Topolò: diciottesima edizione di “Postaja Topolove” fino al 17/07/2011

Una scultura, un’ombra, lungo il sentiero tra Topolò e Livak. Guido Scarabattolo torna a Topolò per portarvi una nuova installazione. Si tratta dell’Angelo delle storie dimenticate. La passeggiata di domenica 17 alle 10 è dedicata alla sua installazione che andrà ad aggiungersi alle precedenti sul sentiero dell’arte. «Un esserone con la testa molto piccola e due piccole ali che forse stanno spuntando o forse si stanno atrofizzando. Umano, disumano. Una figura al confine delle certezze». Così Scarabattolo, che già ha realizzato la Pinacoteca Universale di Topolò, descrive la sua creazione. «Credo che possa trovarsi bene nel bosco sopra Topolò – commenta l’artista – un luogo di confine tra paesi, ma anche tra memorie. Del resto i confini sono luoghi dove le differenze osano toccarsi».
di Alessandra Ceschia Una stazione ferroviaria, un aeroporto e un’ambasciata, sospesi fra i boschi. Luoghi dell’immaginario che si animano a Topolò, in occasione dell’avvio del “non festival”. Sabato prenderà il via la diciottesima edizione di “Postaja Topolove” che si protrarrà fino al 17 luglio. Ben 55 appuntamenti, protagonista la musica (in concerto The you know sextet, Cantiere armonico, Flying Zone, Topolovsza minimalna orkestra) la narrazione, gli incontri (Pino Petruzzelli, Pierluigi di Piazza e Gian Luca Favetto sono alcuni dei nomi che vi parteciperanno), e poi il documentario, che sta vivendo una stagione di straordinario rinascimento, e che si appresta ad approdare a Topolò sulle ali di giovani e fantasiosi film makers. Il tutto legato da un filo rosso: no al trovarobato artistico, al prodotto preconfezionato, ancorchè prestigioso. I convogli diretti alla “stazione” trasportano produzioni create specificamente per Topolò o, quantomeno, capaci di accordarsi con i ritmi, i temi e l’anima di un borgo arroccato sulla montagna e incernierato a due nazioni da un “non confine”. «Questo per noi è l’elemento che ha connotato le edizioni del “non festival” e ha formato intere generazioni di topolonauti» osserva Moreno Miorelli, anima e curatore con Donatella Ruttar della manifestazione attraverso la quale sono transitati oltre 2.500 artisti. Sempre che di artisti sia corretto parlare, perchè, a volte il pubblico arriva a Topolò e diventa parte di una performance, di un happening che coinvolge, e i ruoli si confondono. Fra gli artisti che si esibiranno ci sono i “figli di Topolò”, ragazzi nati assieme alla stazione, o appena qualche anno prima, e oggi divenuti “topolonauti”. Seguendo un’evoluzione che, dalle arti visive transita sempre di più verso le sonorità, “Postaja Topolove” esordirà sabato verso le 5 della sera per l’incontro con gli artisti, quindi nella casa Juliova hisa si potrà assistere al concerto della Piccola orchestra della Glasblena Matica di San Pietro e dal coro delle voci bianche Mali Lujerij diretto da Davide Klodic. Più tardi sarà l’orchestra jazz del liceo Copernico ad esibirsi in piazza grande, nella notte “Le lune di Topolò” daranno forma a immagini rare e preziose dalle steppe dell’Asia Centrale scelte da Alessandra Korvenheimo. Poi gli eventi si susseguiranno “al tramonto”, “con il buio”, “nella notte” con la consueta scansione temporale che permette al “non festival” di non essere mai in ritardo. Prenderanno forma nei fienili, nelle piazze, fra i sentieri acciottolati, accanto alle sorgenti o in luoghi non meglio identificati «perchè a Topolò – spiega Miorelli – i luoghi dell’arte si decidono all’ultimo momento, quando l’artista arriva». Artisti che giungono dalla Slovacchia, dalla Norvegia, dall’Inghilterra, dalla Slovenia, dalla Scozia e che, di anno in anno, richiamano lungo le stretta e tortuosa strada che si inerpica sulla boscosa altura 5.000-6.000 persone. L’edizione 2011 vedrà crescere anche il sentiero dell’arte con una nuova installazione di Guido Scarabottolo, meta di una passeggiata alle 10 di domenica 17