Carnia: stop alla fuga di studenti Tolmezzo segna il +6%

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di Tanja Ariis

La fuga di studenti carnici, dopo le scuole medie, verso gli istituti superiori di Gemona e Udine si riduce in un anno del 6%, fermandosi al 29%: lo dicono le iscrizioni, in tutto 1.241, alle scuole superiori tolmezzine per il prossimo anno scolastico. È quanto ha riferito l’assessore tolmezzino Mario Cuder nell’ultimo consiglio comunale, difendendo l’operato dell’amministrazione comunale tolmezzina dalle critiche dell’opposizione al bilancio e spiegando su quali aspetti nel suo referato si sta lavorando in particolare. Cuder ha spiegato che confrontando i numeri dello scorso anno e quest’anno, si ravvisa una netta crescita della domanda di scuola da parte dei ragazzi in Carnia. «Abbiamo stabilizzato – ha detto – addirittura un 6% in più: 1.241 sono i ragazzi che oggi sono iscritti nelle scuole di Tolmezzo. La punta del 35% dell’anno scorso oggi si è ridotta a un 29%. Si sono fatti degli interventi, si è entrati in un dialogo anche abbastanza serrato con le dirigenze scolastiche in maniera da qualificare e caratterizzare meglio le offerte formative e questo ha lasciato un’impronta importante. Posso portare un dato abbastanza esemplificativo: tutti i ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Paularo si sono iscritti a Tolmezzo. Questo è un risultato decisamente importante e confortante: significa che in fondo abbiamo colto nel segno». Cuder ha poi spiegato che la sinergia con il Centro di orientamento regionale di Gemona è fondamentale in questi risultati e che il Comune con l’amministrazione comunale di Gemona sull’orientamento sta sviluppando un vero e proprio punto di confronto per il futuro delle popolazioni scolastiche dell’Alto Friuli. Esso esce dal tavolo di confronto del progetto Vai, un’iniziativa di valorizzazione dell’accoglienza integrata. «Questo tavolo – ha detto Cuder – si è dato un traguardo che ho suggerito: insistere su percorsi di alternanza scuola-lavoro per i nostri ragazzi, ma non tanto per i ragazzi che si collocano tra le quote migliori dal punto di vista del merito scolastico, perché questo è abbastanza facile in fondo, ma piuttosto per i ragazzi che hanno vuoi un’estrazione culturale decisamente meno fortunata vuoi opportunità sociali-familiari meno ricche: dare la possibilità cioè di inserire ragazzi che frequentano istituti professionali con un certo limite dal punto di vista dei risultati scolastici e di disagio, di trovare presso aziende piccole, industrie, attività produttive insomma, un’accoglienza da parte del datore di lavoro il quale si accolla la responsabilità di far vivere quello che al sistema di formazione professionale è mancato».