Tarvisio: patto triennale con Carinzia e Slovenia per portare il Giro d’Italia nel Tarvisiano


di Antonio Simeoli

Non solo Zoncolan, Crostis o inedite salite scovate in ogni angolo della Carnia. Il Giro d’Italia dal 2013 tornerà in Friuli e, per almeno tre anni, percorrerà anche le strade della Valcanale, della Carinzia e della Slovenia. Un evento senza precedenti, praticamente la sfortunata esperienza della storica candidatura olimpica dei tre confini di metà anni Ottanta trasferita sulle due ruote e proittata verso il più grande evento sportivo d’Italia. Il progetto è già sulla carta. Ieri l’assessore regionale, Elio De Anna e il manager delle tappe friulane, Enzo Cainero hanno incontrato a Trieste per l’ennesima volta il governatore della Carinzia Gerard Doerfler. E in questi mesi è toccato al sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni invece tessere la tela con l’omologo di Graniska Gora sul fronte sloveno e con lo stesso Doerfler. Tarvisio, Carinzia e Slovenia si sono accordati facilmente. Le tre Nazioni dal giugno 2010, con tanto di pedalata inaugurale con l’allora fresco vincitore del Giro d’Italia, Ivan Basso, hanno in comune una conquantina di km di piste ciclabili e sul mezzo ecologico a due ruote stanno investendo diversi quattrini. Inevitabile puntare al colpo grosso del Giro. «Presenteremo – ha detto l’assessore regionale allo sport Elio De Anna – un piano di tre anni agli organizzatori della corsa rosa. Vogliamo portare il grande evento nel Tarvisiano e continuare a collaborare con la Carinzia e la Slovenia non solo nello sport, ma anche nella cultura». De Anna però chiarisce. «Il progetto “Tre Confini” non è alternativo alla Carnia e allo Zoncolan». Insomma, in alto Friuli Cainero & C puntano a ospitare il Giro per almeno due giornate consecutive. Anzi tre. Perchè il sidnaco di tarvisiio Renato Carlantoni, uno degli ideatori e dei sostenitori del piano, ha già le idee chiare. «L’obiettivo è ospitare dal 2013 la partenza di una tappa che poi attraverso Sella Nevea, la Slovenia, il Passo Vrsic, di nuovo Tarvisio possa raggiungere, ad esempio, le alture sopra Bad KleinKirchheim per un impegnativo arrivo in salita» spiega. Poi la carovana potrebbe fermarsi a Tarvisio per il giorno di riposo, con immediati benefici per l’economia locale, e ripartire per un tappone verso lo Zoncolan, magari attraverso Pontebba e Cason di Lanza. «Finire in mondovisione grazie al Giro d’Italia – chiude il sindaco – sarebbe un grande colpo per la Valcanale e guarire le ferite lasciate dalla perdita della Coppa del Mondo». E i percorsi? Enzo Cainero è abbottonato. Ma si dice che ne abbia già disegnati una decina per le tappe dei tre confini. In autunno il progetto sarà presentato a Mauro Vegni, nuovo direttore del Giro d’Italia. Uno che sa che il grande ciclismo in Friuli è di casa.