Udine: parte la sperimentazione per la casa domotica

Nella foto: Fanizza e Honsell.

Schermi touchscreen, comandi vocali, segnalazioni acustiche per avvisare di perdite d’acqua o di fuoriuscite di gas, frigoriferi che avvertono che lo sportello è aperto. Tecnologie domotiche all’avanguardia perché le case siano più sicure e permettano più autonomia anche alle persone di una certa età  o con disabilità. C’è tutto questo e molto altro negli appartamenti del progetto Re-freedom, l’iniziativa di ricerca industriale co-finanziata dalla Regione e portata avanti dal Comune di Udine, Friuli Innovazione e Rino Snaidero Foundation, insieme con le associazioni di disabili di Udine chiamate a contribuire alla fase sperimentale per una partecipazione diretta dei cittadini con deficienze acustiche, visive o cognitive.

E proprio a conclusione dei lavori di allestimento di uno dei due appartamenti interessati dal progetto, il sindaco di Udine, Furio Honsell, e l’assessore alla Pianificazione territoriale e Agenda21, Mariagrazia Santoro, hanno assistito alla presentazione degli innovativi sistemi messi a punto dai ricercatori guidati da Felice Pietro Fanizza, direttore della Rino Snaidero Foundation, e alla presenza anche di Ernestina Tam, responsabile del coordinamento delle associazioni disabili provinciale di Udinee del direttore di Friuli Innovazione, Fabio Feruglio, e del team tecnico che sta lavorando al progetto.
“Si tratta di un progetto – spiega Honsell – che ho personalmente voluto come sindaco e come membro del Comitato tecnico scientifico della Rino Snaidero Scientific Foundation. Una progettazione, dedicata alle persone più fragili, congiunta tra vari partner e che considera la diversità come opportunità e come arricchimento. È l’ambiente, infatti, che rende disabili e non viceversa. Sono quindi molto lieto della collaborazione con Friuli Innovazione e con la Regione Friuli-Venezia Giulia che ha cofinanziato al 50% con il Comune di Udine questo progetto”.
Terminata la fase di allestimento, si tratta ora di testare tutti i dispositivi installati nell’appartamento al quinto piano di via Mantova, prima di giungere alla conclusione del progetto che interesserà anche un altro appartamento al piano terra in via Colugna, sempre di proprietà del Comune. Test che verranno effettuati anche “sul campo” con l’aiuto delle associazioni dei disabili, destinatari, nonché co-protagonisti in questa fase, dell’intero intervento.
“Sono molto contenta – spiega l’assessore Santoro, che ha seguito l’iniziativa insieme agli uffici di Agenda21 – di come si sia riusciti a coniugare innovazione, nuove tecnologie e partecipazione dei cittadini. Per gli appartamenti che saranno riservati alle fasce della popolazione più debole, infatti, sono state utilizzate delle applicazioni spesso non rintracciabili in commercio. Questo per poter offrire – conclude – il meglio a tutte quelle persone che hanno bisogno di assistenza direttamente a casa in un ambiente familiare, cercando così di diminuire il più possibile i casi di istituzionalizzazione in centri per anziani o case di cura, avvicinando sempre di più i servizi ai cittadini, come quelli già esistenti come No alla SolitUdine”.
articolo dal sito della Vita Cattolica