Tolmezzo: a settant’anni dal primo giornale, la “storiamemoria” dei giornali della Carnia

Alpe Carnica

di Ermes Dorigo.

“Una comunità senza giornale è una comunità senz’anima”: così scriveva amaramente in epigrafe ad un articolo Carnia domani: in effetti, se si escludono i quotidiani regionali che ne danno un po’ notizia, la Carnia è senza voce; è vero che nel particulare in quasi ogni paese si pubblica un giornale, manca però un organo di sintesi globale. I padri fondatori dell’Unione dei Comuni oggi – allora Comunità Carnica e poi Comunità Montana – compresero in anticipo questa esigenza, per mantenere sì vivi gli ideali della Resistenza, ma soprattutto per esortare la comunità all’impegno per la ricostruzione, contro la deriva nel vizio e nella fannulloneria – scrivono proprio così – che si diffondono anche in Carnia nell’immediato dopoguerra. Carnia esce per quattro mesi, a partire dal 19 mag­gio 1945, cessando con il 13° numero. Il sottotitolo iniziale “Settimanale della Quinta Divisione Osoppo-Carnia” muta, in seguito, in “Settimanale per tutti”. Ne è direttore Da Monte, nome di battaglia di Romano Mar­chetti – il prossimo 27 gennaio compirà 103 anni – il quale, già in tempo di guerra, dirigeva un foglio che propugnava gli ideali del movimento partigiano. Ideali ripresi in queste pagine, aperte a tutte le forze politiche democratiche, dove la continuità con i valori mora­li della Resistenza si accompagna con determinazione alla ricerca di una identità politica per la Carnia, nel quadro di un decentramento amministrativo – con una forte accentuazione “autonomista”, che anticipa le richieste della “provincia della Carnia” – e si affrontano, ovviamente, i problemi della monta­gna, aggravati dagli effetti devastanti della guerra. Lavoro si configura come continuazione di Car­nia. Dopo un primo periodo, nel quale il sottotitolo è “Settimanale economico-sociale della Carnia, Canal del Ferro, Zona Pedemonta­na”, a partire dal marzo ‘46 esso recita “Voce della Carnia. Settima­nale politico-economico della Regione”. Cessa di uscire nel 1946, alla vigilia del Referendum Istituziona­le. Dirige il giornale, in qua­lità di Redattore Capo Responsabile, Bruno Lepre. Lavoro, affronta con corag­gio le problematiche della montagna, contribuendo i maniera determinante alla crescita del movi­mento di idee che porterà alla nascita della Comunità Carnica (1947).

Alpe Carnica, organo della Comunità Carnica, esce dal 1952 al 1967 con una interruzione delle pub­blicazioni dal 1958 al 1962. Si succedono, nella respon­sabilità redazionale: Vittore Grillo, Enzo Moro, Luciano Bonanni. Nei primi anni ‘60 il giornale è diretto da Emi­lio Di Lena, in seguito da Carlo Dal Cer. Nella prima fase di attività Alpe Carnica riflette intensamente il clima di impegno vissuto dalla Carnia nel dopoguerra, ponendosi come trait d’union tra ammini­strazione e comunità. Il secondo ciclo – 1963/67 – si lega ad un momento storico di particolare impor­tanza: la nascita della Regio­ne Friuli-Venezia Giulia e le rinnovate speranze da ciò derivanti. Diviene centrale il tema dell’industrializzazione della zona; attorno ad esso si articolano problematiche direttamente collegate: la grande viabilità, l’istru­zione professionale, la volontà di reimpostare secondo nuovi criteri agricoltura e allevamento, per risolvere la piaga dell’emigrazione. Ampi sono gli spazi dedicati alla vita cultu­rale locale. Carnia Domani nasce nel 1968 come voce del Cir­colo Universitario Culturale Carnico, con l’intento di coprire il vuoto lasciato da Alpe Carnica e di favorire lo sviluppo della cultura ed il progresso sociale della Carnia. Apartitico – “ per ciò che ci unisce non per ciò che ci divide” – entra nel dibattito politico aprendo democrati­camente i propri spazi al confronto sulle tematiche pressanti di maggiore attualità. Particolarmen­te sensibile ai temi della cul­tura, dedica ampio spazio e stimolo ai fer­menti culturali di questi anni, valoriz­zando soprattutto la Biblioteca, creata dal circolo. Chiude nel 1972, al 10° numero. Nort esce, per 14 nume­ri, dal 1984 al 1988. Parteci­pano alla sua realizzazione numerosi rappresentanti della vita culturale locale. Caratterizzato da una impostazione grafica inno­vativa ed essenziale, si pre­senta come alternativa all’informazione ufficiale e, al contempo, come riferimento ed espressione dei Circoli Culturali della Car­nia, particolarmente attivi in quegli anni. Prioritaria, nel giornale, l’attenzione ai temi della cultura, dell’ambiente e della tutela del territorio; accanto i temi del mondo del lavoro e dell’occupazione, dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo. Gli interrogativi e gli spunti di riflessione, che già lo scorrere dei titoli suggeri­sce, constatato il riproporsi nel tempo delle medesime problematiche, invitano a rileggere e ripensare queste pagine; esigenza ancor più senti­ta in questo particolare momento di passaggio che nuovamente richiede alla Carnia l’unione di energie ed idee.

7 Risposte a “Tolmezzo: a settant’anni dal primo giornale, la “storiamemoria” dei giornali della Carnia”

  1. “Lavoro”, non si sa perchè non in grassetto, non può esser considerato la continuazione del “Carnia” di Romano Marchetti, anche se lo fu nella collocazione temporale. Esso infatti espresse il pensiero del suo direttore: Bruno Lepre, socialista. Ricordo che “Carnia” uscì, a fine seconda guerra mondiale, come settimanale della Divisione Partigiana Osoppo/Carnia, e che Romano Marchetti, inizialmente, aderì al Partito Repubblicano. Inoltre la Divisione Partigiana Garibaldi/ Carnia, prima della Osoppo/Carnia, uscì con un suo giornaletto, “Carnia Libera” ( che andrebbe scritto in grassetto) curato dall’Ufficio Stampa e propaganda della Brg. part. Garibaldi Carnia, del cui primo numero si ha notizia in un comunicato datato il 25 marzo 1945. Laura Matelda Puppini

  2. Uomini che hanno utilizzato la parola, quale strumento, per la costruzione di un anima comunitaria carnica…quindi
    l’anima canrnica era prettamente maschile… però anima è un sostantivo femminile…nel contempo lei parla di padri fondatori non di madri fondatrici. Come mai? Vivo con una nonnina carnica di 80 anni che quotidianamente mi ripete che lei non ha potuto studiare, ed ha pianto parecchio per questo, perché non vi erano soldi essendo sei persone in famiglia.. ma non mi dice che non ha potuto studiare perché una volta le donne non avevano accesso all’istruzione, venivano privilegiati gli Uomini.

  3. Il grassetto è un puro refuso del proto. In realtà Marchetti fu costretto a lasciare dal CLN della Carnia. Per il resto grazie di alcuni aggiornamenti. Ermes Dorigo

    1. “In realtà Marchetti fu costretto a lasciare dal CLN della Carnia”?
      Fonte? Marchetti ebbe problemi con gli Alleati, da cui fu convocato,ricevette una lettera irata da Giovanni Cleva, presidente del CLN,a causa di un articolo che aveva disturbato l’organismo da lui presieduto, ebbe problemi a causa di una rubrica “Si dice” ove si permetteva di scrivere in forma anonima, ma abbandonò il Carnia per problemi familiari e di impegni quotidiani. Comunque si legga in proposito, quanto egli stesso ha scritto, in Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel ‘900 italiano, ifsml, kappa vu, 2013, capitolo intitolato “il “Carnia”” e mie note, pp. 185-190.

  4. Le radici storiche possono essere paragonate a quelle di un Albero:
    quanto più sono profonde, antiche e ramificate tanto più è probabile che anche dopo le gelate più aspre che hanno distrutto fronde e tronco, la pianta rinasca rigogliosa di frutti.

  5. Va bene, sei la prima della classe, va bene, meglio di Piutti e di Tutti: ma smettila con la tua onnisaccenza!

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