x il Sindaco Cuzzi nessun problema

Dal MV di oggi

Nessun danno all’immagine del Comune, nessun motivo di preoccupazione per la cittadinanza. Il sindaco di Tolmezzo Sergio Cuzzi ha le idee chiare sul trasferimento nel carcere di via Paluzza del boss mafioso Nitto Santapaola: «Alcuni anni fa – ha raccontato – ho avuto modo di visitare la sezione di massima sicurezza del carcere con il presidente della Commissione Giustizia e si tratta di un mondo a sé rispetto al resto della struttura». 
«Non c’è alcun modo di entrare in contatto con i detenuti, come invece può avvenire nel resto della casa di detenzione, dove spesso sono promosse iniziative per l’integrazione con la realtà esterna. È un vero e proprio carcere nel carcere ed è molto sicuro. Per questo – ha aggiunto il primo cittadino – credo sia giusto lanciare messaggi di distensione alla popolazione, che non si deve preoccupare».
Per Cuzzi, la presenza di Santapaola nel carcere di Tolmezzo non influisce in alcun modo sulla quotidianità della comunità locale, nemmeno da un punto di vista dell’immagine: «Come amministrazioni locali – ha precisato – dobbiamo collaborare nella lotta alla criminalità senza sollevare problemi. Quella di Tolmezzo è una casa di detenzione di massima sicurezza e già in passato ha ospitato personaggi di un certo calibro. Lo ripeto, non mi sento preoccupato».
Nessun allarmismo anche dal Procuratore di Tolmezzo, Enrico Cavalieri, che si è limitato a ricordare come «in passato siano già stati custoditi altri personaggi noti alle cronache nella struttura di via Paluzza». «È una cosa normale visto che si tratta di un carcere con una sezione di massima sicurezza, che è perciò strutturata per detenuti di questo tipo».
Nonostante la tranquillità dimostrata dai rappresentanti delle istituzioni, un po’ di preoccupazione in paese c’è, dovuta soprattutto alla figura di Santapaola, esponente di spicco della mafia siciliana. Per molti è sufficiente che il boss si trovi a pochi passi dal centro di Tolmezzo per sentirsi in soggezione e poco tranquilli.

Il giornalista che ha scritto l’articolo, si è però lamentato di non aver potuto parlare con la persona che (stranamente) si trovava alle spalle del sindaco mentre lo intervistava 🙂

Una risposta a “x il Sindaco Cuzzi nessun problema”

  1. Il trasferimento del boss Nitto Santapaola dal carcere di Spoleto a quello di Tolmezzo, riporta l’ attenzione sulla presenza di pericolosi criminali mafiosi sottoposti all’art. 41 bis nel capoluogo carnico.

    Il centro di detenzione di Tolmezzo venne realizzato vent’ anni fa per impulso dei politici del tempo che lo ritennero indispensabile per il mantenimento del Tribunale carnico e venne aperto in mezzo alle contestazioni per il suo eccessivo dimensionamento rispetto alle esigenze locali.

    La presenza del pericolosissimo esponente di Cosa Nostra ci pone nuovamente di fronte all’ interrogativo su quale utilità abbia una struttura detentiva del genere per il territorio friulano ed il suo impatto sulla Carnia.

    Non è difficile immaginare che l’ arrivo dell’ ennesimo mafioso di spicco si tramuterà nel maggior controllo all’interno e all’esterno del carcere, nella presenza sul territorio dei famigerati G.O.M. (reparto speciale di sorveglianza di reclutamento non locale) e probabilmente nel trasferimento delle attuali guardie penitenziarie in altre strutture. Nella zona potrebbero entrare in vigore norme e controlli più severi per evitare il rischio di infiltrazioni, uscite di missive o ancor peggio di evasioni o attacchi dall’esterno.

    Santapaola, con il recente episodio dello scambio degli anelli, ha dimostrato che il pericolo di infiltrazioni esiste anche nelle strutture di massima sicurezza.

    Un quadro del genere non può che sollevare forti preoccupazioni di ordine pubblico e sociale, aggiungendosi al clima già teso per i carnici che percepiscono da una parte l’ eccessiva ingerenza da parte delle forze dell’ ordine sulle loro normali attività e dall’ altra il pericolo di corruzione della loro struttura sociale da parte di elementi esterni.

    Un conto è garantire la sicurezza dei residenti, un’ altra è blindare il territorio per gestire i problemi che lo Stato non è in grado di regolare in altre regioni.

    Alle richieste di autonomia che il Friuli e la Carnia in particolare rivendicano da anni con sempre maggior forza, lo Stato non può e non deve rispondere solo con i controlli oppressivi della Guardia di Finanza (vedasi episodi degli ultimi mesi), con i posti di blocco ad ogni piè sospinto da parte di Carabinieri e Polizia (almeno si coordinassero) e con l’ inserimento di mafiosi in regione.

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