Tarvisio: la comunità di San Antonio vs la modifica al piano regolatore proposta dal Comune

lettera al MV di oggi

Continua la battaglia della comunità di San Antonio (Oltreacqua) in Comune di Tarvisio contro l'Amministrazione comunale che intende attuare una speculazione edilizia sulle sue proprietà in San Antonio in uno dei contesti di maggior pregio paesaggistico del territorio trasformandole da verde pubblico in area edificabile. Non si tratta della "tradizionale speculazione edilizia" cioè dell'acquisto da parte di società immobiliari di terreni agricoli e la successiva concessione da parte di Amministrazioni magari compiacenti della edificabilità, bensì di una speculazione fatta proprio dal Comune che forte della sua posizione modifica il piano regolatore e trasforma le sue proprietà in aree edificabili per poi venderle a privati/società immobiliari per realizzare nuove abitazioni. Già questo è scandaloso, ma lo è ancor di più se si analizza il contesto in cui si vuole fare questa speculazione. San Antonio, che da molti è definito una "cartolina" per la straordinaria bellezza del paesaggio e per i suoi panorami mozzafiato, è certamente una delle più belle aree di Tarvisio, a differenza della stragrande maggioranza degli insediamenti della montagna italiana, ha conservato integro il suo carattere rurale grazie al fatto che la comunità che vi abita è dedita prevalentemente alle attività agro-silvo-pastorali. Delle 16 famiglie che abitano a San Antonio ben sei hanno un reddito agricolo. La politica delle seconde case, che a Tarvisio ammontano a oltre il 42%, ha radicalmente trasformato il capoluogo e le principali frazioni del comune, lasciando integri solo pochissimi insediamenti, i meno accessibili, i meno appetibili, almeno sino a oggi. La maggior parte delle lottizzazioni recenti è rimasta invenduta, esiste un enorme patrimonio edilizio da recuperare, eppure l'Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Carlantoni, invece di salvaguardare questi luoghi preziosi e ormai sempre più rari, decide di fare una speculazione edilizia, di operare un vero e proprio scempio in uno dei contesti di maggior pregio paesaggistico dell'intero territorio comunale. E' davvero questo il compito di una Amministrazione pubblica? Ancor più grave è che questo scempio costituirà un precedente aprendo le porte ai ben noti appetiti della società immobiliare intestataria delle proprietà private adiacenti a quelle comunali, che da anni scalpita per vedersi riconosciuta l'edificabilità e che a detta dello stesso assessore all'urbanistica Cimenti ha già più volte perorato la causa per chiedere l'adozione di una variante e poter costruire villette! Il Comune si giustifica con la necessità di far fronte alle esigenze di cassa, aumentate anche a seguito della decisione di assumere a tempo indeterminato un nuovo dirigente per lo svolgimento di compiti che in tutti gli altri comuni montani sono svolti da funzionari che costano meno di un terzo rispetto a un dirigente (cosa venderanno l'anno prossimo?). La petizione contro l'edificabilità firmata dal 100% dei residenti di San Antonio è stata ignorata, il Comune intende imporre la sua volontà, un comportamento del tutto contrastante con le prescrizioni della Convenzione europea del paesaggio che riconosce il ruolo attivo dei cittadini nelle decisioni che riguardano il proprio paesaggio e che raccomanda di tener conto delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le caratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita. Su sollecitazione degli abitanti di San Antonio alcuni consiglieri comunali e il gruppo tutela paesaggio di Tarvisio hanno chiesto un incontro pubblico al Sindaco e all'Amministrazione per discutere della variante prima che la stessa venga portata in approvazione. Sarà l'occasione per far valere le ragioni della Comunità di San Antonio.<br />