Arta Terme: è morta Gina Marpillero

Altro grave lutto per lil mondo dela cultura Carnica e Friulana; in un crescendo che in questi ultimo anni sembra non avere fine è morta Gina Marpillero La scrittrice e poetessa  se n’è andata in punta di piedi, serena, solare, limpida, com’è stata tutta la sua bellissima vita di ragazza carnica innamorata dei sentimenti più veri e della sua terra friulana. E’ morta ieri mattina, poco dopo le 7, all’ospedale di Palmanova, dov’era ricoverata da mercoledì a seguito di una caduta in casa che le aveva spezzato un femore. L’infortunio è stato l’ultimo soffio sulla luce d’una candelina flebile, ma ancora vivissima. Il respiro si è interrotto all’improvviso all’inizio di una splendida giornata di settembre, come lei forse avrebbe voluto. Era nata ad Arta il 18 febbraio 1912 e dunque aveva 96 anni (di cui era orgogliosissima).

Per sapere chie era Gina Marpillero vi posto un link, del sito "Donne in Carnia"

http://www.donneincarnia.it/ieri/comeeravamo.htm 

 

Una risposta a “Arta Terme: è morta Gina Marpillero”

  1. Dal gazzettino del 15 settembre 2008

    Sulle struggenti note di “Suspir da l’anime” sì è consumata la cerimonia d’addio a Gina Marpillero. Nella parrocchiale di Porpetto, in un’atmosfera di grande commozione e partecipazione, al dolore dei figli, Caterina e Fabiano, dei parenti si è unito quello degli amici e degli affezionati lettori della signora carnica, morta all’età di 96 anni, in seguito ad una banale caduta. Ancora quattro e avrebbe festeggiato il centenario, nella piena lucidità e nella sua consueta, allegra conoscenza del mondo friulano. Lei ragazzina della montagna aveva avuto poi la possibilità di conoscere Udine e la Bassa. Le donne protagoniste dei suoi libri e racconti, in fondo rappresentavano l’altra metà del compendio dell’universo, come lo intendeva il Nievo, quando voleva descrivere la sua terra.

    La Marpillero ha saputo trasmetterci la semplicità e la grandezza insieme del femminile friulano in un momento storico certamente non facile come quello degli anni della guerra prima e della ricostruzione dopo. Su quella corriera che da Arta andava al mare, le erano sedute accanto non solo persone fisiche con le loro storie quotidiane, ma la Storia dei nostri paesi, con tanto di paure, di dolore, ma anche di speranza. Viviamo un momento strano della nostra esistenza, con una contraddizione grande come una casa: da una parte sono i giovani, il loro futuro al centro delle grandi questioni e contemporaneamente lo sguardo è ancora fermo al secolo scorso, che in fondo è l’altroieri e che desta stupore quando viene citato così correttamente.

    Oggi rileggendo la Marpillero, è dagli spazi degli anni ’40 che troviamo spunto per parlare dei mutamenti della società friulana, ma insieme ci sembra che alcune architravi del nostro contesto sociale, della morale corrispondente. Ciò significa che i conti con il passato non sono finiti, che le trasformazioni ci hanno lasciato insoddisfatti o non sono corrisposte alle attese.

    “Essere di paese”, questo il titolo che lanciò la Marpillero nel novero delle scoperte letterarie degli anni ’80. Pubblicato dalla Mondadori. Al di là dei giudizi critici, comunque la vittoria a suon di copie, dei sentimenti quotidiani, che mai sono semplici e banali, e restano quelli che la grande macchina della modernizzazione e dell’omologazione, vede come fumo negli occhi. Ecco perchè ci mancherà la Signora carnica, che del dono della semplicità aveva fatto chiave di lettura del suo Friuli

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