalla necessità di liquidità per garantire la produzione. Da qui la scelta del concordato, un passaggio difficile. Ma necessario per ripartire. E per superare lo stallo causato dal mix deleterio di tempi di incasso troppo dilatati ma anche l’esposizione verso commesse impegnative. È questo il cortocircuito della crisi, della stretta alla liquidità che mette in ginocchio imprese, che colpisce ancora. Stratex, una settantian di dipednenti, storica azienda della Carnia, con sedi a Sutrio e a Palazzolo dello Stella, leader nella realizzazione di strutture in legno lamellare e edilizia ecosostenibile, presenterà istanza di concordato in bianco al Tribunale di Udine. Un fulmine a ciel sereno per un’impresa da oltre mezzo secolo in attività sotto la bandiera dell’eccellenza made in Friuli Venezia Giulia, appena passata alla ribalta mondiale con prestigiose realizzazioni firmate a Expo e che è stata protagonista di una crescita di fatturato più che raddoppiato nell’ultimo anno. Nel 2014 è stata capace di raggiungere i 30 milioni di euro e vanta un portafoglio ordini equivalente per il 2015. Ma i tempi sempre più prolungati degli incassi dei crediti e la forte esposizione per alcune importanti commesse ottenute hanno costretto Stratex a rimettersi al tribunale. L’azienda della famiglia Plazzotta, che da piccola segheria nata negli anni Cinquanta si è trasformata in un interlocutore globale nel selettivo mercato delle costruzioni, fino ad aggiudicarsi le esclusive realizzazioni a Expo, dall’avveniristica copertura del padiglione cinese ai chilometri di strutture di servizio in legno, si è ritrovata incagliata nella palude di crediti da milioni e milioni di euro che hanno prosciugato la liquidità, paralizzando la struttura produttiva. Non è rimasto che chiedere il concordato. Una via che l’azienda auspica possa aprire alla ristrutturazione del debito e ridare benzina all’attività. «Un passaggio obbligato per la ripresa di una società che ha all’attivo un prodotto all’avanguardia e con prospettive di mercato – manda a dire l’azienda». La crescita repentina degli ultimi anni, ottenuta grazie alla continuità degli investimenti in innovazione e tecnologia, se è ritrovata a fare i conti con la crisi del settore e congiuntura economica sfavorevole. «Tutto ciò ha portato a uno stallo di liquidità che rende necessario questo passaggio nella speranza che la situazione possa migliorare», dice ancora l’azienda. Come detto, 70 i dipendenti per cui si aprirà la Cassa integrazione fino alla auspicata ripartenza.