Udine: salviamo il Centro sismologico e l’OGS

di LUANA DE FRANCISCO

Dal terremoto del 1976, tengono sotto costante monitoraggio il Friuli e l’intera area transfrontaliera. Ma da giovedì – cioè dal giorno in cui il governo ha deciso la soppressione dell’Ogs di Trieste –, è sotto i loro stessi piedi che gli esperti della sede udinese del Centro di ricerche sismologiche sentono tremare il terreno.

Proprio loro, che in tanti anni di attività hanno voluto e saputo allargare la propria rete di collaborazioni, fino a diventare il punto di riferimento per una sessantina di stazioni sismometriche sparse tra l’Italia nord-orientale e i Paesi confinanti , ora temono di vedere annullata, con un solo colpo di spugna, tutta l’operatività e la capacità di manovra che da sempre li contraddistingue.<br />«L’assorbimento dell’Istituto triestino di oceanografia e geofisica sperimentale nel Cnr (di cui il Csr rappresenta uno dei dipartimenti, ndr), previsto dalla manovra correttiva del governo, ci spaventa e preoccupa – afferma Paolo Comelli, direttore del Dipartimento che ha doppia sede a Udine e Trieste –. Il rischio è che in questo modo, con una riga o poco più scritta in una notte su un documento allegato alla manovra, si vengano a perdere la dinamicità e la snellezza operativa che soltanto una catena di comando corta, come quella che avevamo fin qui mantenuto, può garantire. Nessuno dice che le sinergie e gli accorpamenti non siano possibili – continua –, ma l’importante è che a farli sia chi ne ha la competenza. E il nostro ministero già da tempo è al lavoro con un’operazione che, entro quattro mesi, dovrà portare al riordino di tutti gli enti di ricerca» .
Ecco perché, da giovedì sera, anche i dipendenti di via Treviso sono in assemblea permanente e, da ieri mattina, davanti alla sede è stato affisso un cartellone di protesta. A Udine, la mobilitazione interessa una ventina di persone, tra tecnologi, ricercatori, tecnici e amministrativi. Gli stessi che, in autunno, contano di inaugurare la palazzina costruita accanto all’attuale sede e al traliccio attraverso il quale il Centro comunica – via radio, internet, Gprs e satellite – con i colleghi del Nord-est, dell’Austria e della Slovenia.
Comunicazioni che, naturalmente, non si interrompono neppure di fronte allo stato di agitazione in corso in queste ore. «Il servizio di allerta sismico alla Protezione civile e alle altre stazioni con le quali siamo in contatto – rassicura l’ingegner Comelli – continua a funzionare». Nè potrebbe essere altrimenti, vista la delicatezza del compito assegnato al Dipartimento. «I nostri sismografi – continua – misurano e trasmettono in tempo reale le vibrazioni del terreno al Centro, per la localizzazione delle sorgenti delle onde sismiche. In media, prendendo in considerazione soltanto le scosse percepite dalla popolazione, se ne registra almeno una a settimana». Quella più potente, per gli addetti ai lavori, è arrivata da Roma e ha per epicentro l’Ogs e tutti i suoi dipartimenti

3 Risposte a “Udine: salviamo il Centro sismologico e l’OGS”

  1. Mi viene da pensare che a Roma non sappiano cosa sia l'OGS (magari hanno l'hanno scambiato per qualche organismo sportivo)!

    Ardovig

  2. L'ho pensato anch'io, ma la cosa grave è che l'assessore Rosolen (appena defenestrata) scrive a Roma per salvare l'OGS, mentre il Presidente Tondo non ci pensa nemmeno ed è d'accordo con la sua dismissione.

    Bel governo nazionale  e regionale  abbiamo: chiudono gli enti che economicamente o in ambito scientifico sono "in-utile"  togliendo il trattino in mezzo alle parole …

  3. A dirla tutta io mi sono un po stupito leggendo l'articolo del messaggero che riporta che ci sono 260 dipendenti.
    Voi no?

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