Tolmezzo: la piscina costa troppo, si chiude la domenica e un’ora in meno al giorno

http://tolmezzo.files.wordpress.com/2009/09/piscina-tolmezzo.jpg

di Tanja Ariis.

Gli eccessivi costi di gestione della piscina a causa di una ristrutturazione tanto attesa quanto necessaria costringono a ridurre l’orario di apertura dell’impianto. Nei giorni scorsi la giunta comunale non ha potuto far altro che accogliere la richiesta del gestore (sulla carta fino al 31 agosto 2014), la Società sportiva dilettantistica Azzurra, di anticipare l’orario di chiusura. Azzurra ha richiesto l’autorizzazione al Comune a chiudere anticipatamente l’impianto fino al 19 settembre: dal lunedì al venerdì alle 21, anziché alle 22, il sabato alle 19, anziché alle 20, e la domenica tutta la giornata. La modifica di orario proposta è volta a contenere le perdite finanziarie della gestione per i prossimi mesi e riguarda giornate e orari di scarsa affluenza di pubblico, soprattutto durante l’estate. Dalla corrispondenza e dagli incontri recentemente intercorsi tra Comune e Azzurra emerge infatti una gestione deficitaria dell’impianto che determina uno squilibrio economico a carico del gestore, il quale ha sottolineato l’estrema difficoltà a garantire la sostenibilità della gestione stessa fino alla scadenza naturale del contratto. La giunta ha quindi ritenuto opportuno accogliere la proposta al duplice scopo di consentire ad Azzurra una gestione quanto più possibile sostenibile del servizio e di garantire al contempo all’amministrazione una regolare apertura dell’impianto fino alla scadenza naturale del contratto in corso. Difficile in realtà credere che ciò avverrà davvero. Da tempo Azzurra segnala che, senza l’attesa ristrutturazione, la gestione della piscina è una battaglia quotidiana contro i costi, sempre più insostenibili. Solo per il riscaldamento dell’acqua e dell’aria le arrivano anche quasi 18 mila euro di bolletta da pagare, il doppio di impianti molto più grandi. La struttura di Tolmezzo costa insomma il doppio e questo avviene a causa della dispersione di calore di cui l’edificio, carente soprattutto dal punto di vista delle coibentazioni, soffre pesantemente, in attesa di un serio intervento di ristrutturazione. I soldi per realizzarlo ci sono: sono quei 500 mila euro di contributo che la Regione nell’ottobre 2011 ha finalmente accettato di devolvere all’impianto. Ma il Comune, pur potendo contare su di esso, non può avviare i lavori a causa del patto di stabilità e viene da dubitare, a questo punto, che riesca a effettuarli, rischiando forse persino di dover restituire quei fondi. Resta da sperare che il Comune possa, con il consenso della Regione, trasferire ad altri enti, non bloccati dal patto di stabilità, il contributo per realizzare quell’intervento così atteso da un’utenza che è di ogni età e che proviene da tutto l’Alto Friuli, scuole comprese.