Udine: Honsell accanto ad alcuni disabili su una sedia a rotelle per capirne i problemi

di Alessandra Ceschia

Bloccati dalla ghiaia, da un gradino, da un sampietrino. Cittadini senza diritto di cittadinanza, nei bar, nelle farmacie, negli ambulatori, nelle banche. La città può cambiare aspetto se la si guarda a un metro di altezza, seduti su una carrozzina. Ed è da quella prospettiva che il sindaco Furio Honsell ha voluto vederla, ieri percorrendo il centro, accanto ad alcuni disabili su una sedia a rotelle e assumendo precisi impegni per rendere la città più accessibile, a partire dalle fermate per l’autobus attrezzato lungo la linea 1, per proseguire con l’abbattimento delle barriere architettoniche, dai marciapiedi di via Mercatovecchio alla rampa di piazza Matteotti. Un impegno da parte del Comune, cui deve corrispondere quello dei commercianti ed esercenti ai quali il sindaco ha rivolto un appello in questo senso. «È l’ambiente che rende disabili» ha detto Honsell prima di salire sulla carrozzina e annunciare la necessità di una “rivoluzione copernicana”. I numeri. Su 1.100 edifici pubblici o aperti al pubblico censiti, solo il 41% risulta accessibile a una persona che si sposti utilizzando una carrozzina. I dati affiorano attraverso un censimento effettuato dalla sezione udinese dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare. Tracciano il profilo di una città che, pur avendo intrapreso un progressivo cambiamento, risulta ancora per molti versi off-limits. Risulta accessibile ai disabili il 47% delle chiese e dei luoghi di culto, degli esercizi commerciali e delle scuole, il 44% delle farmacie, il 19% degli alberghi e degli hotel, il 50% delle biblioteche, il 50% delle banche, il 4% delle assicurazioni, il 60% dei musei e delle gallerie e appena l’1% di sindacati e patronati. Gli ambulatori. Solo 12 su 102 ambulatori dei medici di famiglia e dei pediatri sono accessibili, va poco meglio per quanto riguarda i servizi sanitari, accessibili al 32%. «Si tratta di servizi vitali per noi che, di quegli ambulatori abbiamo spesso bisogno» ha commentato Innocentino Chiandetti, consigliere Uildm illustrando carenze che si riverberano penalizzando la qualità della vita in città per chi già subisce pesanti limitazioni. I bagni. «C’è solo un bagno pubblico accessibile in centro nella galleria di palazzo d’Aronco e per di più è chiuso in pausa pranzo. E lontano dal centro ce n’è solo uno al parco del Cormor» ha segnalato Rita Turissini puntando l’indice su una carenza che accomuna pubblico e privato. Sono infatti meno di una decina i bagni accessibili nei bar, ristoranti e caffè in città, solo il 2% dei locali ne dispone. «Per rendersene conto basta guardarsi in giro: il Contarena, il bar Al Duomo, il caffè Ramabdolo, l’Albergo Italia» ha elencato Vittorio, 87 anni, da poco sulla sedia a rotelle. La traversata. Dalla galleria Tina Modotti a via Paolo Sarpi, da via Mercatovecchio a palazzo d’Aronco affrontando una rampa che, a dispetto della regolare pendenza dell’8%, non è facile da risalire, nè tanto meno da scendere per chi è inchiodato su una carrozzina. A seguire Honsell, che per un’ora ha affrontato la città spingendo una sedia a rotelle in risposta all’invito della sezione udinese dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare di Udine, c’era una decina di disabili, ma anche anziani e mamme con la carrozzina. Accanto a lui l’assessore alla mobilità Enrico Pizza e la responsabile del servizio viabilità e mobilità impegnati a raccogliere segnalazioni. «Non è folclore, nè demagogia ma un segno di attenzione compiuto nel massimo rispetto – ha chiarito Honsell commentando l’esperienza –. Ed è stata molto istruttiva, poichè mi ha consentito di prendere coscienza di alcuni problemi di cui non avevo mai potuto rendermi conto».