Valli del Natisone: il 23 giugno è protagonista il Kries

di CRISTINA BURCHERI

Nelle Valli del Natisone, la notte di San Giovanni (a cavallo tra il 23 e il 24 giugno), si illumina di fuochi. Questa antica festa del solstizio d’estate ha come protagonista il kries: un falò che prolunga nella notte la luce del giorno più lungo dell’anno . Con l’avvento del cristianesimo questo rito di passaggio di matrice pagana è stata dedicata a San Giovanni, mantenendo comunque intatta l’unicità di questa notte a cui sono legate pratiche particolari che riguardano maggiormente la sfera femminile come la confezione dei križaci e krancelni (croci e ghirlande) con fiori di campo, la divinazione del futuro con il bianco d’uovo, la raccolta della rugiada all’alba. Tradizioni che rivivono anche quest’anno nelle Valli del Natisone che domani sera alle 20 si concludono prima con un “calice di fiori” presso la trattoria “Sale e Pepe” di Stregna, all’agriturismo “Casa delle rondini” a Dughe e ad Altana nella trattoria “da Walter”. La festa prosegue alle 21.30 con l’accensione del kries a Tribil inferiore. Altri fuochi di San Giovanni saranno accesi in diversi paesi delle Valli del Natisone. Per il programma completo della “Festa di San Giovanni”: www.comune.stregna.ud.it In tutto il Friuli di una volta la notte di San Giovanni era considerata propizia per tentare previsioni (argomento approfondito nell’appuntamento di lunedì scorso). A essa erano riferiti anche antichi riti magico-agrari connessi con l’acqua e con la rugiada – celebre è il mac di san Zuan – e altri legati al fuoco come l’accensione di grandi falò e il lancio das cidules: probabili estensioni nostrane di quei fuochi giovannei che, per diffusione nell’uso, erano e sono tra i più popolari d’Europa. Il lancio di rotelle, caratteristico della montagna friulana, è anche tradizionale presso i popoli tedeschi: il Funkensonntag o Scheibensonntag è la domenica delle scintille o delle rotelle. In area francese si celebra la fête de brandons (chidôle, schibée). In Inghilterra il Firebrand – Sunday. Riti molto simili si fanno in Carinzia e Carniola, a Cortina d’Ampezzo e in Trentino. In Val Venosta e nell’Alto Adige vengono descritte «ruzzole di legno verniciato, di numero, colore e proporzioni a volontà». Ma anche in Svizzera, in Polonia e in Bulgaria. In area slava, nell’Alto Isonzo è nell’Alto Natisone, le rotelle sono chiamate šiba o šibra, a Caporetto invece le conoscono come il fageta che lo studioso Maticetov fa derivare probabilmente dal friulano fûc.