Università di Udine chiusa nelle vacanze di Natale

Taglia che ti taglia, arriva il momento delle scelte e per il Rettore Compagno la scelta è stata quasi obbligata: l’Università di Udine chiude, solo nelle ferie Natalizie e per soli 15 giorni, ma è la prima volta che accade nella sua storia.   La decisione è stata deliberata mercoledì dal Cda. Obiettivo contenere i costi di funzionamento, con un risparmio di circa 300mila euro, che saranno impiegati per abbattere il disavanzo corrente di 5,4 milioni di euro.

«È un’azione che fa parte del piano di grande razionalizzazione che stiamo mettendo in atto ha spiegato ieri il rettore Cristiana Compagno -, chiedendo sacrifici a tutto campo», per far fronte al cronico sottofinanziamento di cui soffre l’ateneo. Nelle casse dell’Università friulana sono mancati all’appello 95 milioni di euro in sette anni, perché i fondi ministeriali continuano ad essere distribuiti secondo la spesa storica e non guardando agli indici di qualità. Udine è perciò al quarto posto tra le università italiane più sottofinanziate. Dal 24 dicembre al 6 gennaio, quindi, chiuse tutte le sedi. Personale in ferie (sono cinque i giorni lavorativi, 3 a dicembre e 2 a gennaio) e studenti sui libri, ma a casa. «Tutti hanno capito e si sono resi collaborativi ha sottolineato Compagno -, tanto che la decisione è stata presa senza problemi».Tenere le porte aperte, all’ateneo costa oltre 18mila euro al giorno. Con la sospensione delle attività si risparmieranno 100mila euro a dicembre e 200mila a gennaio. Resterà attivo solo Palazzo Florio, ma non funzionerà il riscaldamento.

Un’austerity che il rettore vuole comunque leggere in termini positivi, perché siamo qui per costruire. Dobbiamo dimostrare tutta la nostra efficienza per chiedere sostegno allo sforzo sovraumano che stiamo compiendo. Ma attenzione, ha avvertito il rettore: «Per quanto si possa fare, a regime riusciremo a risparmiare un milione di euro, a fronte di un sottofinanziamento di 13 milioni l’anno».

Anche per questo ha definito il Patto per l’Università, quello che sarà siglato a fine ottobre per rilanciare il raccordo con il territorio che l’ha voluta, «un fatto storico e un unicum in Italia. Così riaffermiamo la vera genesi dell’università, cioè la sua natura sociale e collettiva». Il Comitato che presiede al Patto, ha aggiunto, «non è un Comitato per la difesa dell’ateneo del Friuli, perché questo non ha una debolezza intrinseca. Non abbiamo nulla da cui difenderci ha concluso -, se non dal sistema Paese che si sta disimpegnando dalla formazione».