Tolmezzo: annuncio Serracchiani all’assemblea soci “4 membri su 9 del CDA Coopca rimetteranno il mandato”

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Abbiamo chiesto un assunzione di responsabilità ai membri del cda di Coopca e possiamo dirvi con certezza che 4 membri su 9 rimetteranno il loro mandato. Metteremo dentro il cda Coopca una task force a garanzia, composta da persone competenti e capaci e in questo modo dovremo far recuperare credibilità alla Coopca. Un percorso complicato, non facile perché la regione deve cercare di cercare di accompagnare la situazione per arrivare ad una soluzione positiva coinvolgendo la cooperazione a livello nazionale. Lo ha detto la Presidente della Regione Debora Serracchiani all’Auditorium Candoni di Tolmezzo dove si è tenuta una affollata assemblea dei Soci prestatori della Coopca che hanno visti congelati i loro risparmi dopo che l’azienda ha fatto domanda di concordato preventivo al Tribunale di Udine.

Ma è toccato al vice-presidente Bolzonello in qualità di Assessore alle attività produttive illustrare all’assemblea quale fosse la situazione attuale dell’Azienda e le azioni che la Regione sta mettendo in campo: “Ora la Coopca ha presentato il concordato e tutto è stato congelato per presevare il patrimonio e per salvare l’integrità dell’azienda. Bisogna costruire un percorso comune e agire su più fronti e la notizia positiva è che il calo di fatturato in questi primi giorni post-crisi è solo del 6 per cento, quindi non è marcato. La rabbia dei soci è legittima, ma se riusciamo a far mantenere il fatturato, portare alcuni partner senza vendere i singoli negozi allora possiamo ipotizzare un percorso in cui i soci prestatori vengano trattati diversamente dagli altri creditori.

“Sicuramente c’è grande preoccupazione e io capisco la posizione di queste persone che vedono a rischio i risparmi spesso di una vita” ha sottolineato poi la Presidente Debora Serracchiani, “abbiamo cercato di spiegare il funzionamento della procedura di concordato anche perché la Regione in questo momento è uno degli attori della procedura e metteremo a disposizione delle competenze che ci permettano in questi 60 giorni di avere un quadro delle azioni possibili per tenere aperti i negozi, salvaguardare l’occupazione e anche il prestito sociale”.

7 Risposte a “Tolmezzo: annuncio Serracchiani all’assemblea soci “4 membri su 9 del CDA Coopca rimetteranno il mandato””

  1. Aggiornamento del 29/11/2014

    di Tanja Ariis.
    Parte del consiglio di amministrazione di CoopCa deve andare a casa. C’è la necessità di far recuperare credibilità alla cooperativa carnica che ha presentato richiesta di concordato in bianco a fronte della difficile situazione in cui versa. Un atto che ha comportato da subito il blocco del prestito sociale con i 26,5 milioni dei quasi 3 mila soci risparmiatori che sono stati congelati. Parallelamente è importante che la gente supporti la società andando a fare spesa nei suoi negozi. Lo hanno spiegato ieri la presidente della Regione, Debora Serracchiani, e il suo vice, Sergio Bolzonello, al teatro Candoni di Tolmezzo affollato oltre ogni ordine di posti da soci e lavoratori. Gente arrabbiata per la situazione che si è venuta a creare che mette a rischio occupazione e un’istituzione che è parte importante del tessuto economico carnico. «È vero che chi ci ha portato fin qui – ha detto la governatrice – non ci può portare fuori di qui. Abbiamo chiesto, pertanto, un’assunzione di responsabilità al consiglio di amministrazione». Per questo l’altra sera, ha rivelato Serracchiani, al consiglio di amministrazione è stato chiesto che 4 suoi componenti su 9 facciano un passo indietro. Ne restano 5, che verranno affiancati da una task force dalla Regione. «Non salveremo tutto e non salveremo tutti – ha ammesso Serracchiani – ma la situazione è stata presa in mano. Mi auguro riusciate a recuperare qualcosa». Il pubblico ha reagito preoccupato, ma Serracchiani ha spiegato che si augura che sia recuperato il più possibile, ma che è giusto dire le cose come stanno. Bolzonello ha chiesto di stare vicino a CoopCa in questa situazione difficile, mentre si lavora per risanarla. «Non abbandonate – ha detto – i negozi coopCa se volete portare a casa i vostri soldi. Dovete avere la lucidità di rimanere vicino a questa cooperativa anche dal punto di vista degli acquisti». Non sono mancati i sospiri tra il pubblico e alcuni hanno fatto capire che non sanno ora dove prendere i soldi, numerosi anche i mormorii o gli interventi di critica verso l’ex presidente CoopCa, Giacomo Cortiula. Ad aprire l’incontro è stata Sandra Zanier di Tolmezzo, ovvero colei che ha chiesto il 18 novembre al sindaco, Francesco Brollo (presente ieri come tanti altri amministratori locali e regionali) l’assemblea di ieri e che ha dato voce con decisione allo stato d’animo dei soci. Non sono mancate testimonianze molto arrabbiate per il grave danno ricevuto, critiche all’attuale e precedenti consiglio di amministrazione e frequente è stata la richiesta che chi ha portato CoopCa a questa situazione paghi e che sia fatta giustizia. Il presidente di CoopCa, Ermano Collinassi, ha parlato all’assemblea e per aver mostrato la faccia è stato applaudito, ma poi anche contestato con l’invito ad andare a casa, dopo i rilievi arrivati dalla platea sul problema di alcuni lavoratori che hanno lamentato di non aver ricevuto lo stipendio di ottobre. Collinassi si è detto disponibile a fare un passo indietro. Un’assemblea che si è protratta fino a tarda sera a testimonianza del coinvolgimento delle comunità locali. Ieri pomeriggio, peraltro, lo stesso Bolzonello ha incontrato a Trieste i comitati dei soci prestatori sia della CoopCa sia delle Cooperative Operaie, l’altra azienda che è finita nel vortice della crisi. I rappresentanti dei Comitati hanno sottolineato soprattutto la necessità di riacquistare fiducia nelle istituzioni, riconoscendo all’attuale amministrazione regione di aver impresso sulla crisi delle Cooperative Operaie e della CoopCa un segno di discontinuità. «Stiamo monitorando e tenendo alta l’attenzione su queste due vicende – ha assicurato Bolzonello – e confermiamo, come Regione, la disponibilità a seguirle fino in fondo». Il vicepresidente ha ricordato che è stata già modificata la legge regionale per rendere più semplice e rapida la procedura di revisione straordinaria delle cooperative, e di aver posto con forza il tema di un cambiamento delle norme nazionali sulla vigilanza. Sulla questione delle Cooperative Operaie, ha voluto trasmettere un segnale di “serenità”: «La procedura di concordato – ha osservato – ha gambe solide e ci sono gli interlocutori per chiudere la partita».

  2. Aggiornamento del 30/11/2014

    Quei bilanci salvati dai “giochi” immobiliari

    di Stefano Polzot

    Le difficoltà che hanno portato Coop Carnica a chiedere il concordato preventivo non appartengono al presente e tantomeno al passato recente. Sono almeno 2 anni che il bilancio chiude in rosso, perdite pesanti che sono state in parte ridotte grazie a una – seppur legittima – operazione di “finanza creativa immobiliare” senza la quale la precarietà dei conti sarebbe stata ancora più pesante. E’ per questo motivo che la Regione, prima di muoversi, attende la revisione straordinaria dei conti perché dal bilancio chiuso al 31 dicembre 2013 alla situazione attuale è necessario verificare l’impatto delle operazioni messe in campo negli ultimi due esercizi ed eventualmente “rettificare” le risultanze. Dalle carte ufficiali – bilanci, relazione del collegio dei sindaci e della società di revisione – emergeva con chiarezza già prima del crollo di Coop Operaie, che con effetto domino si è tradotto in una crisi di liquidità per le Carniche a seguito dei prelievi dal prestito sociale, che senza un’impennata delle vendite il quadro si sarebbe fatto pesante. Impennata difficilmente prospettabile visto che dal 2008 a oggi l’andamento delle vendite è stato piatto e tutti gli indicatori economici, come riportato anche nella relazione del consiglio di amministrazione all’ultima assemblea, attestano che non si vede ancora la luce fuori dal tunnel. «Qualora la situazione di crisi dovesse proseguire – scrivono i revisori di Crowe Horwath nella relazione allegata al bilancio 2013 – l’attività e le prospettive della società potrebbero essere negativamente condizionate, con un conseguente impatto sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria». Il collegio sindacale – Giancarlo Veritti il presidente e Daniele Delli Zotti e Fosca Petris i sindaci – non si sottrae. Commentando le azioni di contenimento dei costi che il consiglio di amministrazione promette di attuare, il collegio «auspica che tali previsioni si attuino perché solo con l’attuazione di tale budget si potrà garantire l’equilibrio economico-finanziario e la salvaguardia del patrimonio di CoopCa». Come dire, già ad aprile si attestava che la situazione era difficile: la corsa a ritirare i soldi dai libretti del prestito sociale è stata solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Le perdite Che la gestione non andasse bene era noto da tempo. Nel 2012 CoopCa chiude il bilancio con un rosso di 1,73 milioni; l’anno successivo la perdita sale a 2,13 milioni, in totale quindi quasi 4 milioni di euro su un capitale con riserve di 9 milioni di euro. Le vendite flettono (da 147,6 a 144,9 milioni) e anche la manovra sui costi non dà ossigeno alla società: il costo della produzione nel 2013 ha toccato quota 150,6 milioni e l’azienda, in più, deve fare i conti con pesanti interessi passivi legati ai debiti con le banche, che incidono per più di un milione di euro. L’operazione immobiliare La situazione sarebbe stata ancora più pesante se nel 2012 e nel 2013 CoopCa non avesse iscritto a bilancio rispettivamente 4,8 e 3,9 milioni di euro come plusvalenze da alienazioni di immobilizzazione materiali. Nel 2012 CoopCa inizia a vendere i propri immobili strumentali – magazzini e negozi – ma si tratta di una vendita sui generis perché ad acquisire quei beni è Immobilcoopca, società costituita il 25 settembre 2012 per gestire immobili che, dal 1° luglio scorso, ottiene l’incarico anche di effettuare la manutenzione degli stessi. Ma di chi è Immobilcoopca? Appartiene in toto a CoopCa che smobilizza parte del patrimonio, ne ottiene una robusta plusvalenza grazie a una perizia di stima e in questo modo riduce le perdite di bilancio e, al tempo stesso, trasferisce poste consistenti dall’attivo immobilizzato ai crediti mantenendo gli equilibri patrimoniali. Senza quelle plusvalenze le perdite nel biennio sarebbero state di 12,5 milioni. Crediti e debiti In bilancio di CoopCa al 31 dicembre appaiono crediti per 16 milioni di euro, in gran parte infruttiferi di interessi per 3 anni in base all’accordo tra CoopCa e Immobilcoopca, ovvero la stessa persona, quale rappresentante legale, visto che presidente della prima dal maggio scorso è Ermano Collinassi e responsabile della seconda nel 2013 lo stesso Collinassi. Detto questo il bilancio 2013 evidenzia debiti per 83 milioni di euro (inclusi i 30 milioni di prestito sociale), mentre l’attivo conta immobilizzazioni per 61,8 milioni (inclusi i 15,8 milioni di crediti verso Immobilcoopca) e un attivo circolante – molto più facilmente trasformabile in liquidità – pari a 39,95 milioni. Le partecipazioni Non è solo quella nei confronti di Immobilcoopca la partecipazione sotto osservazione e a segnalarlo sono gli stessi revisori di Crowe Horwath. La lente d’ingrandimento finisce sulla San Liberale srl che detiene le autorizzazioni sui punti vendita di Aviano, Sacile e Brugnera e su Supermercato Conca d’oro di Trieste. Fatturano in un anno 7 milioni di euro complessivamente e il valore delle relative partecipazioni «risultano iscritte a bilancio – scrivono i revisori – a un valore superiore rispetto al patrimonio netto di 3,4 milioni. Gli amministratori non ritengono necessario procedere a una svalutazione delle partecipazioni, anche in presenza di una contrazione dei ricavi dei punti vendita delle partecipate rispetto al momento dell’acquisto, ritenendo che permanga il valore di avviamento insito nelle società stesse». Come dire, i supermercati non brillano, eppure il loro valore, ai fini del bilancio di CoopCa, non viene toccato. Eppure in quei mercati, dove operano le due società controllate, spuntano nuovi supermercati e la concorrenza si fa più aggressiva. L’alleanza con Operaie Fa riflettere il fatto che Carnica e Operaie si erano alleate costituendo il Consorzio cooperativo operaio (fatturato nel 2013 di 45 milioni di euro) con il compito di ridurre i costi di acquisizione di buona parte delle merci. A gennaio, però, l’esperienza finisce. Le due cooperative litigano e così va tutto gambe all’aria, tant’è che a bilancio 2013 viene indicata solo la perdita (7 mila euro) e il valore patrimoniale (50 mila euro) del Consorzio riferita al 2012 perché ad aprile 2014 il bilancio 2013 non era stato ancora redatto. Le incognite La possibilità che il concordato preventivo si concluda con un rilancio della società o l’acquisizione da parte di un altro soggetto, senza operazioni “spezzatino” e il sacrificio di tanti posti di lavoro, dipende proprio dall’analisi in corso sull’effettivo valore della partecipazione e del credito in Immobilcoopca, sul valore delle altre partecipate, sull’esposizione bancaria (i mutui ammontano a 13,6 milioni di euro). Valutazioni che interessano direttamente dipendenti e quei 2 mila 920 soci che fidandosi di CoopCa si vedono bloccati, nei libretti di prestito sociale, 26,5 milioni di euro.

  3. Aggiornamento del 30/11/2014

    Senza paga i lavoratori che se la facevano accreditare sul libretto
    Ci sono alcuni lavoratori Coop Carnica che non hanno ancora potuto incassare lo stipendio del mese di ottobre. Lo hanno lamentato l’altra sera all’auditorium Candoni, mentre era in corso l’assemblea di soci e dipendenti sulla crisi della cooperativa. Non si sa quanti siano ad oggi i dipendenti che finora si facevano accreditare lo stipendio sul loro libretto CoopCa e che non sono riusciti a fornire in tempo utile coordinate bancarie alternative su cui farsi accreditare lo stipendio. Il segretario Filcams Cgil Udine, Francesco Buonopane, a riguardo spiega di aver appreso da CoopCa di una decina di lavoratori, ma di non sapere se negli ultimi giorni parte di essi abbia risolto la questione, fornendo un conto corrente alternativo. La CoopCa,riferisce Buonopane, aveva avvisato i lavoratori giovedì 13 novembre, quindi quattro giorni prima della richiesta di concordato preventivo, della necessità di ricevere da parte dei dipendenti che prima si facevano accreditare lo stipendio sul libretto CoopCa le coordinate di un conto corrente diverso. Solo che diversi non lo avevano e non erano riusciti ad aprirsene uno subito. Il segretario della Fisascat Cisl Diego Santellani assicura che Coopca aveva avvisato quei lavoratori di aprirsi un conto in banca o in posta per versargli lo stipendio e sottolinea come la situazione sia ancora risolvibile, fornendo a CoopCa le coordinate anche ora. La Cisl Alto Friuli con una nota esprime solidarietà e assicura impegno per i lavoratori. Il presidente di CoopCa, Ermano Collinassi, sul caso dei lavoratori senza stipendio, assicura di averlo appreso al Candoni: «Non ero a conoscenza – dice – che si è verificato questo inconveniente. Lunedì cercherò di risolvere immediatamente il problema. Mi impegno da subito. Io ero certo che gli stipendi fossero stati tutti pagati. Purtroppo nessuno mi aveva informato di questo problema al quale ora cercheremo di trovare una soluzione».

  4. Aggiornamento del 02/12/2014

    Tanja Ariis

    In alcune case la lettera su carta intestata di CoopCa è arrivata ad agosto, in altre qualche settimana fa. Il contenuto era allettante: annunciava la concessione di un incentivo dell’1 per cento rispetto al tasso base se avessero versato ancora soldi sui libretti di prestito sociale dove già c’erano almeno 5 mila euro. Una lettera beffa se si pensa che chi ha aderito all’invito oggi ha i fondi bloccati. Ancora più inquietante tenuto conto che, stando ai documenti emersi in questi giorni, a presidente, consiglio di amministrazione e collegio sindacale era chiarissima la situazione di crisi drammatica in cui versava la società. Eppure, nonostante ciò, si indicava nel prestito sociale un investimento sicuro, un luogo privilegiato dove versare i propri risparmi a fronte di tassi di interesse dei Bot in netta calo. «C’era una volta – si legge nella lettera che oggi decine di risparmiatori con i fondi bloccati sventolano per sottolineare di essere stati beffati – il Bot delle meraviglie, quello che offriva rendimenti a due cifre, terreno di caccia preferito dal piccolo risparmiatore. Oggi si rischia addirittura di pagare lo Stato per prestargli denaro. Un vero paradosso, figlio dei tassi da prefisso telefonico, ma anche del trattamento fiscale certamente non benevolo nei confronti del risparmiatore(specie dal primo luglio 2014). È per questo motivo che il Consiglio di amministrazione, conscio che i più penalizzati da questa manovra risultano essere, ancora una volta, i piccoli e medi risparmiatori che spesso trovano nel prestito sociale il solo modo di vedere remunerati i propri investimenti, ha deliberato di applicare un incentivo sull’incremento delle giacenze dei libretti di prestito sociale con saldo superiore o uguale a 5 mila euro per il periodo che va dal 16 luglio al 31 dicembre 2014». Il meccanismo messo in campo dal consiglio di amministrazione di CoopCa per aumentare il prestito sociale e quindi migliorare la liquidità è quello di applicare, sui nuovi versamenti rispetto alla soglia di 5 mila euro, un incentivo straordinario sul rendimento dell’1 per cento rispetto al tasso normalmente applicato. In questo modo i tassi d’interesse diventavano decisamente sopra mercato, ma certamente più bassi rispetto a quelli applicati sull’esposizione bancaria di CoopCa. «Con questa iniziativa – conclude la lettera – CoopCa dimostra il proprio coerente atteggiamento nella tutela degli associati e dei soci prestatori in particolare garantendo convenienza e sicurezza, ma anche la certezza della remunerazione dei propri risparmi». Parole che oggi appaiono, per l’appunto, beffarde.

  5. aggiornamento del 02/12/2014

    «Cortiula dimostri che i suoi risparmi sono ancora in coop»

    L’ex sindacalista Nicolino Dario (fu segretario della Fistel Cisl, seguendo i settori cartario, edile e legno), oggi in pensione, non molla la presa e si rivolge, dopo aver letto le dichiarazioni rilasciate al Messaggero Veneto, all’ex presidente di CoopCa, Giacomo Cortiula che ha negato di aver ritirato direttamente o indirettamente i propri risparmi dalla società prima della richiesta del concordato preventivo. «Mi faccia vedere i suoi conti – afferma Dario – io sono pronto a trovarmi dove vuole lui con il libretto CoopCa di mia moglie e quello di mio figlio. Lui si presenti con il suo libretto, quello di sua moglie e dei suoi figli. Mi dica solo dove e quando». Dario ribadisce quanto aveva affermato dalle pagine del nostro giornale nei giorni scorsi, quando aveva chiesto una prova di fedeltà al consiglio di amministrazione di CoopCa, al suo ex presidente e ai dirigenti, ritenendola doverosa in un momento di smarrimento come questo per soci e lavoratori, perché «loro – aveva detto Dario dei big di Coopca – hanno chiesto, ricordiamolo bene, un atto di responsabilità ai soci. Dimostrino loro per primi – aveva rilanciato – e mi riferisco al cda, compreso l’ex presidente, e al gruppo dirigente, se vogliono davvero tanto bene a CoopCa, che hanno ancora i loro soldi in Coopca». Perché anche l’ex presidente Cortiula? «Perché è stato in CoopCa 23 anni e anche perché è difficile credere – afferma Dario – che i problemi della cooperativa siano comparsi improvvisamente solo negli ultimi mesi». Quindi la prova di fedeltà va chiesta anche a lui e famiglia. Ma l’invito a confrontarsi dal vivo sui rispettivi libretti CoopCa che Dario rivolge a Cortiula rimane valida, rimarca, anche per il cda di Coopca e i dirigenti. Ieri intanto è continuata nella sede della Comunità montana a Tolmezzo in via Carnia libera 1944 la raccolta delle adesioni al Comitato soci CoopCa (per info consultare il profilo facebook “Gruppo aiuto soci CoopCa” o contattare [email protected]) e lo stesso avverrà giovedì dalle 15.30 alle 17.30. Sempre a Tolmezzo, nel palazzo sede della Comunità montana, sarà possibile dare la propria adesione il lunedì, mercoledì, venerdì dalle 10.30 alle 12.30 anche al negozio “Graphica”. A Trieste il punto di raccolta delle adesioni sarà al bar Cristallo di via Ghirlandaio 12 il martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 17 e a Spilimbergo al Bar Dolomiti in corso Roma dal lunedì al sabato dalle 15 alle 16. Ieri sera intanto si è svolta ad Amaro un’assemblea sindacale unitaria con i lavoratori di CoopCa, molto preoccupati, anche perché tra di loro c’è anche chi è sia socio risparmiatore che dipendente.

  6. Aggiornamento del 03/12/2014

    di Tanja Ariis .

    I sindacati sulla crisi di CoopCa segnalano problemi con stipendi, ma anche con le tredicesime per i lavoratori. «Non viene garantito – spiegano le organizzazioni Cgil e Filcams, Cisl e Fisascat e Uil e Uiltucs dopo le assemble con i lavoratori che si sono tenute l’altra sera ad Amaro e ieri a Udine – il pagamento dell’intera tredicesima mensilità e dell’intera retribuzione di novembre ma solo i ratei decorrenti dalla data della presentazione dell’istanza concordataria, ossia dal 17 novembre. Considerando che molti lavoratori – osservano – non sono riusciti neppure a ricevere la mensilità di ottobre, questo comporterebbe un ulteriore dramma per centinaia di lavoratrici e di lavoratori. Chiediamo con fermezza alla Cooperativa di adoperarsi per risolvere almeno questa vicenda». Il confronto con i dipendenti è stato denso di tensione e preoccupazione. Il sindacalista Fisascat, Paolo Duriavig, spiega tra l’altro che i lavoratori che si facevano accreditare lo stipendio sul libretto CoopCa e avevano in principio problemi per il blocco dei conti dal 17 novembre erano 27, ora scesi a 11 e per cui si cerca ancora la soluzione. Ora la sfida, afferma, è salvare i posti di lavoro e serve un serio piano di rilancio di CoopcCa. Tutte le sigle sindacali spiegano di aver «accolto positivamente l’impegno assunto dalla Regione nel proporre la creazione di una task force di persone capaci e competenti per affrontare la situazione e predisporre un serio e credibile piano industriale di rilancio chiedendo la costituzione di un tavolo di crisi permanente. Le dimissioni di quattro componenti del cda – affermano – sono un primo passo, anche se non esaustivo, verso una discontinuità con la passata gestione della cooperativa». Si spera ora in soluzioni che evitino di fare di CoopCa uno “spezzatino”, perché ne deriverebbe la fine di CoopCa e l’impoverimento di un territorio già fragile. Serve, aggiungono, fare tutti sistema per assicurare la continuità dell’attività produttiva e occupazionale di CoopCa, nonché per garantire il rimborso dei prestiti. E infine c’è l’invito ai consumatori a continuare a fare la spesa in CoopCa, non solo «per dimostrare la solidarietà e la vicinanza alle lavoratrici ed ai lavoratori, unici a pagare, sempre, le scelte miopi e sbagliate della dirigenza e del consiglio di amministrazione, ma anche per garantire incassi utili e preziosi soprattutto in un momento grave e delicato come questo».

  7. Aggiornamento del 03/12/2014

    Cosint difende l’acquisto dell’ex sede di Tolmezzo

    Il Consorzio per lo sviluppo industriale di Tolmezzo non ha versato fondi nelle casse di CoopCa ma è intervenuto legittimamente in una procedura fallimentare. L’organismo replica in questo modo alle accuse contenute nella lettera diffusa da alcuni dipendenti di CoopCa che avevano accusato il Cosint di aver versato nelle casse della cooperativa 3 milioni di euro per l’acquisto della vecchia sede tolmezzina della coop. «Cosint nel marzo 2012 – si legge in una nota – ha acquistato per una cifra di 2 milioni 252 mila euro il fabbricato di Tolmezzo dalla procedura fallimentare della ex ditta Idea edile di Venzone che in precedenza aveva costruito per CoopCa la nuova sede di Amaro. Quindi nessun versamento nelle casse di CoopCa da parte del Cosint; semmai questa operazione ha favorito indirettamente il soddisfacimento dei tanti creditori e fornitori, quasi tutti locali, molti dei quali sull’orlo di chiudere le loro attività». L’operazione, quindi, «rientrante nella normale attività del Consorzio, che possiede oltre 70 mila metri quadrati di spazi produttivi tra Ampezzo, Villa Santina, Tolmezzo, Amaro, Ovaro e Rigolato, dove trovano occupazione oltre 900 addetti, ha permesso – aggiunge l’ente – di mettere a disposizione, previo adeguamento impiantistico degli spazi acquistati, ad altra importantissima azienda che ha potenziato il suo organico e creato le premesse per futuri investimenti. Quindi soldi pubblici spesi con oculatezza, buon senso e positivo risultato finale». Cosint sottolinea il clima di incertezza che deriva dalla crisi CoopCa ed evidenzia «il tentativo in atto da più soggetti, a partire dalla Regione, di risolvere il ciclone CoopCa e con esso il grosso problema degli stessi dipendenti e di tutti coloro che con i risparmi che hanno versato nella cooperativa hanno supportato Coop Carnica in questi anni. Per questo pur comprendendo le preoccupazioni e la rabbia dei soci e dei dipendenti, a cui va tutta la nostra solidarietà e impegno, è necessario tenere i nervi ben saldi».

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