Friuli: sanità passa l’emendamento dei ribelli, la montagna inglobata con il Codroipese

di Mattia Pertoldi.

Il Pd non apre ai sindaci che martedì hanno protestato all’esterno di piazza Oberdan nella giornata in cui il Consiglio regionale approva l’emendamento trasversale dei “ribelli” – con primo firmatario Vittorino Boem (Pd) – alla riforma sanitaria che sposta l’ambito del Medio Friuli dall’attuale Azienda che include Udine e Cividale a quella che comprenderà l’Alto Friuli e il Sandanielese. Un via libera nonostante la sostanziale contrarietà della giunta – con l’assessore Telesca che in fase di parere sull’emendamento ha lasciato libertà di scelta ai consiglieri in aula e i tre componenti eletti dell’esecutivo (Serracchiani, Bolzonello e Vito) che non hanno partecipato alla votazione – e la bocciatura di Enzo Marsilio (Pd) e di Autonomia responsabile. Nessuna concessione. Sono cadute nel vuoto, almeno al momento, le proteste e gli appelli dei cittadini del Gemonese e del Cividalese a difesa dei loro ospedali. Il Pd, infatti, ha blindato il Ddl Telesca perché come ha spiegato il capogruppo del Pd Cristiano Shaurli «noi non chiudiamo alcun ospedale, ma li specializziamo inserendoli in un contesto più efficiente che risponderà meglio ai bisogni dei cittadini con lo spostamento di 100 milioni di euro annui sul territorio». Se Shaurli chiude, però, altrettanto non fa Sel che oggi potrebbe riservare qualche ulteriore sorpresa alla maggioranza con la possibile presentazione di un apposito ordine del giorno. «Rispetto alle preoccupazioni rappresentate da sindaci e comitati – ha detto il capogruppo Giulio Lauri – sull’emergenza e sui presidi ospedalieri nelle aree pedemontane, lavoreremo per migliorare il testo, istituendo le ambulanze di vallata e rafforzando il piano delle emergenze». Il blitz sui confini. L’ambito del Medio Friuli verrà inglobato all’interno di quello che, dal prossimo gennaio, comprenderà l’Alto Friuli e il Sandanielese. Il Consiglio regionale ha approvato a larghissima maggioranza l’emendamento presentato come primo firmatario dall’ex sindaco Pd di Codroipo Vittorino Boem che modifica i confini degli ambiti friulani. Un cambio in corsa, rispetto all’articolato uscito dalla Commissione, e che ha prodotto più di un mal di pancia nella maggioranza. Oltre al no di Enzo Marsilio – che si somma a quelli di Giuseppe Sibau e Valter Santarossa di Autonomia responsabile – per il quale la nuova definizione del territorio interessato dall’ambito comporterà uno «squilibrio dei rapporti di forza che penalizzerà i paesi montani» anche la stessa giunta si era detta contraria all’emendamento. L’assessore Telesca, però, preso atto di un fronte trasversale di appoggio alla modifica, ha preferito affidarsi alla volontà dell’aula spiegando allo stesso tempo come «la nostra posizione resti immutata pur tenendo conto delle diverse opinioni», mentre i suoi colleghi di giunta che rivestono anche il ruolo di consiglieri regionali – Serracchiani, Bolzonello e Vito – non hanno partecipato al voto nonostante la presenza in aula. «Considerato anche il mio ruolo di assessore alla Montagna – ha commentato la governatrice – continuo a ritenere preferibile la prima stesura, in considerazione di una maggiore omogeneità territoriale e di una più forte attenzione assicurata alle comunità montane». Botta e risposta. Per Forza Italia quella voluta dalla maggioranza è una riforma «fortemente ideologica» e in cui non si capiscono i reali risparmi di spesa. «Parliamo di un testo talmente di sinistra – ha detto il capogruppo di Fi Riccardo Riccardi – che lo dice lo stesso presidente della III^ commissione (Franco Rotelli) a cui questa riforma sta come a Cristoforo Colombo la scoperta dell’America. Non si capisce quanto costa, il ruolo dei medici di medicina generale e non sono nemmeno più specificati i posti letto negli ospedali. L’unica cosa certa è la fretta della giunta e che l’Azienda territoriale si fagociterà quella ospedaliero-universitaria che così, di fatto, non esisterà più». Dura la replica di Telesca. «Faccio fatica ad accettare certe affermazioni – ha spiegato –. Dietro a questa riforma c’è l’impegno di tantissimi tecnici e professionisti e un lungo e approfondito lavoro iniziato già all’avvio di questa legislatura. Ero e resto convinta della bontà di quanto abbiamo fatto. Trovo del tutto pretestuoso insinuare il dubbio che siamo stati mossi da presupposti ideologici. Tanto più che questa è una riforma che sta andando nella stessa direzione intrapresa da tante altre Regioni in Italia, indipendentemente dalla colorazione politica di chi le guida, e che può essere riassunta nel concetto di meno ospedale, più territorio». 

Una risposta a “Friuli: sanità passa l’emendamento dei ribelli, la montagna inglobata con il Codroipese”

  1. aggiornamento del 03/10/2014

    Le presidenti delle Assemblee dei sindaci degli Ambiti distrettuali di “Carnia” e “Gemonese, Canal del Ferro e Valcanale”, Cristiana Gallizia e Nadia Campana, esprimono in una nota disappunto per la modifica dei confini geografici dell’Azienda per l’assistenza sanitaria prevista dall’emendamento alla riforma sanitaria approvato ieri dal Consiglio regionale che, inglobando il “Codroipese” (e contestualmente togliendo il “Tarcentino”), sposterà a valle il baricentro della politica sanitaria aziendale, sbilanciando l’omogeneità della popolazione della futura azienda.
    «La montagna non è affine a nessuno se non a se stessa, e nel disegno di legge originario, che inglobava la zona collinare Sandanielese e Tarcentina, si intravvedeva una certa uniformità di bisogni ed una possibile equità di risposte», evidenziano le due presidenti.

    Gallizia e Campana ricordano che il disegno di legge “Telesca-Serracchiani” era stato sostenuto all’unanimità dalle Assemblee dei Sindaci dell’Alto Friuli, che avevano capito le ragioni di una riforma necessaria, ed accettato con discernimento un ampliamento geografico dei confini aziendali, fino alla zona Nord di Udine. Esprimono rammarico in particolar modo per la tempistica di presentazione della variazione, che ha “dribblato” a tempo scaduto tutte le sedi opportune preliminari di discussione, dopo che anche Consiglio delle autonomia locali e la III Commissione avevano elaborato i loro giudizi. «Giunti ora in “zona Cesarini” non resta che manifestare sconcerto per la mancanza oggettiva di tempo per opporsi alla variazione, apprezzamento per la dissociazione di Marsilio, Serracchiani, Vito e Bolzonello, grande preoccupazione per il futuro, poiché si ipotizza una montagna soccombente, sicuramente sui numeri e conseguentemente come peso politico; in breve potrebbe non essere nemmeno più un peso».

    La percepita penalizzazione non preoccupa Gallizia e Campana per la situazione sanitaria attuale ma per gli assetti futuri, quindi verranno immediatamente chieste garanzie organizzative, finanziarie e decisionali che non penalizzino i servizi in area montana e rendano possibile non solo sopravvivere, ma scegliere di continuare a vivere in montagna.

I commenti sono chiusi.