Friuli: deregulation edilizia e “mâl dal modon”

mattoniIn una regione come la nostra è sempre esistito il cosiddetto "mâl dal modon" (ho scritto anche una canzone su questa malattia tipicamente Friulana), preoccupano le norme e misure che il Premier Berlusconi si prepara ad emanare, come toccasana tipicamente Italiano per uscire della crisi che ci sta attanagliando. In buona sostanza si dice agli Italiani di fregarsene altamente di qualsiasi prescrizione, legge o regolamento urbanistico e di fare un po’ come gli pare magari aumentando le cubature, coprendo portici e terrazze, basta che la parola d’ordine sia ristrutturare, demolire e ricostruire. Ora, che anche nella nostra terra che l’urbanistica non sia una scienza perfetta e le case siano state costruite col criterio del "un cjâf e un çocul" (una testa e uno zoccolo) è abbastanza evidente: due abitazioni contigue non sono mai simili tra di loro, mai un elemento che possa in qualche modo armonizzarle, anzi sembra quasi che ci sia stata una gara per dimostrare di quanto diverse tra di loro posso essere la cultura e le possibilità economiche di due vicini di casa. In pratica è la riedizione in termini edilizi dell’acquistare auto sempre più potenti e veloci, che poi altro non è che un modo per cercare di dimostrare chi tra i due è più virile. Và detto che ci hanno messo del loro anche geometri, periti e architetti vari, che hanno visto nell’egoistico "la me cjase a è plui biele da tô" la possibilità di guadagnarci di più alle spalle di vincoli paesaggistici o semplicemente del buon gusto. Ovviamente anche gli uffici tecnici e le "omissioni" delle giunte comunali in merito hanno fatto il resto, a volte chiudendo un occhio o semplicemente sfruttando l’occasione per fare cassa. Quindi dopo i mini boom dell’edilizia con migliaia di stanze edificate in maniera abusiva sull’onda dei due condoni del governo Berlusconi (che non per nulla nasce e deve le sue fortune al suo passato da immobiliarista e costruttore) del 1994 e del 2003, adesso che cosa dovremmo aspettarci? In tv e sui media in questo periodo, tutti a dire che per uscire da questa crisi economica si deve puntare sull’innovazione, sulla cultura e sulla ricerca. Da noi con queste norme si punta invece sulla deregulation, sul "fare i furbi" e come unica grande innovazione si propone di scavalcare la concessione comunale e sostituita dalla semplice certificazione "giurata" del progettista. E su cosa giurerebbe mai il progettista? Sul Vangelo? Sul Principe di Macchiavelli? O sul più pragmatico manuale “Riempio la mia pancia e poi ne discutiamo?