Bruce in Friûl il 23 luglio 2009

Non ha mai smesso di correre e continua a farlo anche adesso: sarà lui il re dell’estate musicale del Friuli Venezia Giulia con il concerto che si terrà il 23 luglio allo stadio di Udine. Sarà una delle tre date italiane di Springsteen; le altre sono previste a Roma (il 19) e a Torino (il 21). Non sono in programma tappe nell’Europa dell’Est, quindi è facilmente pronosticabile uno stadio stracolmo di fans provenienti anche da Austria, Germania, Slovenia e Croazia.L’annuncio è stato dato ieri da Barley Arts, che organizza l’evento con Azalea Promotion, l’assessorato alle attività produttive della Regione – Ospiti di gente unica, il Comune di Udine e il No borders music festival (biglietti da 40,25 a 92 euro; informazioni sul sito www.azaleapromotion.it).
Springsteen torna in Friuli dopo la memorabile prima volta del 4 ottobre 2006, quando infiammò gli undicimila di villa Manin con il concerto acustico che portava in giro quell’anno per lanciare lo stupendo omaggio alla sua America racchiuso in We shall overcome – The Seeeger sessions. Se quel concerto ci entusiasmò, questo sarà – se possibile – ancora migliore, perché sarà elettrico, molto rock, e perché il Boss salirà sul palco udinese con la mitica E Street Band. Assieme a questi formidabili e inseparabili musicisti ha registrato il nuovissimo album Working on a dream, con ovvia dedica a Barak Obama, da domani nei negozi. «Spero – dice Bruce – che il disco sia riuscito ad afferrare l’energia espressa dalla band reduce da alcuni fra i più eccitanti show che abbiamo mai fatto. Tutte le canzoni sono state scritte in pochissimo tempo, abbiamo utilizzato quasi tutte prime registrazioni e ci siamo davvero divertiti a fare questo disco dall’inizio fino alla fine».
Nato per correre, insomma, questo eroe americano armato di chitarra, questo figlio di Guthrie e Dylan, Orbison e Fogerty, questo figlio della sua terra che ama quando va amata che critica quando va criticata. La sua vita parla per lui, le sue canzoni parlano per lui, sono lui, fin dai timi saluti da Asbury Park a Magic, dall’epopea 1973-1987, stagione che racchiude tutti i suoi capolavori (il citato Greetings, The wild, the innocent & The E Street shuffle, Born to run, Darkness on the edge of town, The river, Nebraska, Born in the Usa e Tunnel of love: dovete averli!). Un Bruce appassionato per la sua America, sia camminando per le strade di Filadelfia sia dichiarando il proprio amore per Steinbeck in Tom Joad, sia stimolando la sua gente a… The Rising dopo l’apocalisse dell’11 settembre.
Il Boss ha sempre avuto un sogno: un Paese più giusto, senza povertà, con lavoro e opportunità per tutti, con leggi eque e con un’arte libera. Ha scommesso su Obama e ha vinto, ha coronato il sogno. Adesso ce lo canta in 13 quadri, come racconta meglio qui sotto Daniele Picco, il fan più fan che ci sia mai capitato di conoscere. Il Boss è di nuovo on the road, sempre a caccia di storie da raccontare, di gente cui dare una voce e una dignità. Ieri come oggi.Sì, Springsteen è il testimone più autentico che l’America possa avere oggi, coerente e onesto in questi 36 anni di canzoni, innamorato della propria arte e amatissimo dai fan, ai quali si dà sempre senza risparmio, ovunque. Anche in Friuli è molto amato, anche a Udine, dove stasera (non stop dalle 18.30 all’Angolo della musica) ci sarà una sorta di gioiosa veglia aspettando il disco, aspettando i primi biglietti. E ci sarà sicuramente qualcuno che tirerà fuori la chitarra, perché tutti, baby, siamo nati per correre».