Tolmezzo: un errore sul piano d’insediamento produttivo agricolo, Mizzaro assicura la correzione

di Tanja Ariis.
Uno sbaglio sul piano di insediamento produttivo agricolo (Pipa) a Terzo: terreni descritti come abbandonati e degradati e destinati all’esproprio sono in realtà coltivati e ben tenuti. Sul piede di guerra i proprietari dei relativi terreni con cui l’assessore comunale Michele Mizzaro si è nei giorni scorsi scusato, assicurando la correzione del perimetro dell’area. Mizzaro, rispondendo in consiglio comunale all’interpellanza dei consiglieri Gianalberto Riolino, Valter Marcon e Dario Zearo, ha parlato di mero errore di trascrizione nella perimetrazione dell’area, che ora, ha assicurato, sarà corretto. Il Pipa di Terzo investe un’area di 2,51 ettari e la spesa dell’intervento è di 110 mila euro (di cui 90 mila per soli espropri). L’amministrazione comunale nella relazione motivava il progetto con l’intenzione di «introdurre sul proprio territorio un’azienda agricola dedicata in particolare alla coltura della mela» e definisce il progetto di «notevole valenza ambientale e paesaggistica, consentendo di recuperare quelle peculiarità proprie del territorio che sarebbero definitivamente compromesse dal perdurare dell’attuale condizione di abbandono e degrado». La Regione per tale iniziativa ha assegnato al Comune un contributo di 85 mila 272 euro. Riolino ha obbiettato come non risulti da alcun atto che l’iniziativa sia richiesta da privati o aziende agricole già insediate in loco ed evidenzia la contrarietà dei proprietari dei terreni all’iniziativa, che li priverebbe di terreni oggi coltivati e ottimamente tenuti. Ha quindi chiesto a Mizzaro se in fase preliminare si sia accertato un eventuale interesse di aziende agricole all’iniziativa, se si siano eseguiti preventivi sopralluoghi per verificare lo stato di conservazione dei terreni, per quale motivo non sia stata interessata la consulta frazionale prima della richiesta di contributo e della scelta del sito, vista soprattutto la previsione di esproprio ai privati, e se intenda proseguire con il progetto. Mizzaro ha parlato di richieste provenienti da associazioni professionali agricole, ha ammesso l’errore, pur avendo fatto sopralluoghi, ha spiegato che il parere della Consulta frazionale non era richiesto, ma che, con il senno di poi, lo ritiene necessario e che il progetto proseguirà con i necessari correttivi. Riolino ha parlato di errore talmente evidente da apparire poco credibile e ha insistito sull’assenza di atti che attestino l’interesse di operatori per quell’area. Conservando intatti i suoi dubbi, ha chiesto di trasformare l’interpellanza in una mozione che sarà discussa nel prossimo consiglio comunale: chiede di azzerare la procedura e ripartire con l’iter corretto, coinvolgendo tutto il territorio comunale e i soggetti interessati.