Carnia: case e fortezze romane riemerge l’antica Zuglio

di Gino Grillo.
Tagliano il bosco ed emergono nuovi reperti dell’antica Iulium carnicum, la città romana più settentrionale, che porta verso il Noricum, fondata fra il 58 e il 49 a,C. come vicus dai Romani. Il fatto che molti reperti dell’antica città romana carnica siano ancora sepolti sotto terra era una notizia oramai nota, come pure si conosceva che il colle oggi dedicato a San Pietro fosse stato per secoli un luogo di riparo, di rifugio da eventuali scorrerie e che fosse utilizzato da popolazioni locali, dai Celti Carni, prima del dominio romano sulla zona. In questi giorni nuove scoperte sono venute alla luce quando un privato ha deciso di aderire all’invito del Comune di abbattere gli alberi prospicienti alla strada che porta alla chiesa di San Pietro e alla frazione di Fielis. Anzi, è andato oltre questo proposito e ha deciso di disboscare una zona più ampia, che comprende tutta la sua proprietà alla base del celebre colle e ripristinare il prato per adibirlo successivamente a coltura di viti. Mentre si estirpavano i ceppi degli alberi, però, sono emersi reperti archeologici che segnalano come l’abitato dell’antica città romana si estendesse non solo sul pianoro sottostante, ma anche sulle prime roccaforti del colle. Il sindaco Battista Molinari, venuto a conoscenza della scoperta, ha immediatamente interessato la Soprintendenza regionale per i beni archeologici che ha già effettuato una prima ricognizione sul posto bloccando i lavori. Le scoperte sono state coperte da teli di nylon in attesa di un’ulteriore ispezione sul posto. La zona in loco è conosciuta con il nome di “Ruvigne” che deriverebbe da “rovina, ruderi”. «Per questo, quando in Comune è arrivata – racconta il sindaco – la richiesta di disotterrare i ceppi, ho avvisato il proprietario di eseguire i lavori con attenzione e di avvisare immediatamente qualora qualcosa di interessante potesse emergere». Cosa che è stata fatta. «Sono emerse – racconta Molinari – le fondamenta di alcune abitazioni e, su un colle che domina la pianura sottostante, dove si trova l’antico foro romano, si nota il basamento di una costruzione che verosimilmente potrebbe essere un punto di avvistamento militare». Trovati infine pure dei resti di ceramica attribuibile al periodo di dominazione romana. Mancano i fondi per consegnare questi reperti alla collettività, ma il sindaco non demorde. «Abbiamo avviato una trattativa con il proprietario del sito, per permutare i mille metri quadrati di sua proprietà con un altro terreno di proprietà comunale». Uno scambio che non scontenterebbe l’attuale proprietario del sito, visto che alcuni anni or sono aveva già permutato un suo terreno, posizionato accanto al cimitero, per permettere al Comune di eseguire l’ampliamento dello stesso. In questi giorni la Soprintendenza ha ispezionato nuovamente il sito archeologico. «Mancano – prosegue il sindaco – però i soldi per poter rendere agibili e visibili questi resti. Tornerò a chiedere una partnership con l’Università di Scienze dell’antichità, archeologia storia e letteratura di Udine in modo di riportare alla luce anche questi ultimi ritrovamenti».