Chi non conosce Ermes?

(dal settimanale " Il Friuli")

Ventisei anni impiegati a far ridere la gente. Un obiettivo, questo, perseguito ogni giorno da Ermes Di Lenardo, in arte Sdrindule, il comico friulano che da anni fa dell’arte di far ridere il suo cavallo di battaglia, cantando e raccontando barzellette.
“Gli esordi – spiega Sdrindule – risalgono al 1980, quando ho iniziato come cantautore. Il 1986, invece, è stato l’anno dell’uscita della prima cassetta di barzellette dove il protagonista era il mio personaggio Fritz di Camporosso, che difende la sua terra e ce l’ha con i triestini. A questa prima cassetta, negli anni, se ne sono aggiunte altre 15".
Ma non sono solo le barzellette a fare di Sdrindule un personaggio pubblico conosciuto e amato dalla gente. Anche la musica, infatti, è un punto fermo nella carriera del comico friulano, che ha divulgato grazie ai sei cd prodotti negli anni. <br />
Un connubio di allegria e, a volte, di tristezza quello che caratterizza le produzioni di Sdrindule. “Le mie più che canzoni sono storie sentimentali che io scrivo sempre in rima, anche se non mi ritengo un cantautore. In molti cd che ho composto c’è l’alternanza di una canzone comica e di una seria. Nell’ultimo, invece, quello uscito da poco, i temi trattati sono tutti nostalgici”.
Un bambino in riva al mare che osserva un angelo. Questa l’immagine che compare sulla copertina di “Manda un angelo”, l’ultima fatica di Sdrindule. “Il bambino in riva al mare è sempre stata un’immagine per me rilassante, ma dopo lo tsunami quest’immagine è scomparsa e così ho voluto riprenderla nella copertina del mio cd, scegliendo, per l’occasione, una foto di mio figlio, quando era piccolo, in riva al mare. Nel cd racconto storie di una volta, di mio padre, di mia madre, di temi importanti come l’abbandono degli animali, e del rapporto di un barbone con suo figlio. In una, per esempio, ricordo il sentimento che mio padre aveva per me e che io non riuscivo a capire se fosse di odio o di amore. In un’altra, invece, ricordo il mio paese e quegli amici veri che ti rimangono vicini per tutta la vita, e in ‘Grill’ faccio riferimento all’episodio, avvenuto qualche anno fa, di un cane che è stato abbandonato in autogrill”.
Una carriera ricordata con passione. “Credo di piacere alla gente perché faccio ridere e oggi non c’è più tanta gente che lo fa. Io sono felice di poter dare questo alle persone e credo che un sorriso sia indispensabile in qualunque situazione, anche quando si parla di temi importanti, perché la gente ascolta meglio se riesce divertirsi”.
Una vita a far ridere, ma un po’ di nostalgia per una società che sta cambiando. “Oggi – conclude Sdrindule – le serate sono calate molto. Sono cambiati i tempi, ma sopratutto è cambiata la mentalità di chi fa festa nelle sagre”.

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