Forni Avoltri: Rifugio Marinelli, menu carnico e grande cucina in quota

di Piero Micoli.

I “settemila” del Nepal non sembrano essere poi così distanti dal monte Coglians. É quanto deve avere pensato Gopal Kumar Shrestha, di professione guida al servizio delle spedizioni sui monti di casa sua, quando ha deciso, sette anni fa, di raggiungere la Carnia e insediarsi proprio alle pendici della più alta vetta della regione. Gopal, infatti ha scelto per le sue speciali “vacanze italiane”, due mesi all’anno, tra metà luglio e metà settembre, il rifugio Marinelli, dove però, essendo per l’appunto uomo di montagna, non si limita a un soggiorno da turista-escursionista, ma aiuta nella conduzione del rifugio, la cui responsabile, per lunga tradizione di famiglia, è Caterina Tamussin. Ed è stata proprio lei, appassionata di montagna e frequentatrice dei monti nepalesi, a convincere Gopal a restituirle le visite in Carnia, trovando subito la sua totale disponibilità. «L’ho conosciuta nel 2005 – spiega la guida nepalese – e non mi sono fatto pregare. In Nepal ho guidato per oltre 10 anni spedizioni italiane, le mie preferite, e con i suoi alpinisti ho imparato la vostra lingua, conosciuto la vostra squisita cucina, acquisito molti amici. Così mi ero ripromesso di venire un giorno in Italia, finchè l’occasione me l’ha offerta Caterina». E per uno nato e cresciuto a Khumbu, un paese a quota 2.700 metri di altitudine, i… soli 2.120 del Marinelli gli hanno messo letteralmente le ali ai piedi Poi, per apprezzare ancora meglio i nostri cibi, Gopal ha eletto proprio la cucina del rifugio quale propria sede per prestare la sua collaborazione, in versione, dice lui, di aiuto cuoco. «Così adesso ho imparato anch’io a cucinare il pasticcio, i tortelli, la pastasciutta, il frico, la polenta e anche tutti gli altri piatti tipici della Carnia che mi piacciono moltissimo». E i piatti carnici tipici sfornati dalla cucina del Marinelli ai suoi numerosi frequentatori, nonostante il “contributo nepalese” di Gopal, sono deliziosi e pienamente rispondenti alle caratteristiche della cucina locale. Il lato decisamente “sui generis” è che “maitre di cuisine” di Gobal è stata una cuoca marocchina, Malika Maoumuli da Fes, la quale vanta ormai un’esperienza ultradecennale in Carnia, essendo arrivata nel 2001 a Forni Avoltri, dove si è subito dedicata alla cucina in un ristorante locale, imparando i segreti di quella carnica, per seguire poi dal 2008 Caterina nel rifugio più conosciuto e frequentato dell’Alto Friuli. «Ormai sono divenuta un’esperta dei piatti tipici carnici – ammette – , con in testa il frico, il capriolo, la polenta e tutti gli altri. Quassù, oltre i 2000, trascorro le intere estati e mi trovo benissimo; la compagnia, poi, è meravigliosa e si lavora tutti assieme aiutandoci e collaborando, per la soddisfazione anche dei clienti». Insomma, non si può negare che al Marinelli la cucina sia internazionale, ma con menù tutto carnico. Anima e motore di questa macchina che viaggia a pieni giri, è comunque Caterina, figlia di Giorgio Tamussin, gestore storico del rifugio, che gli ha trasmesso questa immensa passione di famiglia. «Non mi sposterei da qui per tutto l’oro del mondo – esordisce la dinamica responsabile del rifugio -. Guarda questo panorama – m’invita dalla terrazza all’esterno del Marinelli -. Ogni mattina, quando mi alzo e rivolgo lo sguardo su questo scenario, esclamo: eccomi, io sono la padrona di questa meraviglia». «Il rifugio conta 50 posti letto – riprende Caterina – , ma puntiamo soprattutto sulla cucina, e ogni giorno, in pratica, ci rimettiamo in gioco». Le chiediamo dei due personaggi che operano al suo interno, sempre comunque sotto la sua supervisione. «Sono due persone deliziose – spiega – e ci fanno anche divertire: nei momenti di stress, di confusione, che capitano in tutte le cucine dei ristoranti, parlano convulsamente tra di loro ciascuno nella propria lingua, e il bello è che, non sappiamo come, si capiscono benissimo. Qui l’affiatamento è totale: siamo in cinque, ciascuno con caratteristiche diverse, ma tutti uniti. Oltre ai due della cucina, c’è Monica, di Sutrio, una laurea in filosofia, che serve in tavola, e Giuliano, responsabile del soccorso alpino di Forni Avoltri, che si occupa del bar. Ma in pratica nessuno ha un ruolo esclusivo, perchè tutti ci diamo una mano e siamo, come dire, intercambiabili. Io, d’inverno, faccio la supplente nelle scuole materne ed elementari qui in Carnia, e appena posso, mi fiondo in Nepal per qualche ascensione: raggiungo Kathmandu e lì trovo sempre qualche amico al quale aggregarmi per salire un settemila. La montagna è il mio grande amore: essa sa anche farsi conquistare, ma pretende sempre rispetto. Tu daglielo, e non ti tradirà mai».