Tolmezzo: 2 giornate di protesta dentro al tribunale, si muove anche la Di Centa

di Tanja Ariis

Oggi e domani sit-in in tribunale fino a notte fonda: si svolgerà un’assemblea permanente aperta a tutti coloro che vorranno essere informati sulle ragioni che impongono la sua conservazione in loco. Da oggi nelle stanze dell’Ordine degli avvocati e nell’aula udienza al 2° piano si terranno attività di informazione e formazione sulle funzioni degli uffici giudiziari e le ragioni per cui gli stessi devono essere mantenuti sul territorio. Si partirà oggi alle 8 con la lettura del Manifesto dei Diritti da Difendere nella crisi dell’economia. Alle 11 spazio agli incontri con le scuole (già gli Isis Solari e Paschini hanno aderito). Alle 12 seguirà la conferenza stampa dei presidenti dell’Ordine e del Tribunale, del procuratore della Repubblica e del sindaco di Tolmezzo e alle 15 tavola rotonda con i giovani sulla giustizia. Alle 18 professionisti e i sindaci dell’Alto Friuli incontreranno cittadini e associazioni. Alle 20 spazio alle conclusioni dei gruppi di studio su temi connessi alla presenza del tribunale sul territorio. Alle 3 lettura degli articoli della Costituzione. Intanto la parlamentare Manuela Di Centa ha presentato al Ministro della Giustizia un’interpellanza urgente sul tribunale di Tolmezzo per conoscere le reali intenzioni del governo a riguardo e per evidenziare le ragioni che ne rendono assurda la soppressione, ipotesi tutt’altro che peregrina. Di Centa ricorda le positive valutazioni sull’efficienza del tribunale espresse dell’Ispettorato generale del Ministero e quantifica un aumento di spesa per lo Stato solo per trasferte e costo/tempo del personale impiegato durante le trasferte di 410 mila euro l’anno, se si decidesse di accorpare gli uffici a Udine. Ci sono poi circa 2 milioni annui persi da cittadini e attività commerciali tra maggiori spese e minori entrate. Senza contare la spesa per una nuova sede del tribunale a Udine per contenere anche il personale di Tolmezzo. Di Centa ricorda la vasta linea confinaria e la necessità di un presidio locale anche in termini di prevenzione, nonché per la presenza del carcere di massima sicurezza: «va mantenuta – dice – una costante attenzione atta a scongiurare infiltrazioni della criminalità organizzata legata ai gruppi di appartenenza dei detenuti».

 

articolo dal sito del Messaggero Veneto