Paluzza: Grande Guerra, sul Freikofel riaffiorano altri resti dei soldati

di Gino Grillo.

 

Un pezzo di storia è affiorata dalle trincee, a Paluzza. Sono stati rinvenuti, dopo cento anni, i resti di militari caduti durante la Grande guerra sul Freikofel. Un luogo denominato “Valletta dei morti” perchè nell’ultimo, disperato tentativo di riprendersi la vetta, gli austriaci impiegarono ben cinque battaglioni composti in prevalenza da giovani ungheresi, che avanzavano verso le postazioni italiane a plotoni affiancati come nelle guerre napoleoniche. Vennero falciati, in centinaia, dalle mitragliatrici e i loro corpi rotolarono a valle ammucchiandosi uno sopra l’altro. Il ritrovamento è opera dei volontari delle sezioni Ana di Novara, Valsesia, Verona e Ampezzo che hanno portato alla luce, durante gli interventi di recupero e salvaguardia delle opere belliche della Grande guerra, i resti dei Caduti. Difficile stabilire la nazionalità di queste spoglie. Sicuramente sono italiani e austro ungarici poiché, in loco, sono stati rinvenuti reperti appartenenti a combattenti dei due eserciti. «Il Freikofel – ricorda Lindo Unfer, direttore del museo di Timau – all’inizio dell’ostilità fu occupato da un agguerrito reparto austriaco. Per conquistarlo definitivamente ci vollero cinque giornate di aspri combattimenti, da 6 al 10 giugno 1915. In quei giorni la cima passò ripetutamente di mano con lotte anche corpo a corpo, sotto l’incessante fuoco dell’artiglieria». Per Luca Piacquadio, direttore del Museo all’aperto è verosimile che i resti rinvenuti risalgano a quel periodo. «A fine combattimenti venivano raccolti i caduti in vista. Quelli rimasti sepolti, dilaniati dalle bombe, non furono recuperati. Non solo sul Freikofel, ma anche sugli altri monti, come Cellon, Pal Piccolo, Pal Grande, Avostanis, i dispersi italiani e austriaci risultano ancora centinaia». Il Freikofel fa da scenario anche a episodi di fraternizzazione tra carnici e carinziani, che si conoscevano in quanto compagni di lavoro in tempo di pace. Il monte vide combattere tra le fila austro-ungariche soldati appartenenti a ben undici gruppi etnici: austriaci, ungheresi, tedeschi, sloveni, croati, bosniaci, cechi, slovacchi, ruteni, italiani dei territori irredenti e polacchi nelle cui file del 3º e 57º battaglione operò col grado di maresciallo, anche il padre del papa Karol Wojtyla. Oggi, grazie all’interessamento del Comune, è stata avviata la procedura per fare del Freikofel un “luogo sacro” essendone la vetta ancora ricoperta di resti umani. Le spoglie ritrovate sono state poste in un’urna che sarà portata nel Tempio Ossario, a Udine, dove, dopo aver ottenuto il nulla osta da parte di “Onor Caduti” saranno tumulate assieme a quelle degli altri Caduti già custodite.

2 Risposte a “Paluzza: Grande Guerra, sul Freikofel riaffiorano altri resti dei soldati”

  1. grazie per quello che fate ,loro meritano il rispetto di tutta una europa che non neanche più se sono esistiti , onori a loro e ancora grazie a voi . P.S perchè queste notizie non passano mai sui media nazionali ?

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