Chiusaforte: Fondazione Montasio, i soci dissidenti “rischi per i proprietari”

di Maura Delle Case.

Fondazione sì. Fondazione no. Il dilemma, che riguarda il futuro dell’altopiano del Montasio, spacca a metà l’associazione friulana tenutari, divisa tra chi sostiene la necessità di consegnare il patrimonio e dunque la gestione dell’altopiano nelle mani di una fondazione, non da ultimo per accedere al finanziamento pubblico, e chi invece insiste perché la proprietà di questo angolo di Friuli dall’inestimabile valore ambientale e simbolico, resti dei tenutari. I soci che propendono per un mantenimento dello status quo si sono rivolti all’avvocato Massimo Bianca, associato di diritto commerciale dell’Università di Udine, per un parere in ordine alla disciplina e agli effetti di un’eventuale “trasformazione” dell’associazione in Fondazione o viceversa, come vorrebbero i “dissidenti”, in società di capitali. Il frutto della consulenza è un documento di quattro pagine che i soci si preparano a sfoderare giovedì nel tentativo di portare acqua al mulino della loro tesi e cioè che istituire una fondazione per il Montasio equivarrebbe a una sostanziale perdita della proprietà per i tenutari. «Abbiamo più volte chiesto al presidente dell’associazione di convocare una riunione per spiegare i pro e i contro di quest’operazione – afferma Lucio Azzano, uno dei soci più agguerriti –, ma non abbiamo ottenuto risposta e il risultato è che giovedì ci ritroveremo in assemblea a votare nuovamente la modifica dello statuto (respinta dalla stessa assemblea solo poche settimane fa, ndr) con l’aggravio di una votazione ulteriore, che chiamerà a soci ad esprimersi direttamente sull’opportunità di tramutare l’associazione in fondazione. Peccato che a oggi – conclude Azzano – non ci sia ancora stato un chiarimento inerente le conseguenze di questo voto». Un deficit d’informazione che i soci hanno voluto colmare di loro iniziativa rivolgendosi al professor Bianca per un parere che – questa la loro speranza – potrà chiarire le idee all’assemblea e in particolare ai soci ancora indecisi sul da farsi. Tre, quattro, al massimo cinque persone che, essendo l’assemblea spaccata praticamente a metà, giovedì mattina saranno determinanti per l’esito della votazione. Ma vediamo il parere. «Il passaggio da associazione a fondazione – premette Bianca – avrebbe consistenti ricadute sulla proprietà e la disponibilità del patrimonio sociale, massimamente, quindi, sugli immobili che sono da molti decenni di intestata proprietà dell’associazione». In particolare la malga Montasio in Comune di Chiusaforte, che dal 1935 è di proprietà del Consorzio friulano tenutari e che nel caso d’istituzione di una fondazione verrebbe destinata agli scopi ideali di quest’ultima, «anche in caso di scioglimento ed estinzione della fondazione», chiarisce Bianca. Diverso, secondo l’avvocato, lo scenario nel caso di trasformazione del sodalizio in società di capitali. «Dal punto di vista patrimoniale – afferma Bianca – gli attuali beni dell’associazione resterebbero in capo ad essa e l’eventuale attivo di liquidazione andrebbe certamente in favore dei soci».