Facciamo massa critica o massa che critica?

La massa critica (spesso chiamata col termine inglese critical mass) è un raduno di biciclette che, sfruttando la forza del numero (massa), invadono le strade normalmente usate dal traffico automobilistico. Se la massa è sufficiente (ovverosia critica), il traffico non ciclistico viene bloccato anche su strade di grande comunicazione, come viali a più corsie. Nonostante questa descrizione, la massa critica è un fenomeno di difficile definizione, trattandosi di evento spontaneo privo di struttura organizzativa formalizzata. Il fenomeno si è sviluppato, a partire da San Francisco dove nel 1992 si svolse la prima Critical Mass, in molte grandi città, e consiste appuntamenti convenzionali ("coincidenze organizzate") di ciclisti che attraversano insieme tratti di percorso urbano in sella ai loro mezzi. Gli appuntamenti, tipicamente in luoghi pubblici e ad alta visibilità, sono pubblicizzati mediante affissioni (spesso abusive), circuiti di amicizie e di attivismo politico, comunicazioni elettroniche, e hanno tipicamente periodicità mensile o settimanale, con l’obiettivo di diventare appuntamenti fissi nella vita di una città. A condizione che si presenti una sufficiente quantità di biciclette nel luogo e nell’orario convenuti, queste si mettono in movimento sulle strade urbane formando un blocco compatto, che occupa una o più corsie stradali muovendosi alle velocità tipiche del ciclismo non agonistico (da 10 a 20 Km/h). Questo spesso basta a moderare il frenetico scorrimento del traffico urbano, creando oasi di bassa velocità, sicurezza e socialità per i ciclisti. Non sempre le reazioni degli automobilisti al rallentamento sono favorevoli, a causa degli ingorghi che si formano dietro la massa, anche se alcuni apprezzano il temporaneo cambiamento del panorama urbano. Onde prevenire lo sfaldamento della massa, alcuni partecipanti possono prestarsi all’attività di corking, ovvero a fermare più o meno gentilmente le automobili alle intersezioni onde evitare che si inseriscano all’interno del corteo ciclistico frammentandolo (e aumentando il pericolo per i partecipanti). Il fine della massa è quello di portare una maggiore sensibilizzazione all’automobilista medio che spesso con guida poco regolamentata rende molto pericolosa la viabilità dei ciclisti delle città. In Italia il fenomeno della massa è molto presente in una città come Milano anche perché non essendoci una rete di percorsi ciclabili, il ciclista è obbligato a viaggiare nella giungla del traffico urbano con tutti i rischi che questo comporta.