Tarvisio: il treno della memoria al freddo e al buio

Alessandro Cesare dal MV di oggi

A meno venti gradi di temperatura esterna, a bordo in un treno senza riscaldamento, con servizi igienici rotti e senza corrente elettrica. Centinaia di ragazzi delle scuole superiori della Lombardia, insieme a lavoratori e pensionati, sono stati costretti a viaggiare in queste condizioni sul “Treno della memoria”, di ritorno dai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau.
Una nottata trascorsa al freddo, percorrendo Slovacchia e Austria, con l’intervento di Trenitalia che è giunto alla stazione ferroviaria di Tarvisio Boscoverde, ieri mattina, dove sono state sostituite due delle carrozze danneggiate. Un vero e proprio viaggio da incubo per molti dei ragazzi a bordo, che sono stati costretti a lasciare le loro cuccette per stiparsi nei vagoni rimasti caldi: «Eravamo in dodici in scompartimenti da sei – racconta uno degli studenti sul treno – e durante la notte c’erano ragazzi costretti a dormire per terra o sui tavolini del vagone ristorante. È stato un viaggio allucinante, grazie a Trenitalia». <br />
Arrivati alla stazione di Tarvisio, due delle carrozze del treno sono state sostituite e la polizia municipale, accorsa in stazione, era pronta a far intervenire Caritas e Croce Rossa per la distribuzione di coperte e bevande calde. Però non ce n’è stato bisogno, visto che Trenitalia ha preferito far proseguire il convoglio fino alla stazione di Udine, dove sono stati distribuiti sacchetti con cracker e succhi di frutta.
A raccontare quanto accaduto, Gino Ravenoldi della Cigl di Mantova. Ad organizzare il “Treno della Memoria” infatti, sono state Cgil e Cisl della Lombardia. «Abbiamo affittato un treno da Trenitalia con 11 carrozze e già alla partenza c’è stato un problema con un vagone, subito sostituito. C’era bisogno però di fare degli interventi di manutenzione su tutto il treno. Quando siamo ripartiti dalla Polonia, martedì sera – aggiunge Ravenoldi – ci siamo accorti che non era stato fatto nulla e dopo poco altre due carrozze si sono guastate. Come se non bastasse, arrivati in Slovacchia, ci siamo dovuti fermare perché il locomotore non era adatto per trainarci».
Alla fine le carrozze non funzionanti sono state cinque, con i ragazzi costretti ad ammassarsi negli scompartimenti rimasti caldi. Come hanno messo in luce alcuni insegnati, il comportamento degli studenti sul treno è stato esemplare, e proprio i più giovani si sono organizzati per prestare aiuto alle persone più in difficoltà. «È stata una bella avventura – commenta uno dei ragazzi – che ha dimostrato come i giovani sappiano affrontare anche le situazioni più difficili. Altro che bamboccioni».