Timau: il Freikofel dopo 98 anni restituisce i resti dei caduti

di Gino Grillo

Il Freikofel, conosciuto in zona col nome di Cuelat, restituisce altri resti di caduti della Grande Guerra del 1915 -1918. «Nei giorni scorsi, durante i lavori di riatto dei camminamenti e delle trincee di prima linea sul versante nord, presso la vetta – annuncia il direttore del Museo all’aperto di Timau, Luca Piacquadio, – i volontari dell’Ana di Brescia e di Fiume Veneto hanno portato alla luce, in giornate diverse, i resti di alcuni militari caduti durante la guerra». L’identificazione delle vittime risulta piuttosto difficile visto il tempo passato e, con tutta probabilità, i caduti i corpi di quegli sventurati furono martirizzati dalle artiglierie sin dai primi giorni di battaglia. Sul posto, chiamati dagli alpini, sono intervenuti i carabinieri della stazione di Paluzza il cui comandante, maresciallo Claudio Dosso, dopo gli opportuni accertamenti, ha provveduto a informare gli organi competenti e l’Onor Caduti. Il sito dei ritrovamenti fu denominato dai combattenti il “Cimitero degli ungheresi” perché in quel luogo, dal 6 al 10 giugno 1915, la lotta fu sanguinosissima, anche corpo a corpo, con perdite pesantissime specialmente tra gli austro ungarici i quali, nell’ultimo disperato tentativo di riconquistare la cima, vi sacrificarono centinaia di giovani in prevalenza di nazionalità ungherese appartenenti all’Unità d’elite Honved, le truppe scelte del re d’Ungheria. A tutt’oggi, a partire dal 1938 quando si sono inziati a raccogliere i poveri resti, i caduti recuperati su quella montagna sono stati una quarantina. L’ultimo è stato scoperto l’anno scorso dai volontari dell’ Ana di Cordenons i quali, unitamente a tanti altri colleghi guidati dall’Associazione Amici delle Alpi Carniche di Timau, da anni si stanno prodigando sia sul Freikofel che sull’adiacente Pal Grande, al recupero dei manufatti bellici per la realizzazione di un museo all’aperto. «Merita ricordare – prosegue Piacquadio – che sul Freikofel e sul resto dei fronti di Timau (Cello, Pal Piccolo, Pal Grande) da parte italiana, risultano dispersi circa duecento soldati, il che è da attribuire ai bombardamenti delle opposte artiglierie, le quali impietosamente facevano strage dei vivi e dei morti, seppellendoli sotto il terriccio sollevato dagli scoppi dei proiettili».