Fagagna: depositò 5.600 lire nel 1941 oggi il libretto vale 400 mila euro


di Raffaella Sialino
 

I suoi soldi, poco meno di seimila lire, erano stati depositati su un libretto del Banco di Napoli ai tempi della seconda guerra mondiale, quando lui, aviatore dell’Aeronautica militare, era stato abbattuto dai nemici sul Don e successivamente imprigionato in Siberia; oggi, dopo circa 70 anni, quella somma potrebbe venirgli restituita con gli interessi maturati in tutto questo tempo, una cifra che si calcola sia vicina ai 400 mila euro. Il fagagnese Bonifacio Savio, 91 anni, maresciallo dell’aeronautica in pensione, residente con la moglie nel capoluogo comunale al civico 1 della centrale via Umberto I, potrebbe così vedersi riconosciuta una somma tutt’altro che trascurabile. «Questa vicenda è cominciata- ci ha raccontato ieri il maresciallo Savio – il 15 novembre del 1941: quel giorno io, allora giovane aviatore dell’aeronautica, stavo sorvolando la zona del Don quando venni sfortunatamente abbattuto. Allora l’Aeronautica militare prese tutti i miei beni: i miei oggetti personali e gli indumenti  che avevo portato in guerra vennero dati ai miei familiari, mentre il mio capitale fu versato dall’Aeronautica appunto su un libretto del Banco di Napoli, più tardi consegnato a mia madre». Si trattava di una cifra già piuttosto considerevole per quel difficile periodo di guerra: «E’ vero- ha spiegato Bonifacio-: erano quasi 6 mila lire, per l’esattezza 5.600 lire. Era una buona somma; allora ci si potevano acquistare 4 o 5 campi». Il versamento risale al 1942, come ha precisato Savio: «tutto quello che era in mio possesso venne recuperato subito, nel novembre 1941, ma il deposito al Banco di Napoli fu fatto l’anno dopo dall’Aeronautica. Io sono rientrato nel 1946, dopo cinque anni di prigionia in Siberia, sotto Stalin, e nel frattempo mio fratello e mia madre avevano recuperato il libretto rilasciato dal Ministero della Difesa». «Recentemente mio figlio ha preso contatti con un avvocato spiegandogli che avevamo in casa questo libretto e chiedendogli se era possibile riavere questa somma aggiornata con gli interessi». Infatti, a seguire direttamente la vicenda è il figlio Claudio che, venuto a conoscenza di altri casi simili, ha deciso di rivolgersi a un legale di Roma affinché metta in atto tutti i passi necessari per l’ottenimento della restituzione del denaro depositato ormai quasi 70 anni fa. All’avvocato della città capitolina, i Savio hanno da poco inviato tutta la documentazione necessaria. Settant’anni di giacenza di questa somma potrebbero significare un guadagno anche di 400 mila euro, ma per essere più precisi sulla cifra bisognerà attendere gli sviluppi della questione.