Friuli: i negozi sono senza merce, il gruppo Bernardi rischia il collasso

di Maura Delle Case

«I negozi sono senza merce, stanno vendendo qualche rimasuglio del 2006 e gli incassi stanno precipitando». Questa la situazione in cui navigano i punti vendita del gruppo Bernardi stando a quanto riferito ieri pomeriggio da Francesco Buonopane, segretario di Filcams Cgil Udine a margine dell’incontro convocato in Regione dall’assessore al lavoro, Angela Brandi. Un incontro che si è risolto in un nulla di fatto, non avendo potuto contare sulla presenza al tavolo della proprietà, che l’assessore si è riproposta – sempre stando alle parti sociali – di riconvocare per la prossima settimana. La situazione descritta da Buonopane – in Regione assieme ai colleghi Paolo Duriavig di Fisascat Cisl e Claudio Moretti di Uiltucs Uil –, appare di estrema criticità, legata a una sostanziale difficoltà economico-finanziaria del gruppo alle prese «con un mega buco – ha confermato Buonopane – la cui entità non ci è però stata comunicata». «Sappiamo che le banche hanno tagliato i cordoni e che nei negozi non arriva più merce da un paio di mesi. La situazione è molto seria e non capiamo cosa stia aspettando l’imprenditore a chiedere l’ammissione al concordato preventivo che pare oggi l’unica strada percorribile – ha affermato Buonopane – per cercare di tenere in piedi i negozi trovando imprenditori disposti a prenderli in affitto prima che i creditori presentino istanza di fallimento». Usciti dalla sede della Regione, ieri i segretari delle sigle provinciali del commercio hanno deciso d’interessare alla vertenza i rispettivi referenti nazionali essendo Bernardi un gruppo che investe con il proprio marchio anche il Veneto e a macchia d’olio diverse altre regioni d’Italia dove sono attivi alcuni dei 35 negozi Go-Kids. Una cinquantina di punti vendita in tutto, rimasti in capo al gruppo friulano dopo il passaggio di 104 negozi a Coin anche se legati a loro volta al colosso dell’abbigliamento da un rapporto di franchising esordito appena all’inizio dell’autunno scorso e oggi, pare, già in difficoltà. «Proporremo al nazionale di proclamare lo stato di agitazione – ha anticipato ieri Buonopane – e nel caso decideremo se sia opportuno mettere subito in campo le prime azioni di protesta». A difesa di un vero e proprio tesoretto occupazionale. Il gruppo dà lavoro a oltre 200 persone, dov’è stata attivata una Cigs per 70 persone necessaria a gestire i minori carichi di lavoro conseguenti il passaggio dei negozi a Coin.