Friuli: ci abbandona l’Ibis eremita

Tempi duri in Friuli: se ci abbandonano anche le specie protette (che evidentemente qui da noi non si sentono tali) questo non è un bel segnale. E’ il caso di due Ibis eremita chiamati Friûl e Fagus che ci lasciano per migrare verso Grosseto

Due giovani ibis eremita, uccelli a rischio di estinzione, sono migrati spontaneamente dal Friuli verso la laguna di Orbetello (Grosseto).Lo dice il naturalista Fabio Perco, secondo cui ‘l’evento e’ notevole perche’,per la prima volta, ibis eremita non addestrati dall’uomo usano la via della migrazione in modo indipendente’. Gli ibis,chiamati Friul e Fagus sono nati all’inizio dell’estate nell’oasi dei Quadri di Fagagna (Udine) da una coppia che ci stava da alcuni anni. L’Oasi detta anche torbiera, oltre alla presenza dei relitti glaciali che caratterizzano un po’ tutte le torbiere friulane, dalle colline alla pianura (Primula farinosa, Pinguicola alpina, Crepis froelichiana, Parnassia palustris, Tofieldia calyculata, Euphrasia marchesetti … ), nepresenta una (Rhynchospora alba) che non si ritrova sotto la linea delle risorgive e conferisce perciò alla nostra torbiera un carattere particolare e unico.

Per tornare all’Ibis eremita, è uno dei pochi uccelli estinti in Europa in tempi storici: fino al XVII secolo si riproduceva sul Rodano e sul Danubio, sulle Alpi italiane e sul Giura svizzero.La sua antica diffusione in Europa fu documentata da un naturalista svizzero, Konrad Gesner, che in un libro sugli animali pubblicato nel 1555 lo descrisse con il nome latino di Corvus sylvaticus e quello comune «waldrapp o klausrabe». Nella prima metà del XVII secolo tuttavia questi uccelli scomparvero dall’Europa a causa della caccia e del saccheggio dei nidi. Col tempo l’esistenza dell’ibis eremita venne dimenticata e la descrizione di Gesner, benché molto particolareggiata, venne considerata puro frutto di fantasia.

Una specie di uccelli sconosciuta, denominata ibis dal ciuffo, fu descritta sulle rive del Mar Rosso nel 1832 e più tardi venne segnalata in Nordafrica e successivamente a Birecik. Ma soltanto nel 1897 tre famosi ornitologi riuscirono a dimostrare che l’uccello descritto da Gesner in Svizzera era l’ibis dal ciuffo o ibis eremita, clamorosamente riscoperto quasi tre secoli dopo in Africa.La sua distribuzione era comunque molto più ampia: si è a conoscenza di alcune colonie sopravvissute in Siria fino al 1930 ed è possibile che si riproducesse anche in Iraq oltre che in aree circostanti il Mar Rosso.

Attualmente l’ibis eremita è legalmente protetto in entrambi i Paesi, Turchia e Marocco, dove ancora vivono i pochi superstiti alla progressiva estinzione, tuttavia l’applicazione delle leggi di fatto incontra grossi ostacoli.
L’ibis eremita nidifica in colonie su pareti rocciose, sia in zone montane, aride e inaccessibili (da cui la scelta del nome) che in zone densamente abitate; costruisce i nidi anche a meno di un metro di distanza fra loro; depone generalmente 2-3 uova che vengono incubate per 27-28 giorni ed i piccoli sono in grado di volare all’età di 46-51 giorni. I giovani hanno il capo quasi interamente coperto da piume bianche e nere e non possiedono le lunghe piume della nuca e del collo che negli adulti contribuiscono a rendere più vistoso l’aspetto da eremita.