Tolmezzo: la nascita zona industriale nell’intervista a Tiziano Dalla Marta su ‘Alpe Carnica’ del 1966

Nucleo industriale

Ermes Dorigo ricostruisce come è nata la zona industriale attraverso l’intervista su ‘Alpe Carnica’ del 27 febbraio 1966 e i ricordi nel libro autobiografico ‘Il volo del rondone’ di Tiziano Dalla Marta*, fortunatamente per noi ancora vivente, al quale auguriamo di raggiungere gli anni di Romano Marchetti e oltre.

 

Il Sindaco di Tolmezzo arch. Dalla Marta, ci ha detto:

 

1 – Che cosa può rappresentare il recente stan­ziamento di 50 milioni a favore del centro per lo sviluppo industriale del Medio Tagliamento.

Il primo intervento della Regione nella misura di 50 mi­lioni di contributo in capitale, corrisponde all’80% della pri­ma parte della spesa ricono­sciuta ammissibile per ope­re di infrastrutture tecniche e servizi, ivi compreso il co­sto delle aree su cui le opere stesse insistono; sancisce la validità della tesi espressa nel progetto di «utilizzazio­ne delle aree industriali» e altresì la volontà di renderla operante. Infatti l’articolo 6 della leg­ge Regionale 11 novembre 1965 n.24 prevede la conces­sione di contributi in capita­le, anche per quelle zone non ancora riconosciute industriali da parte dello Stato, purché esse siano dotate dei requisiti obbiettivi per l’anzidetta qua­lificazione.

Pertanto, con il recente stanziamento di 50 milioni a favore del centro per lo svi­luppo industriale del Medio Tagliamento, l’intervento re­gionale rappresenta l’esplici­to riconoscimento dei richiesti presupposti requisiti ed il placet all’avvio di quel pro­cesso di industrializzazione che via via dovrà configurar­si in una dimensione capace di modificare almeno in parte l’attuale situazione di squili­brio economico.

 

2 – Come può essere utilizzato questo primo intervento, se si tengono presenti le esigenze dei partecipanti al Consorzio stesso?

Con la presentazione della relazione generale di «utilizzazione delle aree industria­li» e l’allegato progetto parti­colareggiato della zona di Tolmezzo il Consorzio per il nu­cleo di sviluppo industriale del Medio Tagliamento ha già indicato di massima i tempi e i modi di attuazione del piano e la conseguente utilizzazione dei contributi in capitale che verranno di volta in volta con­cessi dalla Regione.

La priorità data a Tolmezzo deriva dal fatto che esso ha già un avviamento indu­striale nella zona prescelta e nello stesso tempo l’urgen­za di dotarla delle indispensa­bili infrastrutture a servizio di alcune iniziative in fase di realizzazione. Del resto, l’accordo in que­sto senso è facilitato dal fatto che ciascun Comune, come membro del Consorzio, e nel quale insistono le aree indu­striali, dovrà provvedere con i propri mezzi alla differenza fra il costo delle opere ed il contributo in capitale della Regione.

In questo primo caso, poi­ché il contributo di 50 milioni rappresenta l’80% della spesa riconosciuta ammissibile, la quota a carico del comune di Tolmezzo è di L. 12.500.000.

In tal modo la complessiva disponibilità di L. 62.500.000 consente la immediata siste­mazione di una vasta porzio­ne di area estesa oltre i nuo­vi stabilimenti della Cartotec­nica, della Chimica Corbelli­ni e della nuova « Lamborghi­ni » mediante la costruzione dell’anello stradale che dal­la statale n. 52 bis si con­giunge alla via Chiamue a sua volta prolungata fino ad innestarsi con il tronco stra­dale che verrà costruito sul tracciato dell’oleodotto transalpino attraversante l’area industriale.

3 – Come crede possa articolarsi il piano di svi­luppo del centro industriale del Medio Tagliamento?

L’area industriale attualmente qualificata dalla presenza della grande cartiera, dai nuovi stabilimen­ti della Cartotecnica, della Chimica Corbellini, della Lamborghini, e ancora in fase di espansione per alcune al­tre iniziative di prossima at­tuazione; diverrà vieppiù ap­petibile una volta che sarà dotata dei collegamenti stra­dali, idrici-sanitari ed elettri­ci.

A questo punto, prevedere come possa articolarsi il pia­no di sviluppo è un autentico atto di fede. Prescindendo dalla grande speranza di ve­der realizzato fra Amaro e Carnia lo stabilimento elettro­chimico metallurgico per la lavorazione della blenda e del­la galena provenienti dalle mi­niere di Cave del Predil, è lecito affermare che l’espe­rimento convincimento non cadrà nell’abbandono, se si consi­derano il fervore di studi e di programmi che la Regione sta incentivando in ogni set­tore, e considerando ancora la possibilità di richiamo per l’insediamento di qualche in­dustria dipendente dalle aziende di Stato.

Il problema si pone in ter­mini di giustizia distributiva e le argomentazioni per soste­nere tale diritto non manche­ranno specialmente quando sarà possibile vantare l’effi­cienza di quei presupposti in­dispensabili che in sintesi rappresentano la disponibilità di manodopera, la qualifica­zione professionale, le esen­zioni fiscali, le aree attrezza­te e pronte ad accogliere l’immediato insediamento di opifici industriali.

 Alpe

 

4 – Quali crede siano le maggiori difficoltà nella realizzazione del Centro?

Per la realizzazione del cen­tro non ci sono o per lo me­no non dovrebbero sorgere particolari difficoltà, almeno nella costruzione delle infra­strutture. Invece, non sussi­stendo la facoltà di esproprio, l’acquisto delle aree per l’in­sediamento delle nuove indu­strie è condizionato dalla buo­na volontà dei proprietari. For­tunatamente la maggior parte delle aree è di proprietà de­maniale come ad Amaro, op­pure completamente comunali come a Villasantina. Quella di Tolmezzo è rappresentata per 350 ettari dalla proprietà privata e per 850 ettari da quella del pubblico demanio.

 

5 – Crede che, per meglio strutturare l’area in­dustriale sia utile ristabilire rapporti con gli espo­nenti di Gemona che a loro volta stanno concre­tizzando un Consorzio per lo sviluppo industria­le del mandamento?

La fusione dei due Consor­zi rafforzerebbe senza dubbio l’azione intesa ad adottare il riconoscimento, da parte del­lo Stato, della zona industria­le nei modi e nei termini che caratterizzano le zone indu­striali di Monfalcone e dell’Ausa-Corno.

Soltanto a questo fine sa­rebbe bene ristabilire rappor­ti e trattative con gli esponen­ti di Gemona; diversamente, la estensione del Consorzio del Medio Tagliamento a quel­lo Gemonese, piuttosto che meglio strutturare la più va­sta area industriale, finirebbe con l’appesantire di ulteriori oneri gli enti consorziati dal Medio Tagliamento senza una controparte.

Tale affermazione discen­de, è vero, da considerazio­ne di interesse territoriale; ma anche dalla consapevolez­za delle condizioni di singola­rità del territorio carnico, con­dizionato, dalla configurazio­ne orografica, dentro ben de­finite zone di possibile sviluppo e di influenza.

 Tiziano Dalla Marta

L’appuntamento con Prometeo Candoni, era stato fissato presso la SEIMA, industria per la fabbrica­zione di fanalerie ed accessori per auto con sede a Sens.Una realtà produttiva di prestigio realizzata da un uomo eccezionale figlio di quell’Umberto Candoni, fotografo nella Valle del Degano, conosciuto in Carnia per la sua avvincente oratoria essendo anarchico e irriducibile antimilitarista, perseguitato antifascista rientrato in Patria dopo la caduta di Mussolini.

Apollo Prometeo Candoni è dunque cresciuto in Francia. Non vedente, causa l’esplosione di un resi­duato della prima guerra mondiale, si applicò per vo­cazione alla elettromeccanica nella quale espresse tutta la sua intelligenza e l’indiscutibile ingegno comprovato dalle numerose realizzazioni.Veramente la nostra doveva essere una visita di cortesia, un pretesto per sottoporre a titolo informa­tivo le ragioni promozionali del nostro viaggio; im­probabile dunque che il Candoni fosse interessato alle nostre proposte, considerato che la vicina Valle d’Aosta, regione autonoma a statuto speciale come la nostra, assicurava gli stessi incentivi.Invece fummo accolti con una cordialità inaspettata e con gli onori riservati ad una autorevole delegazione internazionale, come in effetti noi eravamo, subito investiti dalla curiosità del nostro interlo­cutore le cui domande a raffica intorno alle proble­matiche grandi e piccole della Carnia evidenziavano l’intensità dell’amorevole filo conduttore alla sua terra di origine.Novecento i dipendenti occupati a Sens; ma quan­to fosse prestigioso il loro datore di lavoro lo abbia­mo potuto constatare durante la visita allo stabili­mento dove al suo comparire, alto e fiero in quella ieratica espressione del volto adombrato dai grandi occhiali neri, ci parve che, per un attimo, operai e maestranze si fossero improvvisamente immobilizza­li per poi inseguirlo con lo sguardo ammirato come in presenza dell’omonimo mitico Dio della bellezza.È evidente che l’alto grado della scala sociale rag­giunto nelle sue condizioni fisiche svantaggiate destava ovunque ammirazione; un punto d’onore che egli controllava con la suscettibilità di chi vuole pre­venire qualsiasi cedimento a sentimenti di compas­sione.Da qui il carattere autoritario, diffidente e deter­minato: la parola vale un contratto, intollerabile l’in­ganno e qualsiasi anche piccolo sotterfugio.E su questi presupposti dialettici e caratteriali il Candoni, affiancato dai suoi più stretti collaboratori in un brindisi bene augurale, ci ha annunciato la meditata decisione di dare avvio ad una SEIMA Italiana a Tolmezzo.[…]Il rientro coincide con l’avvio delle operazioni intese a concretizzare il sogno di una SEIMA Italiana a Tolmezzo secondo il programma concordato con Prometeo Candoni: cessione gratuita da parte del co­mune di un’area di 87 mila mq. in zona industriale; redazione dei progetti di fattibilità infrastrutturale edilizia e dei finanziamenti agevolati. Da parte dell’azienda: predisposizione degli impianti tecnolo­gici e dei macchinari, istruzione propedeutica del personale da occupare nella fase di avvio del ciclo produttivo con la previsione occupazionale di un centinaio di dipendenti.

Una complessa operazione condotta a compimen­to in tempo “record” alla quale hanno partecipato con l’entusiasmo che meritava: politici, funzionari e tec­nici.

 

* Tiziano Dalla Marta, architetto libero professionista, è nato a Povegliano Veronese il 9 novembre 1922. Dall’8 settembre ‘43 risiede in Carnia dove ha ricoperto importanti cariche pubbliche con grande impegno civile: Sindaco di Prato Carnico dal ’49 al ’55, di Tolmezzo per un decennio tra il ’55 e il ’65. Uno dei promotori fondamentali per l’istituzione della SEIMA.

Suoi scritti: La Carnia oggi sintesi della realtà so­ciale; Ordinamento regionale e pianificazione urbanisti­ca; Individuazione delle aree idonee alla qualificazione industriale, Tip. Carnia Tolmezzo, 1963; Individuazione delle aree idonee alla qualificazione industriale, Del Bianco Editore, Udine, 1965; Il volo del rondone, Campanotto Editore, Udine, 1993,Il ritorno del Gismano, Andrea Moro Editore, Tolmezzo, 2004