Udine: Compagno e De Toni vs il “Decreto del (dis)Fare”

«Non possiamo raggiungere gli standard europei se si sottraggono risorse al finanziamento degli atenei: l’Università di Udine già da anni si trova a fare i conti con un grave sottofinanziamento statale», dicono Cristiana Compagno e il neo eletto Alberto Felice De Toni. Che criticano l’emendamento al cosiddetto decreto del fare approvato alla Camera nei giorni scorsi e relativo all’introduzione di un Programma nazionale per il sostegno degli studenti capaci e meritevoli.

«E’ grave andare a prelevare i finanziamenti per le borse di studio dalla quota premiale che gli atenei si sono faticosamente conquistati sulla base dei risultati della ricerca, della didattica e del trasferimento tecnologico».

L’emendamento in questione, che ha già ottenuto il parere contrario della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), ha proposto di dedicare al diritto allo studio il 4 per cento (pari a 250 milioni di euro) della “quota premiale” del Fondo di funzionamento ordinario, ovvero la parte del finanziamento statale alle università che viene distribuita in base ai risultati ottenuti dagli atenei nella ricerca e nella didattica. Questi maggiori contributi sarebbero gestiti dalla Fondazione per il merito, introdotta dalla riforma Gelmini ma mai avviata concretamente.

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