Tolmezzo: “se tornassi sindaco”, 3 domande agli ex primi cittadini

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di Tanja Ariis.

Abbiamo chiesto agli ex sindaci di Tolmezzo che si sono succeduti dal 1965 al 2009 (da Tiziano Dalla Marta, nella foto, fino all’elezione di Dario Zearo) di rispondere a tre domande sull’attuale difficile situazione che sta vivendo la città, la quale nel giro di pochi mesi si trova a fare i conti con la chiusura del tribunale, temuta e minacciata da decenni e concretizzatasi nel settembre scorso. Da almeno un anno poi si dibatte nuovamente (perché non è la prima volta anche in questo caso che se ne parla) sull’ipotesi di chiusura della caserma Cantore, con il trasferimento del Terzo reggimento artiglieria da montagna verso la caserma di Remanzacco. Finora esso è solo slittato. L’ultima e nuova spada di Damocle è la temuta chiusura del Commissariato di polizia. Parlare con gli ex sindaci tolmezzini può essere utile anche per capire la genesi di alcune situazioni attuali, quali possono essere, se ci sono, le vie di uscita, e cosa attende il capoluogo carnico e la Carnia nel prossimo futuro.

TIZIANO DALLA MARTA (1965-1975) 1 Ci fu una polemica a livello di tribunali da parte dell’allora presidente del tribunale di Udine che tendeva a voler portare tutto a Udine, un ragionamento che proveniva dai magistrati. Reagii con forza anche sui giornali. Anni dopo siamo stati violentati dalla costruzione del grande carcere di massima sicurezza, che è stato un presidio inamovibile, che ha squalificato Tolmezzo. C’era un documento che legava la permanenza del tribunale alla presenza del carcere, documento rimasto vago, non firmato dalle autorità competenti. Questo aspetto è stato sottovalutato e oggi c’è l’impossibilità di farlo valere. L’esclusione del tribunale ha portato via la polizia giudiziaria, ricchezza importante anche per la qualifica culturale della città: un’azione delittuosa calata dall’alto. 2 La situazione è talmente grave che non so dal punto di vista pratico cosa si potrebbe fare. Non si sa a chi rivolgersi, non c’è stata neppure solidarietà sul tribunale. La popolazione non era informata sulle conseguenze. Anche gli stessi sindaci non hanno collaborato. Forse anche Zearo è stato un po’ debole. Poteva sollevare una dimostrazione popolare, andare con tutti i sindaci a Roma, anche se poi è vero che non tutti erano d’accordo. Bisognerebbe unire le forze politiche, fare un’azione congiunta presso il Governo con un documento sottoscritto anche dal Governo regionale per far presente la sofferenza di un territorio che così soffre sempre più. Bisognerebbe unire le forze che protestino presso il Governo con una preghiera commovente che faccia comprendere e correggere l’ingiustizia subita dal territorio. 3 Se le cose vanno così, la Carnia sarà un paese che procrea figli che vanno all’estero. Si tornerà ai tempi antichi quando c’erano poche risorse e i figli andavano all’estero per sostenere le famiglie.

IGINO PIUTTI (1975-1990) 1 Il pericolo della chiusura del tribunale di Tolmezzo è sempre stato presente, tant’è che abbiamo accettato e subìto il carcere solo perché esso potesse garantire la permanenza del tribunale. Sapevamo poi che la caduta del confine con Schengen avrebbe modificato la situazione di Tolmezzo. Lo stesso gruppo della Finanza è rimasto in piedi in tutti questi anni, ma era nato perché c’era il confine, come situazione di presidio del confine. E la permanenza della Gdf, nonostante la caduta del confine, ha per certi aspetti creato una situazione di squilibrio, di controlli sul territorio percepiti talvolta come eccessivi. In ogni caso con la caduta del confine era chiaro che bisognava prepararsi a una nuova situazione. Si sarebbe dovuto, secondo me, guardare all’autostrada come un’alternativa da sviluppare a collegamento con l’Austria e il Centro-Europa, puntando allo sviluppo della zona industriale di Amaro. 2 Farei un presidio per bloccare il carcere, dato che se a suo tempo era stato accettato il carcere era solo perché doveva garantire la permanenza del tribunale, ma visto che il tribunale è stato tolto, anche il carcere a questo punto va tolto. 3 Se puntiamo sul casello autostradale di Amaro in un’ottica di collegamento Venezia-Monaco, se puntiamo su quello che io chiamo il Comune unico della Carnia e su Amaro come zona industriale della Carnia in una prospettiva tra il Friuli e il Centro-Europa, com’era un po’ con i cramars, forse riusciamo a farcela. Non ce le faremo se ci barrichiamo a conservare ciò che non è più conservabile. Meglio immaginare il futuro. Se pensiamo a un Comune unico per tutta la Carnia e se questo Comune ha una zona industriale forte ad Amaro, la prospettiva per il futuro potrebbe esserci.

RENZO TONDO (1990-1995) 1 C’erano minacce solo rispetto al tribunale. Anzi, io come vicesindaco dal 1980 al 1990 e Piutti sindaco, posso dire che facemmo uno sforzo immenso per radicare nel post terremoto le strutture pubbliche sul territorio con la nuova caserma dei Cc che fu rinnovata e ampliata e con la nuova caserma della Finanza. Ci fu la scelta del carcere per mantenere il tribunale. Nell’arco dei 40 anni in cui sono in politica le minacce sono sempre state la perdita del tribunale (per questo è stato accettato il carcere e tanti interventi si sono stati fatti sul tribunale) e della cartiera, su cui nel ’98 presi anche una multa, che pagai di tasca mia, per aver autorizzato, pur di mantenere i posti di lavoro, lo scarico della acque. 2 Tutte le cose che si possono fare a difesa del tribunale e dei servizi vanno fatte. Dobbiamo però tener presente che lo Stato sta arretrando dappertutto. Siamo oggettivamente deboli. Dobbiamo fare come fa Zearo, sapendo però che non basta, la struttura delle istituzioni pubbliche sarà decrescente. Le difese del territorio se non organizzate su un disegno più ampio non bastano. La politica dei Sei da salvare per questo era sbagliata. Bisognava fare squadra e magari puntare sulle sedi distaccate. Dobbiamo cercare di creare sviluppo, maggiore competitività economica; cercare disegni generali, alleanze di tutta la montagna e di tutto l’arco alpino. 3 È difficile immaginarlo. Bisognerebbe sapere cosa fa il Paese in 10 anni e se rischia la deindustrializzazione profonda. Mi rimane la fiducia nelle aziende che sono sul territorio e sono sane e impegnate. Dobbiamo lavorare per rafforzarle, penso alla cartiera, all’Ici, all’Automotive Lighting, alla cartiera di Ovaro, alla Goccia di Carnia. Bisogna lavorare sulle piccole e medie imprese, puntare su turismo, energia, legno ( piste forestali).

ILARIO BROLLO (1995-1999) 1 Non c’erano queste minacce, però c’era una fase di ragionamento in prospettiva di ciò che veniva avanti. Era stato tolto il servizio di leva e c’era una modificazione sostanziale nel sistema da quel punto di vista. La caserma Del Din era già chiusa ancorché fosse ancora presidiata dal personale della Cantore, tant’è che quando ci fu l’alluvione del 1996 vi abbiamo potuto ricoverare le persone le cui case erano state sgomberate. Del tribunale non si parlava, anche se la minaccia, secondo quello che ho appreso approfondendo la questione, c’era fin dal 1923. Posso dire che assieme ai colleghi di altri 33 tribunali non sedi di provincia avevamo fatto una battaglia per prevenire questo problema che poi si era acquetato. Quella volta si era riusciti ad arginare il problema. E l’allora presidente del tribunale Deliddo era riuscito, lavorando molto, a far in modo che fosse rivalutato il tribunale di Tolmezzo. Già dal 1923 c’è la spada di Damocle sul tribunale e ogni 5 anni puntualmente si riproponeva. 2 È una domanda difficile. Bisogna trovarsi in mezzo per rendersi conto. Al di là delle proteste, cosa si può fare? Se sono capitato in un momento di cambiamento sostanziale, devo capire quali sono i nuovi orizzonti, le possibili strade da percorrere, soluzioni diverse. Nel tempo cambiamenti e chiusure ci sono stati, penso ad esempio quando è stata chiusa la ferrovia. Bisogna cercare soluzioni diverse. 3 È difficile poter rispondere però penso che, con un’inversione economica e demografica, il suo ruolo centrale Tolmezzo possa ancora svolgerlo in Carnia e Alto Friuli. Possiamo dire che Tolmezzo tutto sommato dal punto di vista industriale sta vivendo un momento per cui la situazione è più positiva rispetto ad altre zone, ma anche lì dobbiamo stare attenti. Ci sono poi peculiarità ambientali e turistiche che possono favorire il reinserimento delle persone.

SERGIO CUZZI (1999-2009) 1 Ricordo una cartellina vecchia sul tribunale sempre in evidenza sulla scrivania. Io avevo cercato di scongiurare il pericolo e avevo ricevuto dall’allora ministro alla giustizia Castelli rassicurazioni per via della particolarità del confine con problemi di immigrazioni clandestina e traffico di armi. Poi la cosa è andata come è andata. 2 Non lo so. Purtroppo Tolmezzo sta scontando una situazione che si è venuta a creare negli anni con un territorio, indebolito dal punto di vista demografico, politico ed economico che lo vede sempre come qualcosa di estraneo e da ostacolare. Io ho cercato di rafforzare il rapporto anche con Tarvisio e Gemona. Io non credo alle Province, ma quella dell’Alto Friuli era un tentativo di inventare qualcosa di diverso per mettere assieme la parte a nord della Provincia di Udine. Purtroppo sappiamo com’è finita. Ora il ruolo di Tolmezzo è difficile. Io difendo Zearo, perché so quanto il momento è difficile, però battute come quella su Cividale se la poteva risparmiare. Bisogna cercare di rinforzare i rapporti con coloro che vengono penalizzati da questa situazione. Gemona stessa non può essere freddina sul tribunale e poi pretendere solidarietà sull’ospedale. Non credo ai gesti eclatanti; ora forse è tardi. 3 Tolmezzo avrebbe bisogno di massa critica anche al suo interno, di rafforzarsi come classe dirigente, di essere unita per portare avanti le sue battaglie. Anche in vista delle prossime elezioni comunali, e sono idee da osservatore perché non mi candiderò, vedo un Centrodestra chiuso su se stesso, un Centrosinistra altrettanto chiuso su una logica di primarie, il Centro rimarrà lì incerto e litigioso come sempre e si riproporrà la situazione degli ultimi 5 anni.