Cividale: boom di iscrizioni fra le donne al corso di difesa personale


Uno di quei corsi che speri mai di non dover frequentare, ma che di fatto è lo specchio dei tempi che corrono nel 2009; e  che la maggior parte dei partecipanti sia di sesso femminile (che non si dimostra per neinte debole) la dice lunga su timori che non sono più neanche tanto nascosti. Come dare un pugno efficace, assestare un calcio che faccia il suo dovere o tirare uno schiaffo senza correre il rischio di essere agguantati o, nell’ipotesi peggiore, accoltellati: 34 persone di età compresa fra i 25 e i 50 anni, in prevalenza donne – una ventina – e tutte lavoratrici, con un’ampia rappresentanza del mondo impiegatizio, stanno apprendendo nella palestra delle scuole elementari Manzoni i segreti della difesa personale. Il gruppo annovera anche 5 esponenti del Corpo di Polizia Municipale cividalese e la promotrice dell’iniziativa, l’assessore Daniela Bernardi. Organizzato, per la prima volta, dall’assessorato alle pari opportunità in collaborazione con quello allo sport, il corso – cofinanziato dal Comune – si articola in 10 lezioni di un’ora e mezza circa e ha destato un interesse tale che l’amministrazione pensa già a riproporlo, anche se non nell’immediato per questioni legate alla disponibilità della palestra.<br />
Le adesioni a “Donne e uomini consapevoli”, questo il titolo dello stage, sono state decisamente superiori alle aspettative, al punto che si è dovuto respingere parecchie richieste. «Non è un corso di arti marziali – precisa subito l’assessore alle pari opportunità Bernardi –, ma un’esperienza che aiuta ad acquisire maggiore fiducia in se stessi e pone la persona nelle condizioni di poter affrontare un’eventuale situazione di pericolo». La regola di base è elementare: niente gesti di eroismo, bensì tagliare la corda appena è possibile. Tanti piccoli accorgimenti possono favorire l’occasione di fuga: è importante cercare di non porsi frontalmente rispetto all’aggressore ma un po’ a lato, per avere più margine di movimento e dunque di difesa; uno strattone ai capelli, poi, si rivela sempre un espediente efficace.
«Quello che ci viene spiegato – racconta l’assessore – è proprio come regolare movimenti e posizioni tenendo presente che dobbiamo tutelare la nostra incolumità, e come misurare le nostre potenzialità per scaricare forza e rabbia nell’azione». Tirare un calcio o un pugno potrebbe sembrare cosa banale, ma non lo è. Se non si conoscono alcuni trucchetti si rischia di fare peggio, non solo risultando innocui per l’aggressore, ma facendosi del male. Ad un pugno con le nocche, così, per un “principiante” è preferibile uno sferrato con la parte bassa del palmo, che può contare sulla solidità dell’osso. Le lezioni si aprono con un saluto iniziale, cui segue una fase di riscaldamento: a ogni incontro, poi, gli iscritti apprendono una o più mosse. «Sebbene non si siano mai verificati, sul nostro territorio, fatti particolarmente gravi – commenta la Bernardi insieme al collega con delega allo sport, Flavio Pesante –, è apparso opportuno offrire ai nostri concittadini la possibilità di imparare a difendersi, partendo dal presupposto che ciò favorisce anche un miglioramento della qualità della vita. Ormai – concludono – questa tipologia di corsi è diffusa in moltissimi Comuni».