Allergie: il pericolo è in casa

A rilevare che per le malattie respiratorie non c’è peggiore location del proprio tetto è stata un’indagine condotta dal Comune insieme all’Arpa grazie a una ricerca europea che ha monitorato, attraverso uno speciale rilevatore allacciato al collo, la vita di cinquanta scolari delle elementari passo dopo passo: a scuola (De Amicis, Girardini, Pascoli, IV Novembre), a casa, a passeggio. «Ogni anno la patologia respiratoria cresce in media del 10 per cento», secondo Mario Canciani, responsabile del Servizio di allergo-pneumologia pediatrica, che ha rimarcato una percentuale non proprio rassicurante: il 40 per cento delle malattie che attaccano il sistema respiratorio dei bambini sono imputabili all’inquinamento atmosferico.

E se ci aggiungiamo anche l’inquinamento che si respira indoor, ovvero nei luoghi in cui i piccoli passano più tempo? E’ opportuno, senza però generare allarmismi, rimarcare gli effetti collaterali dell’inquinamento sulla salute: incremento – ha elencato Canciani – di malattie e mortalità determinate da infezioni alle vie respiratorie; crescita dell’incidenza e delle ricadute dell’asma, basso peso alla nascita, malformazioni e tumori. Il cancerogeno assedia le case private: mobili, pavimenti, materiali da costruzione degli edifici, vernici, combustioni (riscaldamento, cucina), fumo di sigarette, tutto questo è causa dell’immissione di sostanze altamente tossiche, come la formaldeide la cui percentuale si è riscontrata in una certa entità dentro le mura domestiche della fetta di popolazione sotto sorveglianza sanitaria. Insomma, il nemico è dove abitiamo, in palazzi costruiti con chissà quali materiali pericolosi per la salute, in mezzo a mobilio realizzato con chissà quali materiali irritanti e facilitatori dell’insorgenza di difficoltà respiratorie.