Udine: “Il ritratto di Maria” si presenta in Sala Aiace il 30/03/2011

Raff_30_03_11

Mercoledì 30 marzo, alle ore 18.00 nella prestigiosa cornice della Sala Ajace in Piazza Libertà a Udine si presenterà il libro “Il ritratto di Maria”, di Raffaella Cargnelutti, per Kappa vu edizioni.  Reduce dal grande calore e dal sorprendente successo di critica e di pubblica che ha riscosso in Carnia, il romanzo d’esordio della critica d’arte tolmezzina esce dai confini di “casa propria” per affrontare il confronto più impegnativo del pubblico udinese. L’iniziativa nasce sotto i migliori auspici con un programma particolarmente interessante. E’ ospitata, infatti, in uno dei salotti più prestigiosi di Udine e gode del patrocinio della Biblioteca Civica di Udine. Gli spunti di interesse sono dati dagli interventi di due figure di primo piano della cultura regionale, Romano Vecchiet, direttore della Biblioteca Civica Joppi di Udine e da Gilberto Ganzer, Direttore dei Civici Musei di Pordenone e dalle letture di Arianna Zani, accompagnate dalla chitarra di Alessio Velliscig.

Ma la vera protagonista della serata sarà, come sempre, Maria, una donna di Carnia che con la sua forza e la sua fragilità, è costretta, come tante altre, ad affrontare in vedovanza non solo le difficoltà del ruolo domestico ma anche quello sociale. Donne che già nel '700 con la difficile vita dei cramars e, in tempi più recenti, con il dramma dell'emigrazione, restavano senza i propri uomini.

La serata offrirà un affresco della vita della Carnia, liberamente amministrata sotto la Repubblica di Venezia, quando le Alpi non costituivano un confine, ma solo un passaggio geografico fra culture con molti più aspetti di condivisione che non di divisione. Storia, cultura, tradizioni in un paesaggio ora quasi fiabesco ora terribile nella sua crudezza. Un ritratto che non è solo quello di Maria, ma anche quello di un'epoca, di un territorio e di un popolo.

L’auspicio è che il libro continui a catturare, divertire e commuovere in modo che Maria possa raccontarsi dovunque, davanti a un pubblico sempre più vasto per far conoscere la meravigliosa terra di Carnia e le affascinanti storie delle sue donne e delle sue genti.

di seguito la presentazione di Gilberto Ganzer

 

Il ritratto di Maria, di Raffaella Cargnelutti, ci guida attraverso la cronaca di una storia familiare da dove germogliano nuove storie che si intrecciano: di paesi, di vita, storiche o di confronti con altre realtà attraverso i cramars; i commercianti ambulanti dalle fortune effimere o consolidate attraverso un duro impegno.

Il racconto non vuole avere il fascino ipnotico di un viaggio nel passato ma intreccia suggestioni fatte di modelli comuni di vita, alternativamente giusti o ingiusti, sempre spiegabili nella loro “necessità”, in una Carnia che conserva i suoi miti e i suoi ceti, dove i momenti propizi o infausti si coniugano nella “pietas” e nella saggezza popolare.

Un viaggio che nel percorso interiore dei personaggi, testimonia di quel matriarcato carnico sinonimo di ragione e di controllo, pago del proprio mondo e del suo reale esistere, occultando con pudore i costi nascosti dei più intimi pensieri.

Nulla è “manipolato” se non nelle poche ombre della superstizione e poco è lasciato all’inconsistenza dei sogni.

Solido è il ritratto di Maria Mussinano nel costume popolare di festa con sullo sfondo il calamaio e nella mano il libro di preghiera; la ritratta mostra così orgogliosamente che sa scrivere e leggere come, d’altronde, diverse donne del tempo e, soprattutto, far di conto, viste le assenze degli uomini.

Le sedimentate regole sociali poi, non ammettevano eccezioni: chi sbagliava doveva pagare in una realtà che continuava in un sistema di imitazione che avrebbe definito, nel tempo, gli stessi soggetti nel loro divenire, con pochi privilegi.

Le leggerezze adolescenziali di queste donne, pur nei sogni e nelle illusioni, già si nutrono del coraggio quotidiano di accettarsi come si è per cercare di costruirsi come si vorrebbe o si può, accettando la fragilità della vita.

Il ritratto istiga l’autrice e il lettore ad una compenetrazione fra il visivo ed il verbale, migliorando la qualità di questo dialogo in un codice integrato di comprensione di un mondo. Un mondo dove la prudenza femminile non è immobilismo ma accettazione di una strada tracciata dalla tradizione, nel timore di troppi vicoli ciechi.