Udine: convegno “Il futuro dell’acqua il Friuli Venezia Giulia: bene comune o business per pochi?

Domani 30 ottobre 2009, alle ore 16.30 si terrà presso la Sala Florio di Palazzo Florio, Università di Udine in Via Palladio, 8 Udine, convegno "Il futuro dell’acqua il Friuli Venezia Giulia: bene comune o business per pochi?

Il decreto emanato dal governo il 9 settembre scorso chiude il cerchio sulla privatizzazione dell’acqua potabile imponendo agli Enti locali di mettere a gara il Servizio idrico.
Ma è proprio vero che privato è bello e pubblico è brutto nella gestione dell’acqua? Molte aziende pubbliche del settore dotate di tecnologia, conoscenze e bilanci sani dimostrerebbero il contrario, così come importanti comuni europei che hanno sperimentato la privatizzazione stanno tornando alla gestione pubblica (un esempio su tutti:Parigi).
L’acqua è un bene comune ma in Italia si vuole gestire il servizio idrico attraverso le regole del mercato quali l’affidamento attraverso gare, la concorrenza, la massimizzazione del profitto.
Il futuro dell’acqua in Friuli Venezia Giulia è dunque incerto! Sappiamo che sono in gioco interessi economici molto alti e il provvedimento del Governo apre la strada alle grandi multinazionali che tra un paio d’anni potrebbero essere i nuovi gestori dell’acqua anche nella nostra Regione.
Per affrontare questo scenario e valutare le azioni da intraprendere, venerdì 30 ottobre dalle 16.30 alle 18.30 si incontreranno all’Università di Udine, nell’ambito del seminario almeno una trentina di amministratori locali, consiglieri regionali e parlamentari della nostra regione preoccupati delle possibili conseguenze nefaste di questo provvedimento legislativo. 
L’incontro si pone l’obiettivo di attivare cittadini e Amministratori locali affinché facciano sentire la loro voce, chiedendo al Parlamento che nel momento della conversione in legge del decreto (il 3 novembre è prevista la prima discussione in Senato) il testo venga modificato almeno togliendo l’acqua dalle privatizzazioni.
Nell’occasione verrà anche lanciata l’adesione alla campagna nazionale “Salva l’acqua”,
appello contro la privatizzazione dell’acqua.

PROGRAMMA:

Introduzione al dibattito
Massimo Moretuzzo – CeVI
Le conseguenze del processo di privatizzazione in atto sulla gestione servizio idrico integrato in Friuli Venezia Giulia

Alessio Alessandrini – Presidente di “Acque del Basso Livenza S.p.A.”

Sono previsti interventi di:
Debora Serracchiani – Europarlamentare
Enio Decorte – Assessore all’ambiente Provincia di Udine
Mara Černic – Assessore all’ambiente Provincia di Gorizia
Furio Honsell – Sindaco di Udine

Hanno confermato la partecipazione al dibattito:
Antonio Nonino – Presidente AMGA
Eddi Gomboso Presidente CAFC
Vittorino Boem – Sindaco di Codroipo
Pietro Del Frate – Sindaco di San Giorgio di Nogaro
Ennio Scridel – Sindaco di Fiumicello
Andrea Cecchini – Sindaco di Mereto di Tomba
Geremia Gomboso – Sindaco di Lestizza
Mario Cristofoli – Sindaco di Castions di Strada
Paolo Menis – Consigliere regionale
Lorenzo Croattini – Assessore all’ambiente Comune di Udine
Kristian Franzil – Assessore all’Istruzione, alla Coop. Internaz. Comune di Udine
Paolo Clemente – Assessore Ambiente Comune di Buttrio
Ivan Snidero – Assessore all’Ambiente e Att. Produtt. Comune di Cervignano
Enrico Mossenta – Assessore all’Ambiente Comune di Pradamano
Marco Duriavig – Consigliere comunale Comune di Tavagnacco
Federico Pirone – Consigliere comunale Comune di Udine
Oscar Marchese – Assessore all’Ambiente Comune di Remanzacco
Silvano Buttignon – Presidente CRELP – Coordinamento Enti Locali per la Pace

Una risposta a “Udine: convegno “Il futuro dell’acqua il Friuli Venezia Giulia: bene comune o business per pochi?”

  1. Aggiornamento del 31/10/2009

    di CRISTIAN RIGO

    «Salvare l’acqua del Friuli dall’assalto delle multinazionali e difendere i cittadini dalle super bollette». Questo l’appello lanciato ieri dal Cevi. Un appello che ha raccolto subito l’adesione di decine di sindaci, politici e pure di Cafc e Amga. Perché il business dell’acqua fa gola a molti e con la riforma all’esame del Parlamento c’è il rischio di spalancare le porte alla privatizzazione.

    E le conseguenze, secondo gli esperti del Centro di volontariato internazionale (Cevi) potrebbero essere «drammatiche». A incominciare dal costo delle bollette. Due esempi su tutti: a Latina e Arezzo – fa sapere il Cevi – dove la privatizzazione è un fatto compiuto le tariffe sono aumentate del 300%». Ma quello dei costi a carico dei cittadini (che comunque dovranno aumentare per consentire di rinnovare acquedotti, depuratori e fognature: quest’anno mediamente l’incremento in provincia è stato del 30% per finanziare un piano di investimenti da 50 milioni di euro) è solo uno degli aspetti criticidel decreto che dovrà essere convertito in legge. «Se il testo non sarà modificato – hanno evidenziato Massimo Moretuzzo e Marco Iob del Cevi – i gestori locali dei servizi idrici, con il loro patrimonio di conoscenze e strutture verranno smantellati e spazzati via da colossi multinazionali che anche in Fvg si occuperanno della gestione di un servizio dagli importanti risvolti sociali ed economici come quello dell’acqua. I centri decisionali di un bene locale come l’acqua verranno spostati fuori regione, se non direttamente fuori Italia con la conseguenza che i cittadini non saranno più considerati tali, ma diventeranno semplici clienti, mentre i sindaci verranno espropriati del loro ruolo di gestori delle risorse idriche del territorio».
    Ecco perché il Cevi ha lanciato un appello ai parlamentari friulani per chiedere di bloccare la riforma o per lo meno di escludere l’acqua dalla riforma non considerandola un bene “a rilevanza economica”. Anche perché – ha illustrato Alessio Alessandrini, presidente di Acque del Basso Livenza – «questa norma impedirà gli affidamenti diretti del servizio». Tanto che il sindaco Furio Honsell l’ha definita una legge «pessima che non tiene in nessuna considerazione la complessità del fenomeno e che rischia di portare a un imbarbarimento del quadro generale penalizzando un sistema che funzione come quello degli Ato affiancato da gestori pubblici». E se l’assessore all’Ambiente della Provincia, Enio Decorte ha sottolineato la necessità di un «serio controllo pubblico», il presidente del Cafc, Eddi Gomboso ha invitato tutti i gestori ad attivarsi per opporsi alla riforma evidenziando anche «la necessità di arrivare a una semplificazione con un unico gestore almeno a livello provinciale». Come dire insomma che l’unione fa la forza. Tanto che a parere del presidente dell’Ato, Andrea Zuliani «un gestore unico a livello provinciale potrebbe anche competere con le multinazionali in una gara». Ma il rischio sarebbe altissimo. Un rischio che il Cevi e i sindaci intervenuti ieri al convegno organizzato nella sede dell’ateneo friulano, non intendono correre

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