Friuli: l’estremo saluto a Daniele Deotto

Lascio una Cisl forte, coesa ed unita, consapevole, che nel lungo cammino di questi dieci anni di mandato, in cui sono accadute molte cose qui in Alto Friuli e nel mondo, abbiamo sempre cercato di tutelare al meglio la nostra gente ed il nostro territorio, impegnandoci nello sviluppo dell’area montana”. Con queste le parole Daniele Deotto lasciava la guida della Cisl territoriale  il 05/10/2007   per ragioni di salute.

Negli ultimi anni chi frequentava Facebook si ritrovava spesso a leggere e a commentare le sue battute sagaci, le sue analisi schiette e sempre condivisibili, la sua ironia pungente e disincantata. Mandi Daniele tu nûs mancjarâs

2 Risposte a “Friuli: l’estremo saluto a Daniele Deotto”

  1. di Maura Delle Case dal MV di oggi

    Il sindacato friulano perde una delle sue voci più stimate. È mancato a soli 55 anni Daniele Deotto, ex segretario della Cisl Alto Friuli. Soffriva da anni di una grave malattia polmonare che nel 2007 l’aveva costretto a rimettere anzitempo il mandato alla Cisl spingendolo a ritirarsi nella sua Verzegnis da dove, complice un pc sempre collegato, seguiva con attenzione e lucidità il mondo che per oltre 20 anni l’aveva visto giocare da protagonista. Prima in casa della Seima, azienda dove Deotto coniugava il lavoro di operaio all’attività sindacale in seno alla Rsu, poi nella sede Cisl di via Roma a Gemona, “scalata” tra il ‘91 e il 1997 quando era divenuto segretario generale. I funerali saranno celebrati oggi pomeriggio alle 14.30 nella chiesa di Intissans a Verzegnis. La notizia della prematura scomparsa ha piegato ieri nel lutto la “sua” Cisl, ma anche le altre sigle sindacali che al 55enne carnico riconoscono schiettezza, intelligenza e lealtà, doti che Deotto aveva saputo infondere nel suo modo di fare sindacato. «Il mio ricordo di Daniele è legato soprattutto alla crisi della Burgo di Tolmezzo nel 2002 – ricorda il consigliere comunale del capoluogo carnico nonché delegato della Cisl alla cartiera, Renzo De Prato -. Da persona mite, educata e tranquilla qual era, Deotto mi suggerì da dietro le quinte tutti i passi giusti per mobilitare la piazza in difesa della Burgo. Quello stesso metodo è poi servito per affrontare le varie crisi che si sono avvicendate negli anni, con il risultato che, a parte due realtà, l’Alto Friuli ha mantenuto intatto il proprio sistema industriale proprio grazie a dirigenti sindacali come Daniele o il compianto Nino Tassotto, che a sua volta ci ha da poco lasciati. Gente – conclude De Prato – che non ha mai voluto apparire, ma ha scelto sempre di valorizzare i delegati di fabbrica per far crescere un sindacato moderato e partecipativo». Figura storica della Seima, Deotto era entrato in Cisl nel ’91, chiamato dal segretario di Fim, Saverio Scalera, che ricorda: «Per un po’ di tempo aveva seguito i tessili, poi, quando il segretario Urli era passato alla Cisl regionale, Deotto aveva preso il suo posto alla guida del comprensorio», incarico che avrebbe poi retto per 10 anni, fino al 2007. Quando la malattia, che lo affaticava sempre più, l’aveva indotto a cedere il testimone. «Era il prototipo del carnico. Schivo, essenziale nel suo modo di essere, uno al quale non piaceva apparire», ricorda Pierna Copetti, già responsabile dell’ufficio vertenze alla Cisl AF. «Non amava farsi pubblicità – racconta ancora -, ma chi lo conosceva bene sapeva che uomo sensibile e generoso fosse. Da anni, in pochi lo sanno, sosteneva a distanza bambini sia in Africa che in Brasile». Ad apprezzarlo, come detto, sono stati anche gli “avversari” della Cgil. E per qualcuno di loro la vita si è più volte intrecciata con quella di Deotto. È il caso di Giampaolo Roccasalva, segretario regionale di Fiom: «Abito a 400 metri da casa sua, lavoravamo nella stessa fabbrica, eravamo entrambi nella Rsu e tutti e due a un certo punto abbiamo lasciato la fabbrica per il sindacato – racconta – . Com’era? Una persona corretta, senza fronzoli. Uno schietto, chiaro, non era il classico politico che te la raccontava». Cordoglio, in Cgil, anche da parte del segretario generale di Udine, Alessandro Forabosco, che dice: «Abbiamo fatto un periodo comune di lavoro su questo territorio in difesa dell’occupazione. Lo ricordo con grande affetto». Infine Ivano Monguzzi, cislino andato in pensione subito dopo l’abbandono del segretario carnico. «Daniele è stato la prima persona che ho conosciuto in Friuli e pur nella sua ruvidità è la migliore che ho incontrato».

  2. David Zanirato dal Gazzettino di oggi

    Un sindacalista tosto ma elegante, battagliero nei momenti decisivi per l’economia e l’occupazione carnica, eppure conciliativo ed innovativo nei frangenti che lo hanno richiesto, un personaggio che lascia un’eredità molto importante a tutto l’Alto Friuli. Così sarà ricordato Daniele Deotto, l’ex segretario della Cisl Alto Friuli, spirato la notte scorsa all’ospedale civile di Tolmezzo, all’età di 55 anni dopo una malattia debilitante che anno dopo hanno gli ha tolto le forze.
    Dipendente della ex Seima di Tolmezzo, è entrato a far parte della Fim, il sindacato dei metalmeccanici della Cisl nel 1990, ricoprendo poi incarichi sempre più importanti nel sindacato, fino ad essere eletto segretario generale per l’Alto Friuli nel 1997, ricevendo il testimone da Norberto Urli.
    Deotto ha vissuto in prima persona le battaglie per la legge Montagna della Regione, e soprattutto diverse crisi occupazionali del territorio, su tutti quella della Cartiera Burgo di Tolmezzo «dove si è speso su diversi tavoli per difendere le maestranze, senza però mai apparire in prima persona, valorizzando invece i delegati di fabbrica» ricorda il collega Renzo De Prato. È stato riconfermato per il secondo mandato nel 2001 e poi nel 2005, lasciando quindi nel 2007 l’incarico all’attuale segretario Franco Colautti che lo ricorda commosso per «i grandi insegnamenti lasciati in eredità a tutta la famiglia della Cisl».

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