Tolmezzo: c’è una “Casa Mia” anche per la Carnia

(t.a. dal mv di oggi)

È stata inaugurata ieri la nuova struttura di ospitalità per familiari dei degenti dell’ospedale carnico, iniziativa lodevole e importantissima per questo territorio. “Casa Mia” si trova nelle vicinanze del Pronto soccorso e ha quattro camere, per un totale di otto posti letto, servizi, soggiorno, cucina, lavanderia e stireria. L’ospitalità è gratuita, regolamentata solo dalle buone norme di convivenza. L’intervento, di fondamentale importanza per le famiglie dei pazienti, che potranno trovare qui una base di appoggio per stare vicino ai propri cari, è stato realizzato dall’associazione onlus Casa Mia. Il sodalizio si occupa appunto dell’ospitalità gratuita dei familiari di ricoverati residenti lontano dal centro di cura e dei pazienti che, pur essendo dimessi, devono restare in loco per i controlli terapeutici. Le altre case oggi costruite e gestite da Casa mia si trovano vicino agli ospedali di Udine e Trieste. La presidente dell’associazione, Gabriella Gera, spiega: «La scelta di collocare una nuova Casa a Tolmezzo deriva dall’evidenza dei problemi logistici che intercorrono fra le residenze dei pazienti e l’ospedale. Il problema dei trasporti in Alto Friuli è cruciale, soprattutto durante i mesi freddi. Un particolare ringraziamento va ai dipendenti e alla direzione della Saf che hanno effettuato una generosa raccolta fondi per la Casa e a coloro che numerosi hanno collaborato: le ditte, i professionisti carnici e i volontari dell’Associazione friulana donatori sangue sezione Vigili del fuoco Udine e dell’Associazione nazionale Vigili del fuoco sezione Udine». La collaborazione fra Casa mia e l’Azienda sanitaria «ha consentito – sottolinea il direttore generale dell’ as3, Pierpaolo Benetollo – la realizzazione di questo importante servizio, cui attribuiamo una duplice valenza: in primo luogo, l’apertura di servizi per i cittadini dell’Alto Friuli rappresenta sempre un momento di crescita e di rinforzo, per un territorio che più di altri teme la depauperazione di servizi paventando lo spopolamento; in secondo luogo, dal punto di vista clinico e assistenziale questo servizio rinforza lo sforzo di personalizzazione dell’assistenza che è punto cardine del nostro agire professionale». L’operato di Casa mia non si arresta qui, grazie all’aiuto dei volontari e delle generose offerte di tanti sensibili sostenitori.