Tolmezzo: per il tribunale appello bipartisan a Napolitano, avvocati verso l’asseblea permanente

In altri tempi e in altri contesti si sarebbe chiamata “occupazione”; di fatto poi le forme di lotta, quando si sta per subite un torto bello e buono come quello della chiusura del tribunale di Tolmezzo si somigliano tutte e quindi gli avvocati Tolmezzini decidono la via dell’assemblea permanente  nei locali del tribunale. Per quanto riguarda la politica ci sono da registrare le dichiarazioni del Presidente della regione Renzo Tondo e quelle per una volta congiunte della maggioranza e della minoranza al Consiglio comunale di Tolmezzo.

Tanja Ariis dal Messaggero Veneto di oggi

Il presidente della Regione, Renzo Tondo, ieri all’inaugurazione della nuova ala della biblioteca della città è tornato sulla difficile battaglia per difendere il tribunale. «Noi dobbiamo fare di tutto» ha detto Tondo, ricordando che la Carnia 20 anni fa accettò la costruzione del carcere a fronte della garanzia, da parte dello Stato, del mantenimento del tribunale. «Ora – ha detto Tondo – lo Stato mantenga la parola. Su questo si gioca la sopravvivenza della Carnia e dell’Alto Friuli». 

La mobilitazione a difesa del Tribunale unisce maggioranza e opposizione nel capoluogo carnico, confermandosi bipartisan non solo nella raccolta firme promossa sia in municipio che dalla minoranza al mercato del lunedì: ora da Tolmezzo parte l’idea di indire a breve in città una riunione dei 44 Consigli comunali del territorio che rientra nel circondario di tali uffici giudiziari per stilare un odg in difesa del Tribunale da consegnare al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando il 6 maggio sarà in regione. E il consigliere comunale Adriano Rainis avverte già: «È inutile, credo, dire che i nomi delle amministrazioni che non parteciperanno» alla riunione dei 44 Consigli comunali «saranno resi pubblici. Ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti al proprio elettorato ed alla popolazione dell’Alto Friuli». E il messaggio non arriva a caso, dato che nell’ultima assemblea convocata sul tema dall’Ordine degli avvocati di Tolmezzo la partecipazione dei sindaci dei 44 Comuni era stata desolatamente bassa, fermandosi ad appena 7 rappresentanti. Eppure il problema riguarda prima di tutto i cittadini, che saranno coloro che ci rimetteranno di più in termini di maggiori spese e disagi e minore sicurezza sul proprio territorio (in zona di confine) nel caso in cui da Roma giunga la decisione della chiusura del Tribunale, anche perché in 30 anni di ripetute minacce, poi rientrate, di una sua soppressione, questa volta il rischio si fa concreto. E nei giorni scorsi i rappresentanti dei gruppi di opposizione comunale di Tolmezzo Mauro Saro, Stefano Nonino e Adriano Rainis assieme a Roberto De Caneva dell’Idv hanno incontrato il sindaco Dario Zearo per concordare un’azione politica che tenda a salvare il tribunale e mantenerlo in loco come richiesto dall’Ordine degli avvocati e da tutti gli addetti e responsabili della giustizia del Friuli Venezia Giulia. La proposta dell’opposizione, subito condivisa da Zearo, è una riunione a breve di tutti i consigli comunali delle 44 città presenti nella circoscrizione elettorale da tenere a Tolmezzo con l’intento di redigere un odg comune e unitario volto alla salvaguardia del tribunale. «Il sindaco – spiega Rainis – si è impegnato a inviare l’invito a tutte le amministrazioni con la speranza di ottenere il massimo della partecipazione. C’è infine la possibilità di consegnare al presidente Napolitano l’odg unitario durante la sua venuta in regione il 6 di maggio e comunque questo odg sarà inviato a tutti i responsabili nazionali e regionali finché si facciano carico di trovare una soluzione positiva alle nostre richieste».

Una risposta a “Tolmezzo: per il tribunale appello bipartisan a Napolitano, avvocati verso l’asseblea permanente”

  1. ECCO COSA SCRIVEVA L’UMANISTA TOLMEZZINO RAFFAELE CILLENIO NEL 1594 SUL VALORE DEL TRIBUNALE, DI UDINE IN QUESTO CASO

    Hic praeterea Iustitiae sedes est, sine qua nulla societas hominum inter se, nulla uitae communitas esse potest, nulla uiget pietas, bonitas, liberalitas, comitas, quaeque sunt generis eiusdem quibus quae ciuitates sunt ornatae, hae pace fruuntur placidissima, ut uerissime cecinit Hesiodus; opibus omniq; bonorum genere affluunt, florentque in dies magis ac magis, augescuntq; felicissime. Iustitiae enim splendor cum late pateat, et in ceteras uirtutes, quasi radius, diffundatur, recte et à Poetis, et à Philosophis Hespero ac Lucifero comparatur. Eiusmodi est enim, ut alias omnes in se complexa esse uideatur. Quam etiam praeclaram, ut omnia, Plato omnium animi uirium consensionem appellat. Ut enim corporis aequabilis constitutio bonam ualetudinem efficit, ac conseruat, sic animi sedati motus, affectusque rationi assentientes iustitiam pariunt et aequitatem. quam idem Plato modo uirtutem uniuersam nominat, modo perfectionem uirtutum, modo animi tranquillitatem, quae nos denique ad summum illud, quod natura cuncti appetunt, bonum perducit. Haec gignit temperantiam, quae cum libidinem, aliosq; non rectos animi impetus rationi subijciat, omnesq; perturbationes sedet ac reprimat, uitae quendam quasi ornatum comparat, atque omnium cupiditatum moderationem inducit. Haec eadem fortitudinem quoq; secum attrahit, ac prudentiam, quorum altera cum in magnitudine animi posita sit, in periculis maxime ac laboribus cernitur. altera in ueri perspicientia uersatur, ac rationis est propria, quae de rebus omnibus uel expetendis, uel fugiendis consilium capere docet. Quae omnes inter se connexae colligataeque uirtutes concentum quondam admirabilem efficiunt adeo ut una uirtus, non plures ex Stoicorum etiam sententia, esse uideatur.

    Qui, inoltre, c’è la sede della Giustizia [il tribunale], senza la quale non può esserci nessuna unione degli uomini tra loro, nessuna comunanza di vita, non regna alcuna pietà, bontà, liberalità, amicizia benevolente, che sono invero di tale genere, delle quali quelle città che ne sono ornate, queste fruiscono di una pace molto serena, come molto giustamente cantò Esiodo; abbondano di ricchezze e di ogni genere di beni, fioriscono sempre più di giorno in giorno, crescono molto prosperamente. Infatti, lo splendore della Giustizia nel momento in cui si estende ampiamente e penetra, come un raggio, nelle altre virtù giustamente e dai Poeti e dai Filosofi è paragonata a Espero e Lucifero. Infatti, è di tal fatta che sembra abbia assorbito in sé tutte le altre. Ed essa senz’altro più luminosa di tutte Platone definisce armonia di tutte le forze dell’anima. Infatti, come la costituzione di un corpo equilibrato produce una buona salute e la conserva, così i moti placati dell’animo e le passioni sottomesse alla ragione generano giustizia ed equità. Ed essa sempre Platone definisce ora virtù universale ora compimento delle virtù, ora serenità dell’anima, la quale infine ci fa pervenire a quel sommo bene, che tutti per natura desiderano. Essa genera la temperanza, che subordinando alla ragione la licenza e gli altri non retti istinti dell’animo, e placando e reprimendo tutte le passioni, aggiunge per così dire una qual bellezza alla vita, e conduce alla moderazione di tutte le bramosie. Questa medesima attrae a sé pure la fortezza e la prudenza, delle quali una, se è congiunta alla grandezza d’animo, la si vede soprattutto nei momenti di pericolo e di travaglio. L’altra è più inclinata alla percezione della verità, ed è propria della ragione, che insegna a compiere la scelta su tutte le cose o da desiderare o da evitare. E tutte queste virtù intrecciate e unite tra loro producono talvolta un prodigioso accordo armonioso al punto che sembra esistere un’unica virtù, non tante secondo anche l’opinione degli Stoici.

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