Gemona: il male del mattone in Friuli si sta aggravando

Sul tema del mattone, anzi sul "mâl dal madôn" la malattia che prima o poi colpisce tutti i Friulani e che li porta volenti o nolenti a costruirsi o comprarsi la casa, ho scritto una canzone contenuta nel mio album del 2006 " Miôr curte". Oggi come oggi la cosa si è ulteriormente aggravata rispetto al 2006 e vi propongo questo bell’articolo dal Gazzettino di oggi a firma di Piero Cargnelutti

Lo spettro della crisi economica si fa avanti nella provincia, dove per colpiie il settore trainante dell’economica locale: l’edilizia. Impresari e operai, immobiliari e sindacati, tutti quanti scandiscono la stessa riflessione: il mercato del mattone è fermo già da un anno. Grossi cantieri che non partono, ritardi nei pagamenti, aumenti dei tassi di interesse e diminuzione delle vendite di abitazioni: tutti i soggetti operanti nel settore raccontano lo stesso scenario. «Il calo degli acquisti nel mercato – spiega Maurizio Cum, amministratore della Marini Costruzioni, azienda attiva a Gemona dal lontano 1974 – è iniziato più o meno un anno fa. L’ultimo grosso condominio da 15 appartamenti in via Osoppo, lo abbiamo terminato verso la fine dell’anno scorso: da allora, nessun grosso cantiere ma soltanto interventi in conto terzi e lavoretti per qualche privato. Tanto che, andati in pensione due operai quest’anno, non abbiamo voluto assumerne altri per il momento: senza grossi cantieri non possiamo dare prospettive ai dipendenti. Del resto, i prezzi sono quelli, 1400/1500 euro al metro quadrato, e i tassi dei mutui per gli acquirenti sono sempre più alti: per il resto, la manodopera costa, così gli oneri assicurativi, le fideiussioni, e ora ci obbligano pure a inserire il fotovoltaico. Le ultime due, le abbiamo realizzate in Valcanale, ma quelle erano "seconde case"». Anche elettricisti, idraulici e pittori, quei lavoratori che in Friuli hanno sempre potuto operare bene negli ultimi trent’anni cominciano a registrare difficoltà nel farsi pagare, ma la situazione critica è sottolineata pure dai fornitori: «Le imprese sono bloccate – spiega Denis Candolini della "Giovanni Candolini Snc", che da 32 anni fornisce materiale edile -, ci fanno ordinazioni soltanto per piccoli lavori. Per conto nostro, da un po’ di tempo consegnamo materiale soltanto agli imprenditori della zona: troppe volte ci siamo trovati ad aspettare pagamenti che non sono arrivati e per noi non è più tempo per rischiare. Ultimamente, abbiamo avuto a che fare con una miriade di micro-imprese, molte delle quali anche gestite da persone straniere, che ci hanno portato nell’attuale condizione del non poter più fidarsi di chi viene da fuori e ora siamo molto più restrittivi sui pagamenti. Per il momento ce la facciamo, ma se dovessimo avere dipendenti le cose sarebbero di certo molto difficili». Dal cantiere alla compravendita, anche l’immobiliare registra i suoi affanni: «Dopo quello del 2004 – dice Luciano Contessi dell’omonima agenzia immobiliare – quello iniziato l’anno scorso è il peggiore calo che affrontiamo negli ultimi anni: di fatto, i tassi di interesse nei mutui sono aumentati e la gente fa difficoltà a pagare: abbiamo avuto anche clienti che, non potendo più pagare, si sono trovati a dover vendere tutto. Dall’altro lato, osserviamo pure una tendenza delle imprese a non aprire grossi cantieri». «Abbiamo registrato una minore disponibilità economica sul mercato – gli fa eco il collega Daniele Zucchiatti dell’Immobiliare Sirio – anche se ritengo sia qualcosa di fisiologico, fa parte dei cicli e credo che prima o poi la situazione si sbloccherà. Per quanto mi riguarda, registro una maggior richiesta di affitti rispetto a grossi investimenti per mettere su casa».