Carnia: assalto allo Zoncolan, e la “casetta” funziona

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di Antonio Simeoli

Ci siamo, stavolta ci siamo. Dopo le cinque tappe del Giro d’Italia in undici edizioni, dopo che la montagna carnica è stata esportata grazie alla tv e al web in tutto il mondo ora lo possiamo dire: il turismo sullo Zoncolan sta decollando anche d’estate. E alla grande. Ne abbiamo avuta una prova sabato mattina. Sfidando il kaiser in bicicletta. Una sofferenza, specie per chi non ha nemmeno le gambe degne per lustrare gli scarpini ai big del pedale, ma ripagata da quanto visto sui 10,3 chilometri di salita da Ovaro, il versante celebre, l’ascesa più difficile d’Europa, e soprattutto ai 1.730 metri della vetta: uno spettacolo. Perchè lo Zoncolan, che solo il 31 maggio ha ospitato la tappa decisiva del Giro d’Italia vinto da Quintana, è ormai preso d’assalto da ciclisti, motociclisti e turisti in genere. Che arrivano da tutta Europa (e non solo) anche solo per vedere da vicino la montagna che fa parlare di sè da anni per la sua durezza, ma anche per la sua spettacolarità. Intanto la scalata. Già da Ovaro la musica è ancora più bella rispetto solo all’anno scorso. Due ciclisti provenienti dall’Emila Romagna infatti posano per la foto ricordo prima della partenza sotto l’arco voluto dal Comune. Poi la salita, abbordabile fino a Liariis e altri ciclisti. Due, tre, un altro nella piazzetta di Liariis. Un altro ancora sulla terrificante rampa iniziale, la porta dell’inferno, quella dove cominci a chiederti chi te l’abbia fatto fare a passare almeno la prossima ora solo con due compagni di avventura: la sofferenza e le pendenze costanetente sopra il 13 per cento. Metà salita, quota 1.200 metri, ancora due ciclisti in mountain bike. Vanno sù a fatica, ma hanno la tripla (beati loro). Cinquanta metri al bivio per Malga Pozof, per chi conosce la salita è una specie di oasi del deserto. Se lo vedi, dopo che ti sei convinto che non sia un miraggio ma la realtà, sai che il peggio è dietro le spalle. C’è un cicloturista friulano che, vinto dalla fatica, sta per mettere il piede a terra. No! Non adesso. Poi la strada concede la tregua desiderata, c’è persino un breve tratto di discesa pèrima della dura rampa che porta alla prima delle tre gallerie. A destra un panorama mozzafiato su Ovaro e le sue frazioni della valle. Quindi gli ultimi 500 metri. Ancora 4 ciclisti, tre escursionisti a piedi (che ti incitano) e una serie di Vespe lanciate verso la vetta. Gli anziani motori del mitico mezzo Piaggio fanno fatica, sbuffano, ma arrivano in quota. Ce ne sono almeno una settantina di motociclette. Arrivano da tutta Europa. L’associazione udinese “Vespa on-line” ha organizzato tutto: due giorni di raduno, sosta obbligata sullo Zoncolan, altre tappe enogastronomiche in Carnia e pernottamento sul Passo Pramollo, versante italiano. I motociclisti posano volentieri per la foto di gruppo. Incoraggiano i ciclisti che raggiungono la vetta. Incoraggiano e rispettano: riconoscono che la fatica vera l’han fatta loro. E poi si avvicinano, come i ciclisti, alla casetta che da pochi giorni i Comuni del patto dello Zoncolan (Ovaro, Sutrio, Lauco, Ravascletto e Comeglians) hanno fortemente voluto a due metri dal monumento al ciclista e all’effige dell’indimenticabile Franco Ballerini. La casetta è gestita, per quest’anno, dalla Pro Loco di Sutrio. Una volontaria vende i gadget con il logo Zoncolan: magliette, felpe, zainetti, illustra ai turisti possibili itinerari. In molti chiedono gli adesivi ricordo. Non ci sono, ma siamo sicuri che Turismo Fvg (e in particolare il direttore Michele Bregant) rimedieranno presto. Il panorama è impagabile. Si avvicina un cicloturista ligure. È arrivato (in auto) dalla Val Badia, il giorno dopo avrebbe fatto la Maratona delle dolomiti, «ma dovevo allungare fino sullo Zoncolan per vedere questa salita», dice. Meraviglioso. Ora davvero il Kaiser comincia a essere il motore del turismo in Carnia.

Una risposta a “Carnia: assalto allo Zoncolan, e la “casetta” funziona”

  1. Speriamo che il versante Sutrio non sia geloso ma partecipi all’offerta turistica visto che ha poco da invidiare a Ovaro.

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