Carnia: Barazzutti «Lasciamo che i Comuni si gestiscano l’acqua»

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(t.a. dal MV di oggi)

I Comitati chiedono alla Regione di intervenire per tutelare i Comuni montani, riconoscendo loro la piena e incondizionata facoltà di gestire singolarmente o in forma associata il servizio idrico indipendentemente dal numero di abitanti. E citano esempi di Regioni che, pur essendo a statuto ordinario, hanno agito in questa direzione, come la Liguria, dove i Comuni fino a tremila abitanti possono fare ciò, e il Lazio, dove è stata approvata all’unanimità una legge di iniziativa popolare sulla gestione del servizio idrico da parte di enti pubblici. Franceschino Barazzutti, presidente del Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, mostra l’interpellanza che sarà fatta pervenire, attraverso i consiglieri regionali, alla governatrice Debora Serracchiani, visto che i sindaci non fanno il passo ufficiale di chiedere alla Regione di tutelare le loro realtà e il rischio è finire nel tritacarne delle multiultilty. «Tu, Regione, che non conterai niente di fronte a questi colossi emiliani – dice – devi tutelare il nostro territorio e le nostre ricchezze». Barazzutti chiede a Serracchiani, ricordandole la delega alla montagna, un articolo di legge senza limiti di abitanti per la gestione in proprio del servizio. E cita le soluzioni trentina e bolzanina: Comuni pienamente competenti e autonomi di portare l’acqua dalle sorgenti ai rubinetti, oltre che di costruire e gestire le fognature interne agli abitati, mentre al di fuori dell’abitato la competenza è di un’agenzia provinciale. In Trentino su 217 Comuni, 20 gestiscono il servizio in consorzio, gli altri autonomamente. Per Barazzutti il neo di Carniacque, per quanto i Comuni facciano bene a rilevare le quote di Amga in Carniacque per non finire in Hera, rimane che è una spa, opera su un territorio e con spese enormi a fronte di pochi utenti. Per lui il servizio va decentrato ai Comuni e se si voleva centralizzare il servizio tanto valeva farlo con la Comunità montana o col Bim. Per lui di depurazione potrebbe occuparsi la Comunità montana e per il resto del servizio i Comuni. L’interpellanza chiede lumi sulle ripercussioni della fusione Amga-Hera su Carniacque e di quest’ultima chiede la situazione economica, finanziaria e patrimoniale. Intanto ieri il commissario della Comunità montana della Carnia, Lino Not, si è incontrato con i vertici di Amga e la prossima settimana partiranno le lettere di Amga a tutti i soci di Carniacque per chiedere loro se vogliono rilevare le quote di Amga in Carniacque.